Essere testimoni di una Chiesa inclusiva per i gay e le lesbiche
Testimonianza tratta da blogspirit.com, traduzione di Dino
Quale cristiano omosessuale non conosce Tony Anatrella, portavoce autorizzato della Chiesa Cattolica Romana per le questioni legate all’omosessualità e consigliere del Vaticano presso il Consiglio Pontificio per la famiglia?
Basandosi sulle sue referenze in campo psicanalitico, questo prete non smette di fustigare la “lobby omosessuale“, i PACS, il matrimonio omosessuale, e considera la normalizzazione dell’omosessualità come un pericolo per la società.
Di recente si è lasciato andare a discorsi apertamente omofobi in occasione di un commento sull’istruzione del Vaticano riguardo all’ammissione degli omosessuali al sacerdozio.
Nell’Osservatore Romano, quotidiano ufficiale del Vaticano, ecco cosa dichiara (fonte: Chrétien.info): “L’omosessualità appare come una incompletezza e un’ immaturità intrinseca della sessualità umana“. E a proposito dei preti omosessuali: “Essi hanno tendenza a rivolgere la loro funzione a fini narcisistici. Essi si trovano nella seduzione“, “relazioni spesso fusionali“, “ripiegamento su di un clan di persone dello stesso tipo“, “elezioni effettive esacerbate“, “posizione narcisistica di fronte ad una comunità che la perturba“, “rapporto con l’autorità fatto di seduzione e di rifiuto“, “esercizio di gestione manipolatoria delle idee e delle persone“.
Di fronte ad un tal esempio di non inclusività, Théo ed io abbiamo deciso di reagire quando abbiamo saputo che Anatrella il 16 dicembre (ndr 2005)avrebbe tenuto presso la chiesa di S. Severino a Parigi una conferenza sul tema “Quale posto per le persone omosessuali nella Chiesa?“, preludio ad una notte di preghiera.
Questo evento era stato organizzato dai Seminatori di Speranza. Malgrado la nostra indignazione di fronte alle recenti posizioni discriminatorie del Vaticano, e al sostegno che essa da ad Anatrella, noi non vogliamo rispondere alla violenza con la violenza.
Abbiamo dunque scelto di non creare scandali all’interno della chiesa, ma di distribuire un volantino all’entrata. Si tratta del bellissimo testo “Perchè noi no?” scritto dagli associati al gruppo Carrefur dei Cristiani Inclusivi. Noi vi abbiamo aggiunto l’indirizzo del blog del Carrefour de Chrétiens Inclusifs (CCI).
Ci eravamo dati appuntamento lì fin dalle ore 19. Evidentemente gli organizzatori temevano degli incidenti dato che c’erano agenti di sicurezza tutt’intorno. Loro ci hanno impedito di metterci davanti alla chiesa benchè noi fossimo all’esterno, sulla pubblica via! Il motivo accampato: disturbo all’ordine pubblico! Credevamo di sognare!
Ci siamo allora messi un poco defilati ma sufficientemente vicini per poter distribuire i nostri 170 volantini alle persone che si recavano alla conferenza.
E’ stata l’occasione per avere degli interessanti contatti. In tanti ci hanno sostenuti apertamente. Alcuni erano addirittura molto colpiti dal nostro gesto. Ma un “fondamentalista” ha appallottolato il volantino e l’ha gettato verso Théo! Un altro ci ha trattati da stupido.
Niente di grave dunque. Alla fine eravamo molto contenti di poter testimoniare che nella Chiesa esiste una voce inclusiva. E così abbiamo deciso di rinnovare questa operazione pacifista ogni volta che se ne presenti l’occasione.
Articolo originale: Etre les témoins d’une Eglise inclusive