Essere gay e cattolici. Quando il magistero non sa parlare della vita
Articolo tratto dal sito immigrer-contact (Canada) del 3 aprile 2005, liberamente tradotto da Marco Galvagno.
Il catechismo della chiesa cattolica è uno dei più liberi in materia di omosessualità, a differenza di alcuni settori del mondo protestante molto ostili. Viene affermato che si tratta di una condizione, che esiste già prima della nascita e quindi non è frutto dell’educazione ricevuta e quindi non si può cambiare l’orientamento sessuale delle persone (dunque non vi è nessuna terapia possibile) ed inoltre non è moralmente accettabile insultare gli omosessuali, odiarli ed escluderli per il semplice fatto che sono omosessuali.
In effetti per il pensiero cattolico ufficiale gli omosessuali sono un po come i sordi e ciechi: dei disabili. Non è colpa loro, ma la loro è una triste condizione. Da cui se ne derivano le conseguenze logica sono chiamati alla castità, infatti il pensiero cattolico ufficiale vieta i rapporti fuori dal matrimonio sia per gli omosessuali che per gli eterosessuali. Per il pensiero cattolico ufficiale che tu sia cieco o zoppo non devi vergognarti di te stesso quindi nemmeno gli omosessuali.
Nella preghiera, nel rapporto con Dio, nella vita spirituale, nessuna colpa, nessuna vergogna. Un cieco non ha colpa di essere nato cieco così come un gay non ha colpa di essere gay. Dio ti ama come un padre e una madre ancora di più degli eterosessuali, dato che preferisce i piccoli ed i poveri.
Detto questo molti cattolici nella pratica non sono d’accordo con la posizione ufficiale sull’omosessualità. Preferirebbero che fosse più vicina a quella dei conservatori americani, per i quali l’omosessualità è un peccato mortale, che merita l’inferno, Dio odia i gay , gli omosessuali devono cambiare vita, bisogna tenerli lontani dai bambini, perché potrebbero violentarli e farli diventare gay.
Da questo punto di vista possiamo ritenerci fortunati di essere cattolici e dobbiamo mantenere ferma la posizione ufficiale nei confronti dei cattolici retrogradi o male informati e ricordar loro ogni volta che l’omofobia è un peccato.
Ma dove vorrei che la chiesa si evolvesse è sulla questione del sesso al di fuori del matrimonio, argomento che interessa anche molti cattolici eterosessuali che vorrebbero che la chiesa tenesse più conto delle nuove scoperte della psicologia. Il fatto d’avere rapporti sessuali e d’impegnarsi in una relazione stabile non sempre van di pari passo.
Nella mie esperienza, conosco molti cattolici eterosessuali che hanno una vita sessuale attiva, anche prima del matrimonio o altri che non pensano proprio di sposarsi. Per poi non parlare della masturbazione. Che tu sia omosessuale o eterosessuale non fa differenza la scelta è semplice o credi che non vi debbano essere rapporti sessuali extra matrimoniali o pensi che la chiesa dovrebbe evolversi su questi argomenti..
Nel primo caso ogni relazione amorosa esclude qualsiasi rapporto fisico completo, nel secondo caso è qualcosa di diverso. Ciò non vuol dire, sia che tu sia gay che etero, che sia una cosa buona “fare sesso” senza riflettere, senza l’amore e il rispetto reciproco e senza le precauzioni necessarie.
Testo originale: Etre gay et catholique