Ermafroditismo e società
Articolo di Mohammed Zainabi tratto da L’observateur du Maroc (Marocco) del 3 giugno 2012, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Perché una società sia realmente democratica bisogna far sì che tutti i suoi cittadini siano integrati, in spirito di eguaglianza, nell’ambito pubblico, e che sia preservata la loro dignità nell’ambito privato. Bisogna rafforzare i diritti delle minoranze politiche, religiose, sessuali ed etniche. Ancora meglio, questi diritti devono essere protetti fin tanto che non mettono in pericolo l’edificio sociale.
Si dà il caso che il Marocco, come tutti i Paesi del pianeta, deve confrontarsi con i problemi legati alle minoranze. Fino ad ora abbiamo agito in favore della protezione dei diritti delle minoranze religiose e politiche. Ma non basta; bisogna aprire anche il dibattito sulle minoranze sessuali.
Oggi la scienza ci permette di stabilire con chiarezza due constatazioni. La prima concerne la pretesa normalità sessuale, assimilata a torto all’eterosessualità. Da molto tempo questa “teoria” non regge più. L’omosessualità è sempre esistita, senza che sia possibile determinare se sia un fenomeno innato o acquisito.
Del resto è provato che l’omosessualità è esistita in tutte le civiltà, da millenni. Tuttavia è solo negli anni ’70 del secolo scorso che l’OMS ha depennato l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali. La seconda constatazione concerne gli “incidenti” della natura. Uomini nel corpo di donne o viceversa. A lungo negata, l’esistenza di questo genere umano è stata scientificamente provata e oggi è una verità indiscutibile.
Questo non impedisce che gli ermafroditi, che rappresentano l’1% della popolazione in certi Paesi, siano ancora emarginati dalla società. Mentre siamo nel pieno del dibattito sulla costruzione democratica dobbiamo porci la vera domanda: cosa ne è di queste minoranze?
L’Islam, come tutte le religioni, lega la sessualità alla procreazione e afferma con forza che la normalità sessuale è l’eterosessualità, che deve essere vissuta all’interno della famiglia. Questo ha indotto a un conservatorismo sociale che si accompagna a una certa ipocrisia. Invece agli occhi degli scienziati, l’omosessualità non viene più vista attraverso il prisma della patologia.
Si tratta piuttosto, per loro, di comportamenti umani che sono esistiti, esistono ed esisteranno fino alla fine dei tempi. È questa constatazione scientifica che ha spinto dei democratici, ovunque abbiano potuto esprimersi, a chiedere l’adozione di leggi che permettano agli interessati di vivere la loro differenza restando totalmente integrati nella società.
Le persone che hanno certe specificità fisiche poco comuni si trovano in una situazione ancora più particolare. In ogni caso oggi non si può più tollerare che si condanni a una non-vita il neonato preso per un maschietto quando è fondamentalmente e organicamente una femmina. Tutte le società che si rispettino hanno preso coscienza di questa problematica e hanno legiferato per regolamentarla. In Marocco invece questo dibattito non è ancora stato aperto; bisogna che lo sia. Perché non possiamo costruire una società democratica se escludiamo le nostre minoranze.
Testo originale: Faut-il bannir la différence ?