Essere un animatore gay in una parrocchia cattolica attaccata dai cristiani integralisti
Articolo di Laurie Goodstein* pubblicato sul sito del quotidiano The New York Times (Stati Uniti) il 29 dicembre 2018, prima parte, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Quando Antonio Aaron Bianco è arrivato al lavoro nella sua parrocchia cattolica un lunedì mattina, è rimasto scosso nel vedere che qualcuno era penetrato nella sala riunioni (parrocchiale) e aveva scritto con una vernice spray gialla un messaggio sul muro: “Via i froci”.
Antonio è gay, lavora per la parrocchia di San Giovanni Evangelista di San Diego e quella incursione è soltanto l’ultimo di alcuni fatti terrificanti. Due settimane prima, qualcuno aveva cercato di incendiare il portone della chiesa prima della Messa mattutina; ancora prima, uno sconosciuto gli aveva tirato un pugno dopo la Messa. Per mesi aveva ricevuto telefonate anonime e lettere di questo tenore: “La Chiesa non accetta i sodomiti”.
La parrocchia si trova nel cuore del più grande quartiere gay di San Diego ed è una delle circa trecento parrocchie del Paese ad accogliere con discrezione le persone cattoliche omosessuali. Nonostante la Chiesa Cattolica proclami che le relazioni omosessuali sono peccaminose, settori sempre più grandi del mondo cattolico accolgono le persone apertamente omosessuali, compresi i sacerdoti.
Ma dopo la scorsa estate, con le nuove accuse di abusi sessuali che hanno sommerso la Chiesa, molti cattolici conservatori, tra cui vescovi e opinionisti, hanno immediatamente dato la colpa degli abusi all’omosessualità, dando inizio a una violenta campagna per espellere i sacerdoti e i laici gay dalla Chiesa.
Più di 1.700 persone (negli Stati Uniti) hanno firmato una petizione per chiedere all’arcivescovo di Atlanta “di rimuovere i sacerdoti che sostengono l’agenda LGBT” e di non sostenere più le parrocchie che accolgono le persone omosessuali. A Chicago un sacerdote ha bruciato una bandiera arcobaleno e ha guidato “una preghiera di esorcismo” con i suoi parrocchiani; un ritiro spirituale per sacerdoti gay nel Wisconsin è stato per la prima volta oggetto di una manifestazione di protesta; un convegno di vescovi a Baltimora è stato accolto da manifestanti cattolici che mostravano questo cartello: “I cardinali, i vescovi e i preti omosessuali DEVONO DIMETTERSI!”.
Mentre la Chiesa lotta per reagire allo scandalo abusi e viene messa sotto processo da molte parti, sacerdoti e laici gay, soprattutto quelli che lavorano per le istituzioni cattoliche, sono diventati capri espiatori, anche se gli esperti che hanno studiato la questione non hanno trovato collegamenti tra l’omosessualità e la propensione all’abuso. In gioco ci sono i sempre più intensi sforzi per accogliere le persone omosessuali nella Chiesa e il ruolo delle pressioni contrarie dei cattolici conservatori.
A San Diego la pressione è stata troppo alta e ha avuto serie conseguenze. Antonio Aaron Bianco, sposato con un uomo, da anni lavora per immettere nuova linfa nella sua parrocchia. Quando ha cominciato il suo lavoro, circa due anni e mezzo fa, c’era solamente una quarantina di persone alla Messa festiva, ci dice il parroco di allora, John P. Dolan, oggi vescovo ausiliario di San Diego. Molti dei parrocchiani erano anziani, non c’erano matrimoni, né battesimi, e nessuna classe di catechismo.
Lavorare per la parrocchia era sotto molti aspetti perfetto per Antonio, che ha studiato per sei anni in seminario a Roma, ma ha abbandonato la vocazione dopo che Giovanni Paolo II ha detto che gli omosessuali non dovrebbero essere ordinati, perciò ha assunto ruoli da laico: direttore del catechismo, insegnante nelle scuole cattoliche, amministratore parrocchiale. Ha lavorato per un breve periodo per Call to Action, un gruppo cattolico riformista, attorno a un progetto per aiutare chi è stato licenziato dalle scuole e dalle parrocchie cattoliche perché omosessuale. Alla parrocchia di San Giovanni Antonio è diventato assistente alla pastorale e ha ricevuto l’incarico di formare un ministero per le persone LGBT dal vescovo di San Diego, Robert W. McElroy.
Monsignor McElroy ha dichiarato in una recente intervista che quest’ultima iniziativa risponde alla visione di papa Francesco: ”Ciò che il Papa vuole da noi è costruire la relazione del singolo con Dio nell’amore, nella misericordia e nella compassione”. Papa Francesco è stato molto oscillante sulla questione omosessualità, a volte mostrando accettazione, altre volte criticando, ed è stato tirato per la giacchetta da ambo le parti.
Secondo monsignor McElroy il Papa sta guidando la Chiesa in una “via di mezzo” tra i progressisti da una parte, i quali vogliono che la Chiesa ”smantelli” la sua dottrina sull’omosessualità, e i conservatori dall’altra, per i quali l’opposizione all’omosessualità ”è la cartina al tornasole del vero cattolico”.
Per cinque mesi Antonio e l’allora parroco si sono incontrati con i parrocchiani per definire una strategia di crescita. Hanno stampato dei volantini e invitato i nuovi membri a formare un coro per la Messa. Sono arrivate delle famiglie giovani, molti etero e molti ispanici. “Poco a poco hanno cominciato ad arrivare persone LGBT, ma con cautela. Chi è più anziano di me è rimasto molto ferito [dalle discriminazioni dei decenni passati], ma ha voluto dare un’altra opportunità alla Chiesa, e ha sparso la voce tra gli amici” dice Richard Peterson, che guida il ministero LGBT della parrocchia.
Questi cambiamenti non sono stati ben accolti da alcuni dei parrocchiani di più lungo corso, in particolare da un gruppuscolo di tradizionalisti che dice il Rosario in chiesa tutti i giorni. In un articolo comparso sul sito conservatore Church Militant, due parrocchiani anonimi di San Giovanni, hanno accusato Antonio di impedire al gruppo del Rosario l’accesso in chiesa, cosa che egli nega di aver fatto.
Il sito web sostiene che Antonio, il vescovo di San Diego McElroy, padre Dolan e l’arcivescovo di Los Angeles José Gomez fanno tutti parte di una “camarilla omosessualista” che perseguita i cattolici tradizionalisti. Alcuni utenti che hanno commentato l’articolo hanno definito Antonio “pederasta”. Diversi parrocchiani notoriamente ostili ad Antonio e al ministero LGBT non hanno voluto essere intervistati.
Nell’estate del 2017, quando padre Dolan è stato nominato vescovo ausiliario e la parrocchia è rimasta in mano ad Antonio, le tensioni si sono acuite. È stato allora che Antonio ha cominciato a ricevere minacce telefoniche un giorno sì e un giorno no da numeri anonimi. Ha poi trovato bigliettini sotto il parabrezza e una volta gli hanno squarciato tutte le gomme dell’auto. Una telecamera di sicurezza ha inquadrato un uomo dai capelli scuri e poco altro.
“Continuano a dire che ho un programma [omosessualista], ma il mio unico programma è portare la gente a Cristo. So che può sembrare una posa, ma è per questo che ho cominciato il mio lavoro. Credo fermamente che tutti debbano essere accolti” ha dichiarato in un’intervista.
* Laurie Goodstein è una corrispondente nazionale per le tematiche religiose del New York Times. Lavora presso questo giornale dal 1997, dopo aver lavorato per Metro e per il Washington Post per otto anni. Laurie Goodstein è in cerca di storie che facciano capire come gli Americani vivono la loro fede in un’epoca di sempre maggiore diversità religiosa e di conflitti sui limiti delle espressioni religiose. Si è guadagnata molto rispetto nel suo campo, perché rifiuta di trattare le fedi e i gruppi religiosi come monoliti e perché descrive la grande varietà di voci e di discussioni all’interno dei vari gruppi: cattolici, ebrei, mormoni, musulmani, protestanti conservatori. Appare spesso in TV, in radio e su internet e tiene conferenze nelle università. È produttrice di un documentario, basato principalmente sui suoi articoli sul tema, che racconta di alcuni ragazzini sordi abusati sessualmente da sacerdoti cattolici, che hanno cercato per decenni di ottenere giustizia. Laurie Goodstein è cresciuta a Los Angeles e ha conseguito un master in giornalismo nel 1989. Vive col marito e i suoi due figli a New York.
Testo originale: He Was a Gay Man on Staff at a Catholic Parish. Then the Threats Began Coming In.