Sette errori che i genitori cristiani fanno nei confronti dei loro figli transgender
Riflessioni di Susan Cottrell* pubblicate sul suo blog FreedHearts (Stati Uniti) il 20 novembre 2020, liberamente tradotte da Chiara Benelli
La storia di Leelah Alcorn l’avrete probabilmente sentita tutti: nel 2014 questa ragazza transgender si è suicidata mettendosi davanti a un rimorchio in corsa, attribuendo la responsabilità del gesto commesso al rifiuto dei suoi genitori “cristiani”. Sospiro profondo e triste. Angoscia. Rabbia. Una vita spezzata a causa dell’ignoranza e della crudeltà delle persone.
Nella Giornata del ricordo delle persone transgender ricordiamo e piangiamo coloro che sono rimasti vittime della transfobia, e sensibilizziamo sulle tematiche legate alla violenza contro le persone transgender, tra cui gli abusi fisici, emotivi e spirituali causati dal rifiuto dei familiari credenti. Non ci sono parole per esprimere il dolore collettivo per la morte di Leelah, e la rabbia per le azioni sbagliate dei suoi genitori, che l’hanno spinta a questo gesto estremo.
I genitori di Leelah hanno commesso diversi errori, senza saperlo o senza curarsene. Per chi fosse interessato, ho fatto un elenco, tratto dalle stesse parole di Leelah, di sette errori comuni – sette peccati capitali – che genitori e altre persone commettono nel rapportarsi con i giovani transgender. Vi includo parti del biglietto lasciato da Leelah prima di suicidarsi, scritto in più copie.
1. Non dare la colpa degli “errori” a Dio
“Quando avevo quattordici anni ho imparato cosa significasse essere transgender, e ho pianto di gioia: dopo dieci anni di confusione avevo finalmente capito chi ero. L’ho detto immediatamente a mia madre, e lei ha reagito in modo estremamente negativo, dicendomi che era una fase, che non sarei mai stata veramente una ragazza, che Dio non commette errori, che mi sbagliavo”.
Chi ha mai detto che Dio commette errori? Perché sentiamo sempre dire che Dio che non fa errori da persone che reputano proprio l’esprimere la propria identità e il proprio orientamento un errore, appunto? Siete voi che vi sentite minacciati da ciò che chiamate errore. Non sono le persone trans o le altre persone LGBTQ a parlare degli errori che commette Dio; sono i cristiani negazionisti, quelli che non riconoscono nulla di ciò che non rientra nei loro schemi. Non siate tanto ignoranti da parlare a nome di Dio degli errori, perché, detto con sincerità, non avete idea di cosa state dicendo.
2. Non abusate spiritualmente dei vostri figli
“Mia madre iniziò a portarmi in terapia, ma mi portava solo da psicoterapeuti cristiani (che erano tutti molto di parte), quindi non ho mai ricevuto una terapia adeguata alla mia depressione. Ho solo assistito a cristiani che mi dicevano quanto fossi egoista, quanto fossi dalla parte del torto, quanto sarebbe stati necessario per me cercare aiuto in Dio”.
Tutto questo non è altro che un genere di psicoterapia volta alla conversione, ormai largamente screditata. Tuttavia, questa particolare pratica continua imperterrita ogni giorno, in ogni possibile forma, con la benedizione dei più disparati programmi religiosi, come i campi per adolescenti in difficoltà o la consulenza pastorale.
Il punto è questo: i profani che si improvvisano psicoterapeuti sono pericolosissimi, non da meno di quei medici che esercitano la professione senza qualifica. Se già il metodo che impiegate non funziona coi vostri figli, evitate almeno di insistere con gli altri. (Tenete sempre bene a mente la definizione di malattia mentale.)
Siete voi a non capire la vita dei vostri figli; una cosa saggia da fare sarebbe trovare qualcuno da cui poter imparare. Se non riuscite a recepire cosa vi stanno dicendo i vostri figli, trovate qualcuno che vi aiuti a farlo. Gli “psicoterapeuti cristiani” spianano la strada ai vostri figli verso la morte. Se il vostro medico si macchiasse di una tale esperienza, gli fareste giustamente causa per negligenza; e la vincereste anche.
3. Non proiettate il vostro egoismo sui figli
“Anche se i miei amici l’hanno presa bene [la dichiarazione della mia omosessualità], i miei genitori si sono incazzati molto. Dicevano che stavo infangando la loro immagine, e che ero una vergogna per loro. Volevano che fossi il tipico ragazzo etero, cristiano e perfettino, e naturalmente non era quello che volevo io”.
Ditemi se riuscite a scovare l’ironia in quello che sto per dirvi: questi genitori si preoccupavano della loro immagine, del loro imbarazzo, del loro “ragazzo etero, cristiano e perfettino”; ruotava tutto attorno a loro. Quindi, in quello che sembra essere il più classico dei casi di proiezione, gli “psicoterapeuti” davano a Leelah dell’“egoista sbagliato”. Genitori, vi supplico: ammettete il vostro egoismo e fate qualcosa per rimediare; ma lasciate in pace i vostri figli. Non chiamateli egoisti solo per non avervi dato quello che volevate voi.
4. Non siate crudeli e non infliggete punizioni sadiche
“Quindi mi hanno portato via dalla scuola pubblica, mi hanno tolto computer e telefono e mi hanno proibito di accedere a qualsiasi tipo di social network, isolandomi completamente dai miei amici. Questo è stato probabilmente il periodo in cui sono stato più depressa in vita mia, e c’è da meravigliarsi che non mi sia uccisa. Sono stata completamente sola per 5 mesi: non un amico, non un aiuto, non una manifestazione d’affetto, solo la delusione dei miei genitori e la crudeltà della solitudine”.
Non rendete ancora più crudele una situazione già delicata di per sé; non esercitate le vostre sadiche e ricercate punizioni; non vi offrite per fare una psicoterapia se non avete la qualifica per farlo. In che lingua devo dirvelo? Possiamo anche usare la Bibbia, se vi va.
“E voi, padri, non inasprite i vostri figli, ma allevateli nell’educazione e nella disciplina del Signore” Efesini 6;4; “Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro” Luca 6:31; “Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore” 1 Giovanni 4:7-8. La Bibbia ci chiama “corpo di Cristo”.
Non c’è persona mentalmente sana che si stringerebbe un laccio emostatico attorno a una parte del proprio corpo, aspettandosi che questa poi sviluppi correttamente.
5. Scegliete la vita, donate la speranza
Avete visto come Leelah non osasse nemmeno sperare che le cose migliorassero? Non un amico, non un aiuto, non una manifestazione d’affetto. Chi mai riuscirebbe a vivere in simili condizioni?
A proposito del corpo di Cristo, dov’è la parrocchia di questa famiglia? Chi ha trasmesso speranza a Leelah? (E non intendo quella speranza fasulla che è la “speranza che tutto cambierà”.) Chi ha fatto capire ai familiari che si stavano comportando in modo disumano? Anche in questo caso la Chiesa è colpevole di aver alternativamente indotto e rigurgitato questa morte. Dobbiamo usare il buon senso, osservare quel che ci accade intorno e ammettere che il rifiuto porta alla morte.
Il rifiuto è come potare un ramo e gettarlo via in un angolo, con la pretesa che cresca comunque; non succederà. Volete un versetto? “Io prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra, che io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, perché possa vivere tu e i tuoi discendenti” Deuteronomio 30:19.
O sentite le parole stesse di Gesù: “Ma io sono venuto affinché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” Giovanni 10:10.
Dobbiamo spaccare alcune di quelle finestre e far entrare un po’ di luce del sole, perché altrimenti le persone che vi stanno dietro finiranno per soffocare.
6. Non odiate i vostri figli
Sembra un gioco da ragazzi. Ovviamente dovremmo amare, non odiare i figli. Ma i genitori continuano a commettere gli stessi errori, quindi credo sia meglio spiegarlo chiaramente una volta per tutte.
Se insistete a contrastarli in modo crudele ed egoistico, vi ritroverete tra le mani dei figli devastati. I risultati al riguardo parlano chiaro. Non trasformerete magicamente i vostri figli LGBTQ in quello che più si adatta ai vostri ridottissimi schemi.
Un banalissimo esempio del non odiare una figlia è di rispettarla. Anche dopo tutto questo, anche dopo il suo suicidio, avreste potuto colpirvi la fronte con il palmo e dirvi: “Avremmo dovuto rispettarla, ascoltarla, accorgerci di lei, anche quando non la capivamo”. Avreste potuto usare nome e sesso che rispettassero le sue volontà nel tributo che le avete dedicato su Facebook. Questo tipo di rispetto, almeno, è a tutti gli effetti una dimostrazione di non odio.
Genitori: ora che avete letto questo, non potete più giustificarvi con l’obbedienza alla parola di Dio. Dovete capire che Dio non chiede a nessuno di essere crudele, egoista ed ignorante, Dio non vi sta in nessun modo chiedendo di esserlo. Se lo siete, è per il vostro orgoglio mortale, che presagisce un destino nefasto: i vostri figli ne usciranno depressi o disturbati, quando non direttamente morti.
7. Amate i vostri figli
Siate proattivi. Amate i figli di un amore che sia davvero tale, e non con ragionamenti contorti del tipo “facciamo ciò che è meglio per loro”, cosa che ovviamente non funziona quando si va contro ai figli con le unghie e con i denti. Non usate il nome di Gesù, a meno che non lo usiate per ricordare la descrizione dell’amore: “Nessuno ha amore più grande di questo: dare la propria vita per i suoi amici” Giovanni 15:13.
È possibile che dobbiate rinunciare alle vostre preferenze, al vostro orgoglio, alla vostra reputazione in mezzo a chi, in ogni caso, non ha alcun diritto di giudicarvi o di sparlare di voi.
Se avete nuovamente intenzione di tirar fuori il nome di Gesù, allora voglio assicurarmi che teniate bene a mente la sua indicazione principale: amare. Ama Dio e ama il prossimo, tutto il resto si sistemerà da solo.
* Susan Cottrell è un’insegnante cristiana che ha avuto numerose esperienze di studio della Bibbia e nel discepolato. FreedHearts è il suo blog ed anche una rete per genitori cristiani con figli LGBT, ed ha raccolto le convinzioni maturate attraverso queste esperienze nel suo libro “Mom, I’m Gay” – Loving Your LGBTQ Child Without Sacrificing Your Faith (Mamma, sono gay. Come potete amare vostro figlio LGBTQ senza sacrificare la vostra fede). Lei e suo marito sono sposati da più di trent’anni e hanno cinque figli, due delle quali sono lesbiche. Vivono a Austin in Texas (USA).
Testo originale: 7 Deadly Sins Parents Commit Against Transgender Kids – In Memory of Leelah Alcorn