I nostri figli LGBT “sono tutti figli di Dio”. Il giorno in cui ho incontrato papa Francesco
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Intervento di Mara Grassi, una madre cattolica con figlio gay de Jonathan's tent al webinar “Uniti verso il cambiamento (UTC2)” tenutosi il 21 ottobre 2021
È stato grazie ad una pubblicazione della Tenda di Gionata, il libretto GENITORI FORTUNATI, vivere da credenti l’omosessualità dei figli, che abbiamo potuto incontrare papa Francesco il 16 settembre 2020.
Dopo averlo pubblicato infatti, qualcuno di noi ha detto: “Perché non lo portiamo al Papa?” Così abbiamo chiesto di partecipare ad un’udienza papale del mercoledì. Con nostra sorpresa ci hanno risposto subito, fissandoci una data. Con il lockdown tutte le udienze furono sospese, ma durante l’estate, con sorpresa ancora maggiore, abbiamo ricevuto un’altra lettera in cui venivamo invitati ad un’udienza di settembre.
Arrivati in Vaticano, nel cortile di S. Damaso, dopo aver detto al servizio d’ordine che eravamo dell’associazione La Tenda di Gionata siamo stati avvertiti che al termine dell’udienza generale, un nostro rappresentante avrebbe potuto incontrare il papa.
Il nostro presidente Innocenzo Pontillo ha detto a me, come vicepresidente, di andare. Non c’è stato nemmeno il tempo di rifiutare. Volevo subito sottolineare due cose: la nostra presenza è stata voluta, ne è la prova anche la notizia della nostra presenza data dal Tg1, quando nessuno di noi era stato contattato prima.
Poi ritengo importante che sia andato un genitore con un figlio LGBT, avendolo saputo prima, altri sarebbero stati più adatti di me, ma è stato importante che un genitore abbia incontrato il papa.
Non certo perché i nostri figli abbiano bisogno di qualcuno che porti avanti le loro istanze, ma perché in questo modo abbiamo detto al Papa, a tutta la Chiesa e, con l’eco mediatico che ne è seguito, in pratica a tutto il mondo, che noi genitori cattolici, noi che siamo Chiesa, vogliamo che tutti i nostri figli ne facciano parte.
Che nessuno, come è successo a mio figlio, debba scegliere tra la sua identità e l’appartenenza alla comunità cristiana in cui è cresciuto. Che nessuno è “sbagliato” per la sua diversa capacità di amare e che questo modo diverso di amare che ci hanno insegnato essere un peccato è invece un dono che ci ha resi genitori fortunati e può essere un dono per la società e per la Chiesa.
Quando abbiamo preso posto nel cortile S. Damaso in Vaticano, ci siamo sentiti veramente immersi in quel fiume di gioia di cui Francesco aveva parlato nell’ Esortazione apostolica Evangelii Gaudium.
Abbiamo capito che non dovevamo solo sognare una Chiesa diversa, come aveva scritto il papa, ma che eravamo pronti a spendere tutto noi stessi perché diventasse realtà una Chiesa in cui sia possibile passare dal paradigma del peccato a quello del cammino, dal paradigma della legge a quello della persona.
Non una Chiesa che rifiuta o tutt’al più attende, ma che va incontro, che sa curare le ferite e riscaldare i cuori, che sa piangere ed accarezzare invece di rinchiudersi nelle norme. Una Chiesa autorevole, non per la dottrina, ma per la misericordia, per la quale di non negoziabile (noi siamo cresciuti coi famosi “principi non negoziabili”), c’è solo l’uomo, come per Dio lo sono tutti i suoi figli.
Ed è questo quello che mi ha detto il papa: “Sono tutti figli di Dio, così come sono”e abbracciando me, ha abbracciato le mamme di Mestre che poco prima gli avevano urlato: “Papa Francesco, ricordati di noi, siamo genitori di figli lgbt. I nostri figli hanno bisogno del tuo abbraccio".
Lui a quelle grida si era fermato e aveva dato la sua benedizione. Come hanno scritto Dea e Stefano, genitori di Roma che erano presenti (le ho conservate perché rispecchiano proprio la mia storia): “Dopo anni di smarrimento, di dolore e di vergogna quei genitori erano lì a gridare, in una piazza gremita di gente, senza più nascondersi, orgogliosi dei loro figli e delle loro figlie".
In the hearing the Pope had spoken of contemplation, he said that all creatures have value in themselves and reflect in his own way a radius of the infinite wisdom and goodness of God.
When he came to me, while Corrado, a dad from Parma, said: "We are lucky parents, Father, God made us a great gift to give us these figlsI ", I told him that the gift was precisely this new gaze that showed us in our children LGBT La Sapienza and the goodness of God.
But, I added, that it was necessary that the Church also changed its gaze. While I was talking he told me: "Does it, it does". And he repeated to me, punishing the words well: "Every man and woman are children of God and God loves them and the Church must love every man and every woman".
On 10 October 2021 the Synod of the Universal Church began and that of the Italian Church. We parents of children LGBT We will do everything that is possible to make our voice heard, in the parishes, in the dioceses, in the Synod groups, because the words that the Pope has told me actually become reality.
The slides> In cammino con La Tenda di Gionata (PDF files)