Essere cristiani è essere egoisti? (Mt, 25, 8-9)
Riflessioni di Federica Mandato del gruppo Ressa de Trento
“E le stolte dissero alle sagge: dateci del vostro olio, perchè le nostre lampade si spengono. Ma le sagge risposero: no, perchè non abbia a mancare anche a noi, andate piuttosto dai venditori a comprarne…” (Mt, 25, 8-9) e come sappiamo le stolte non fecero in tempo per l’arrivo dello sposo e le porte della sua casa si chiusero prima del loro arrivo. Che crudeli queste vergini sagge, non hanno voluto dividere il loro olio con le altre. Li per li vien da pensare che ci sia dell’egoismo in questo.
E’ un passo quasi ‘individualista’ questo di Matteo. Gesù cosa voleva comunicare? Che gli sciocchi se la devono cavare da soli? Che bisogna imparare la lezione dai propri errori? Che il paradiso è solo per gli ‘ubbidienti’ e gli ‘svegli’?
A me viene da pensare che la nostra parte spirituale, il nostro olio è così prezioso da non poter essere merce di scambio. Ognuno ha la sua strada per arrivare all’incontro con il trascendente e questa non può essere che personale, insondabile agli occhi altrui.
Inoltre, leggo in questo anche un limite. Come se Gesù mi dicesse: pensa a salvare te stesso, la mia chiamata è rivolta a te, a ognuno singolarmente, non perdere energie preziose là dove non vale la pena. Non ti affannare con chi non vuol sentire e non confonderti troppo le idee con chi non cerca di capire! La salvezza non è una cosa che abbiamo in mano noi, ma Dio solo. Io non ho il potere di salvare nessuno, per tutti gli sforzi che faccia, ed è bene che tenga in gran conto il mio tesoro spirituale ed anche emotivo.
Quanto ci affanniamo per ‘coinvolgere’ le persone, per far passare delle idee, anche come gruppi o come responsabili di vari settori. Siamo certi che tutti questi sforzi non rischino di diventare narcisismo o peggio ‘proselitismo’, piuttosto che proposta di umanizzazione? Me lo chiedo mentre sento sempre più un contesto socio-politico in crisi, lo leggiamo quotidianamente sui giornali, lo sentiamo per strada, lo vediamo sulle nostre buste paga. Crisi pare essere il termine del nostro tempo. Ma cosa conta veramente? Che cosa devo con tutte le forze preservare? E’ nella difficoltà che viene a galla l’angoscia più nera.
Immaginiamoci queste vergini che bussano disperate all’uscio appena chiuso dallo sposo arrivato e loro sono escluse, troppo stolte…o semplicemente troppo affannate a non conservare la loro parte più preziosa… Mentre la Chiesa di oggi si sperpera l’anima nel salvare la sua ‘immagine’ e la sua ‘dimensione’ numerica e materiale, Dio ci chiede ben altro. Dio ci chiede di essere orientati ad uno sforzo sensato, non inutile e vano.
Non temere di andare contro le convenzioni, anche contro l’apparenza del bene che spesso è solo mediocrità di soluzioni che scontentano tutti… Dio mi chiede di essere custode del mio olio. Alle stolte che bussano alla porta chiusa lo sposo risponde: non vi conosco!