Espulso dall’Eritrea perché gay. La storia di un docente palermitano
Articolo del 2 maggio 2013 di Sabrina Macaluso pubblicato su livesicilia.it
Secondo le autorità sarebbe “pericoloso e potenzialmente destabilizzatore dell’ordine morale e pubblico del Paese”. Espulso perchè gay. È accaduto a un docente palermitano in servizio in Eritrea che per le autorità locali non aveva le ‘carte in regola’ per potere insegnare perchè ritenuto “pericoloso e potenzialmente destabilizzatore dell’ordine morale e pubblico del Paese”. Lo hanno raccontato ‘Affaritaliani.it’ e il sito ‘gay.it’.
La vicenda è stata resa nota dall’associazione radicale ‘Certi Diritti’, che ha esposto l’accaduto al ministero degli Esteri. Motivazioni lapidarie che non lasciano scampo all’uomo, sposato da cinque anni dal 2008 con un compagno cileno e colpevole solamente di amare una persona del suo stesso sesso. Il professore, infatti, non ha mai molestato i suoi alunni né avuto atteggiamenti compromettenti o allusori con loro. A dichiararlo è la relazione di Certi Diritti, che ha confermato la condotta impeccabile del professore stabilendo che “non c’è stata nessuna violazione della legge eritrea e nessun comportamento scorretto in ambito scolastico o extrascolastico”.
Questo, contrariamente a quanto dichiarato dal governo eritreo a Marcello Fondi, ambasciatore italiano ad Asmara, che ha avviato delle trattative con le autorità locali riuscendo solo a fornire al docente una motivazione ufficiosa riguardo alla sua pericolosità e all’incompatibilità delle sue preferenze sessuali con l’insegnamento. Il docente di lettere è subito rientrato in Italia. La pratica è stata affidata all’UNAR (Ufficio nazionale Antidiscriminazioni), a cui Certi Diritti ha presentato un esposto. Sarà il Ministero degli Interni italiano a dover fornire delle risposte sull’accaduto “affinché si intervenga e si costringa il Ministero eritreo a chiarire la vicenda, fornendo le motivazioni ufficiali dell’espulsione”.
“L’indubbia gravità di quanto successo – dichiara Certi Diritti – è evidente tanto più che nessun comportamento censurabile è attribuibile all’insegnante italiano. L’Accordo Tecnico sullo status delle scuole italiane in Asmara e del loro personale del 21 settembre 2013, menziona l’orientamento sessuale come elemento per l’attribuzione di un incarico lavorativo presso la scuola italiana in Eritrea”. Nel 2013 sono ancora 70 i paesi in cui l’omosessualità rimane illegale. In Eritrea, in particolare, è punibile dai 3 ai 10 anni di prigione. L’articolo 600 dichiara che “chiunque esegua con un’altra persona dello stesso sesso un atto corrispondente all’atto sessuale, o ogni altro atto indecente, è punibile con il semplice imprigionamento”.