Cammini. Essere una donna trans in Uganda
Articolo di Lucie Mouillaud pubblicato sul sito del quotidiano Le Monde (Francia) il 19 ottobre 2021, liberamente tradotto da Carole Oulato
Cleopatra Kambugu è ormai diventata una cittadina a tutti gli effetti: a trentacinque anni è finalmente stata riconosciuta come donna sui documenti ufficiali. Una prima assoluta per una donna trans in Uganda, e “il compimento di un lungo viaggio di transizione, cominciato più di dieci anni fa”, si rallegra la militante.
In un Paese molto conservatore sulle questioni di morale, la storia di Cleopatra Kambugu fa scalpore: “Da alcuni giorni ricevo numerose chiamate di persone che vogliono seguire il suo cammino, e iniziare la procedura per ottenere i documenti” osserva Frank Mugisha, il direttore di Sexual Minorities Uganda (SMUG), una ONG che difende i diritti delle minoranze sessuali, il quale si augura che questa prima vittoria permetterà di intavolare nuove trattative con le autorità: “Dall’inizio dell’anno abbiamo registrato sei arresti ai danni di persone trans per usurpazione d’identità, perché il loro modo di vestire non corrispondeva al loro genere ufficiale”.
Senza documenti che attestino la loro transizione, l’accesso a numerosi servizi è spesso rifiutato alle persone trans ugandesi: “Viaggiare, votare, aprire un conto in banca… Tutte le procedure che richiedono la verifica dell’identità diventano complicate” si rammarica Frank Mugisha. Senza contare le numerose vessazioni quotidiane a cui sono esposte le persone associate alla comunità LGBT.
Una lista di duecento omosessuali
Essendo cresciuta in un quartiere privilegiato di Kampala, Cleopatra Kambugu afferma di essere stata relativamente risparmiata dalla transfobia: “Nelle scuole private, le violenze e i commenti offensivi erano limitati, però non vedevo nessuno intorno a me che mi assomigliasse”.
Alla fine del suo percorso scolastico milita nei movimenti trans, conciliando l’attivismo con gli studi di biologia e il lavoro di ricerca sull’insicurezza alimentare.
Ma nel 2013 in Uganda si aggravano le discriminazioni contro la comunità LGBT, quando la proposta di legge chiamata “anti-omosessualità” viene discussa in Parlamento.
Il disegno di legge criminalizzava i rapporti omosessuali, e li puniva, in una prima versione, con la pena di morte, trasformata poi in ergastolo. All’indomani dell’adozione ufficiale della legge, il tabloid Red Pepper pubblica una lista che rivela i nomi di duecento omosessuali ugandesi: tra loro, Cleopatra Kambugu.
“Non ho mai nascosto la mia identità trans, tuttavia oramai era su tutti i giornali. Non potevo ritornare all’università o al lavoro, e avevo paura di mettere la mia famiglia in pericolo”, ricorda la militante, che decide di accettare un lavoro a Nairobi per una fondazione che difende le minoranze sessuali in Africa orientale: “Abbiamo finanziato degli avvocati ugandesi che militavano contro la legge anti-omosessualità, e nell’agosto del 2014 la Corte Costituzionale ha finalmente abrogato la legge”.
“La mia storia non è quella di una vittima”
Incoraggiata da questa sentenza, Cleopatra Kambugu accetta di comparire in quello che diventerà The Pearl of Africa, il documentario realizzato da Jonny von Wallström, in cui Cleopatra svela la relazione che ha col suo partner, e le condizioni in cui è stata operata in Thailandia: “Le cronache sulle persone trans sono spesso incomplete, e fanno di noi delle vittime, ma io non mi vedo in questo modo. La mia storia non è quella di una vittima, tutto al contrario”.
Nel 2018 decide di tornare a vivere a Kampala per riavvicinarsi alla sua famiglia, pur sempre continuando a lavorare per la fondazione con sede a Nairobi. Le associazioni che difendono la comunità LGBT hanno ampiamente celebrato il riconoscimento ufficiale della femminilità di Cleopatra Kambugu, dopo le tensioni legate alla proposta di legge sulle offese sessuali, adottato dal Parlamento nel mese di maggio.
La proposta di legge, che per il momento il presidente Yoweri Museveni ha rifiutato di firmare, criminalizza nuovamente i rapporti tra persone dello stesso sesso e prevede di creare un registro di
delinquenti sessuali, in cui dovrebbero essere inclusi anche i condannati per omosessualità: “Con questo primo passo spero che si potrà finalmente rendere legge il diritto alla transizione” si permette di sognare Frank Mugisha, sottolineando la necessità di intavolare una nuova discussione con le autorità.
Ma la battaglia è ancora tutta da vincere: “Fino a quando l’ottenimento di una semplice carta d’identità farà notizia, ci sarà ancora un lungo cammino da percorrere” commenta Cleopatra.
Testo originale: En Ouganda, Cleopatra Kambugu devient la première femme transgenre reconnue par l’Etat