“Era veramente un uomo giusto!” (Lc 23: 1-49). La passione di Gesù vista dalle persone LGBT
Riflessioni bibliche pubblicate sul sito dell’associazione LGBT cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti), liberamente tradotte da Michela Giampà
Non appena Gesù cavalca verso Gerusalemme su un’onda trionfale, alle grida di Osanna e alle palme ondeggianti, l’atmosfera muta. Una folla che un tempo lo acclamava, ora grida, “Crocifiggilo! Crocifiggilo!”
La folla si aspettava un “re”. Aspettavano un “conquistatore” ed un “redentore”. Erano spinti dagli echi di Zaccaria 9, che dice: “vedi, il tuo sovrano viene da te vittorioso e trionfante…”, si aspettavano che il Messia soddisfacesse le loro aspettative. Prevedevano la fine dell’occupazione romana, la restaurazione di Israele e la promessa di un regno vittorioso. Ma quello non era il modo in cui Gesù costruisce il regno di giustizia e di pace di Dio.
C’è una leggera “aspettativa” oggi in molte chiese, per cui ogni bambino battezzato crescerà per condurre una vita eteronormativa. Quando queste aspettative falliscono e un figlio successivamente si riconosce in un’identità LGBTQ, l’atmosfera cambia.
Quindi, cosa accade in un mondo in cui le aspettative di Dio, della Chiesa Cattolica, tra loro e la comunità LGBTQ si scontrano? Forse una parte del vangelo, proclamato durante la Domenica delle Palme, offre qualche risposta.
Luca 23, 1-49
Allora tutta l’assemblea si alzò e condusse Gesù da Pilato. Cominciarono ad accusare Gesù, dicendo, “Lo abbiamo trovato a sovvertire la nostra nazione, opponendo il pagamento delle tasse a Cesare e addirittura pretendendo di essere il Messia, un re.
Allora Pilato interrogò Gesù, “Sei tu il Re degli Giudei?” “Lo hai detto tu”, Gesù rispose. Così Pilato annunciò ai sommi sacerdoti e alla folla: “Non trovo nessun fondamento per accusare quest’uomo”. Ma insistettero, ed egli fomentò il popolo di tutta la Giudea con il suo insegnamento. Partì dalla Galilea e venne fin qui a Gerusalemme”. Udendo questo, Pilato chiese a Gesù se fosse della Galilea e apprendendo che Gesù era sotto la giurisdizione di Erode, lo mandò da Erode, anche lui a Gerusalemme in quel periodo.
Quando Erode vide Gesù fu molto contento, perché desiderava vedere Gesù da molto tempo. Da quello che aveva sentito di Gesù, sperava di vedere Gesù compiere qualsiasi tipo di miracolo. Erode riempì Gesù di molte domande, ma Gesù non gli diede nessuna risposta.
I sommi sacerdoti e gli scribi stavano lì, accusando Gesù con veemenza. Poi Erode e i suoi soldati lo derisero e ridicolizzarono. Vestendo Gesù con un elegante abito, lo rimandarono da Pilato. Quel giorno Erode e Pilato divennero amici – erano nemici prima di questo momento.
Pilato richiamò tutti i sommi sacerdoti, i magistrati e il popolo, e disse loro, “Hai portato a me quest’uomo come uno che incitava il popolo alla ribellione. L’ho analizzato in vostra presenza e non ho trovato nessun fondamento che provi le vostre accuse contro di lui. Nemmeno Erode, perché lo rimandasse indietro da noi; come potete vedere non ha fatto nulla per meritare la morte. Pertanto, punirò Gesù e poi lo libererò”. (Pilato fu obbligato a rilasciare un prigioniero fra la gente durante la festa). Ma l’intera folla gridò: “Uccidetelo! Vogliamo Barabba!” (Barabba era stato rinchiuso in prigione per aver scatenato una rivolta in città, e per omicidio).
Volendo liberare Gesù, Pilato si appellò di nuovo a loro. Ma essi continuavano a gridare: “Crocifiggilo! Crocifiggilo!”.
Pilato parlò loro per la terza volta: “Perché? Quale delitto ha commesso questo Gesù? Non ho trovato nessun motivo per condannarlo alla pena di morte. Pertanto, lo farò frustrare e poi liberare”. Ma, con forti grida, chiesero che Gesù fosse crocifisso e le loro grida prevalsero. Così Pilato decise di esaudire la loro richiesta. Liberò Barabba, che era stato messo in prigione per una sommossa e per omicidio, e consegnò Gesù alla folla.
La Crocifissione di Gesù
Mentre i soldati portavano via Gesù, sequestrarono Simone di Cirene, che stava arrivando dal suo paese, misero la croce su di lui e gliela fecero portare sulle spalle, camminando dietro Gesù. Un grande numero di persone lo seguirono, comprese le donne che piangevano ed erano afflitte per lui. Gesù si voltò e disse loro: “Figlie di Gerusalemme, non piangete per me; piangete per voi stesse e per i vostri figli. Poiché verrà il tempo in cui direte, “Beate le sterili, i ventri che non hanno mai partorito e i seni che non hanno mai allattato!”. Poi la gente dirà alle montagne, “Cadete sopra di noi!” e alle colline “Copriteci!”. Perché se le persone fanno tali cose quando il legno è verde, cosa accadrà quando sarà secco?
Due uomini, entrambi malfattori, vennero condotti fuori con Gesù per essere giustiziati. Quando arrivarono nel luogo chiamato “del Cranio”, lì crocifissero Gesù, insieme ai criminali – uno alla sua destra, l’altro alla sua sinistra. Gesù disse: “Abbà, perdonali, perché non sanno quello che fanno. Poi divisero le sue vesti, tirandole a sorte.
Il popolo stava a guardare e i capi continuavano a deriderlo. Dissero, “Ha salvato gli altri; lasciatelo salvare sé stesso se è veramente lui il Messia di Dio, l’Eletto”. Anche i soldati si avvicinarono e lo derisero. Offrirono a Gesù dell’aceto e dissero, “Se tu sei il Re degli Giudei, salva te stesso”. C’era una scritta sopra di lui che diceva, “Costui è il Re degli Giudei”.
Uno dei malfattori appesi alla croce insultò Gesù: “Non sei tu il Messia? Salva te stesso e noi!”. Ma l’altro malfattore lo rimproverò. “Non hai tu timore di Dio”, disse, “Noi siamo condannati giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni. Ma egli invece non ha fatto nulla di male”. Poi disse, “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno” Gesù rispose, “In verità ti dico, oggi sarai con me in paradiso”.
La Morte di Gesù
Era circa mezzogiorno, e l’oscurità ricoprì la terra intera fino alle tre del pomeriggio, quando il sole si eclissò. Ed il velo del Tempio si squarciò in due. Gesù emise un forte grido e disse, “Abbà, nelle tue mani io affido il mio spirito”. Dicendo questo, Gesù respirò per l’ultima volta.
E il Centurione, visto quel che era accaduto, glorificò Dio e disse, “Veramente quest’uomo era giusto”. Quando tutto il popolo che si era riunito lì intorno, per assistere a questo spettacolo, vide quanto accaduto, si batterono il petto e se ne andarono. Ma tutti quelli che conoscevano Gesù, comprese le donne che lo avevano seguito dalla Galilea, assistettero da lontano a guardare tutto questo.
RIFLESSIONI:
1. Ti ritrovi spesso ad affrontare discorsi pieni di odio e/o di retorica anti-persone LGBT? Come rispondi, soprattutto se le sacre scritture sono utilizzate per demonizzarti come una minaccia per i bambini, il matrimonio tradizionale, la comunità cristiana, la società civile o la salute pubblica?
2. Pilato interrogò Gesù, “Sei tu il Re degli Giudei?”. Gesù rispose, “Tu lo hai detto”. Hai il coraggio di ammettere “chi sei” come persona LGBTQ o un suo alleato? In caso negativo, come ci si sente a non essere fedeli a se stessi?
3. Pilato interrogò Gesù, “Sei tu il Re degli Giudei?”. Gesù rispose, “Tu lo hai detto”. Hai il coraggio di ammettere “chi sei” come persona LGBTQ o un suo “alleato”? In caso negativo, come ci si sente a non essere fedeli a se stessi? Cosa ti causerebbe fare “coming out” o cambiare aspettative preconcette su te stesso?
4. “Per la terza volta Pilato parlò loro: “Perché? Quale crimine ha commesso questo uomo? Non ho trovato nessun motivo per condannarlo alla pena di morte”. Tu o le persone che conosci avete sperimentato violenza, procedimenti penali, l’allontanamento sociali, o minacce di morte perché sei una persona LGBTQ o un loro alleato? Come hai vissuto con queste paure? Ti senti paralizzato o motivato a gridare per la giustizia?
5. “Mentre i soldati portavano via Gesù, sequestrarono Simone di Cirene, che stava arrivando dal suo paese, il quale mise la croce su di lui e la fece portare a Gesù sulle spalle”. Come “alleato” delle persone LGBT, qual è stata la tua esperienza nel portare questa “croce” con la comunità LGBTQ? Chi o cosa ti ha fatto sentire di dover condividere questo “peso”? Che tipo di riconoscimento ti ha offerto la comunità LGBTQ e come ti ha ringraziato? Come persona LGBTQ, hai aiutato a portare la croce di altri nella comunità?
6. “Abbà, perdonali, perché non sanno quello che fanno”. Pensi che questa sia una risposta appropriata alla Quaresima per le ingiustizie compiute nei confronti della comunità LGBTQ? Perché sì, perché no?
7. “Ma quest’uomo non ha fatto nulla di sbagliato”. Quale sarebbe il giusto risarcimento per qualsiasi danno causato a seguito della tua identità LGBTQ o di suo alleato? Come immagini la “gloria” e il “paradiso” di cui Gesù parla nel versetto 43?
Vieni a cambiare i nostri cuori. Canto di Rory Cooney
Cambia in nostri cuori anche questa volta,
La tua parola afferma che è possibile
Cambia le nostre menti anche questa volta
La tua vita potrebbe renderci liberi.
Noi siamo le persone che con la tua chiamata hai prescelto,
Signore, anche questa volta cambia i nostri cuori.
Conducici per mano al limite dei nostri sogni,
Un piede in Paradiso e uno tra i rifiuti;
Attratti dalle tue promesse, siamo ancora affascinati
dall’ombra e dalle catene che ci lasciamo alle spalle.
Ora, mentre osserviamo le tue maniche si avvicinano,
per offrire abbondanza, gioia a sazietà.
Il tuo latte e il tuo miele sembrano distanti, irreali,
quando hai pane e acqua nelle mani.
Mostraci il modo che può portarci al tuo fianco,
sopra le montagne e le sabbie dello spirito.
Che tu sia per noi la nostra manna, acqua che sgorga dalla roccia,
luce che ci dice che non cammineremo mai soli.
Basato sulla storia della vita di Garrard Conley, il film “Boy Erased” è un esempio scomodo di come l’osservanza bigotta della fede porti delle “aspettative” sbagliate.
Conley, figlio di un pastore battista, è stato inviato a un programma di terapia di conversione gay quando è stato mandato via dai suoi genitori, all’età di 19 anni. Parlando della tortura psicologica che ha subito in terapia, Conley, nell’intervista qui sotto, affiancato da suo madre, Martha, che condiviso con lui la prospettiva (e il cambiamento di cuore) sul suo essere la madre di un figlio gay.
Testo originale: “Surely this one was different”