Essere gay non è un peccato per l’arcivescovo di Mumbai
Articolo di Constance Moreau tratto dal sito cattolico La Vie (Francia) del 9 settembre 2013, liberamente tradotto da Domenico Afiero
“Essere omosessuale non è un peccato”. Lo conferma in una lettera indirizzata alla comunità LGBT dell’India, secondo un articolo dell’Hindoustan Times, l’arcivescovo (cattolico) di Mumbai. Il cardinale Oswald Gracias auspica che ,d’ora in poi, i preti della sua diocesi siano particolarmente attenti e misurati con le parole quando si evoca l’omosessualità durante l’omelia oppure si ha la parola in pubblico.
La lettera del cardinale Gracias del 31 agosto (2013) risponde ad una missiva dell’associazione LGBT “Queer Azaadi Mumbai”.
Alcuni cattolici di questa associazione hanno interpellato il loro vescovo perché sono rimasti basiti dalle affermazioni fatte dall’altare da un prete della diocesi, cioè che l’omosessualità è “un peccato grave” e che bisogna “contrastare il matrimonio delle coppie dello stesso sesso”.
Nella sua risposta, l’arcivescovo di Mumbai spiega che “in un certo modo, quello che dice il prete è corretto ma , d’altro canto, è inappropriato”. E continua: “La Chiesa non accetta il matrimonio gay, perché la Bibbia ci insegna che il matrimonio è l’unione tra un uomo e una donna. D’altra parte, è falso dire che ogni orientamento sessuale diverso da quello eterosessuale è un peccato”.
Il prelato aggiunge che la Chiesa cattolica “ama tutti, incluso le persone dall’orientamento sessuale non etero”. L’associazione LGBT si dice soddisfatta dalla risposta del cardinale con queste parole: “ Siamo riconoscenti alla Chiesa di dire in maniera chiara di non essere contro l’omosessualità”.
L’invito dell’arcivescovo indiano arriva un mese dopo a ciò che Papa Francesco afferma pubblicamente sull’omosessualità: “Se qualcuno è omosessuale e vuole servire il Signore, chi sono per giudicarlo?”.
Testo originale: Pour l’archevêque de Mumbai, être gay n’est “pas un péché”