Essere una persona LGBT di colore è un dono
Riflessioni di Alexander Leon* pubblicate sul sito della Thomson Reuters Foundation** (Gran Bretagna) il 29 novembre 2019, liberamente tradotte da Fabiana Ceccarelli
Da gay e da uomo di razza mista, come molte altre persone LGBT di colore, ho spesso dovuto lottare per riuscire a sopravvivere in un mondo in cui razzismo e omofobia si manifestano in tutta la loro spregevolezza, talvolta anche simultaneamente.
Molte persone LGBT di colore provengono da comunità etniche che sposano valori tradizionali apertamente ostili verso le persone omosessuali. Si tratta di comunità spesso fondate su credenze culturali e religiose molto antiche.
La situazione peggiora quando molti di noi cercano conforto all’interno di una nuova comunità – o comunque tra altre lesbiche, bisessuali, transessuali o gay –, in quanto non ci sentiamo del tutto accettati nemmeno lì. Di fatto, oltre la metà di noi subisce discriminazioni razziali all’interno della stessa comunità LGBT, e questo avviene in diversi modi: mediante la creazione di annunci sui siti di incontri, in cui si specifica chiaramente “no neri, no asiatici”, fino a forme più complesse e gravi di razzismo, come il feticismo razziale.
Essere una persona LGBT di colore può significare oscillare di continuo tra le due comunità, sentendo di non appartenere mai veramente a nessuna delle due, cercando di rimanere forti e di non crollare, resistendo alle molteplici forme di discriminazione: la cosiddetta discriminazione “doppia” e quella “multipla”.
Quando le comunità a cui ti rivolgi per avere un sostegno reagiscono mostrando gli stessi pregiudizi che ti tocca già affrontare nel contesto più ampio della società, diventa davvero difficile essere benevoli con se stessi e perseguire il proprio equilibrio interiore.
Il risultato drammatico di queste premesse è che le persone LGBT di colore corrono di fatto un rischio più alto rispetto agli altri di maturare disagi e conseguenti disturbi mentali. Questo trova riscontro nelle statistiche; ad esempio, un rapporto di Stonewall ha rivelato che le persone LGBT di colore rischiano appunto di sviluppare disturbi mentali in maniera maggiore rispetto ai loro coetanei bianchi, con un 22% di persone che hanno manifestato un disturbo alimentare nell’ultimo anno, e l’8% che ha tentato il suicidio.
Di recente ho parlato con Simon Blake, amministratore delegato della MHFA – Mental Health First Aid (Prime Cure per la Salute Mentale) in Inghilterra, per il nuovo podcast sulla salute mentale Just About Coping (Alcune strategie di adattamento), che tratta alcuni di questi temi.
Abbiamo riflettuto sugli effetti che questa “doppia discriminazione” ha sulla salute psichica delle persone, ed ho voluto dare alcuni consigli che possono essere utili per la cura della propria serenità interiore. Dobbiamo riconoscere che ci sono stati cambiamenti significativi e positivi nel modo in cui le persone LGBT, le persone di colore e quelle con disagi mentali sono viste dalla società, ma siamo anche consapevoli che parlare a qualcuno della nostra inquietudine o di un nostro stato di prostrazione è qualcosa che ci fa sentire vulnerabili e che richiede un enorme coraggio.
Nonostante per molti anni io abbia cercato di tenere lontano il problema, e abbia negato l’esistenza del mio malessere psicologico, ho scoperto però che poi è nella lotta che porti avanti che trovi la tua forza. Mi sono imposto un atteggiamento di sfida nell’accettazione del mio stato, e con la stessa modalità ho imparato ad accettare la mia sessualità. Più parlavo delle battaglie portate avanti per il mio benessere interiore, più altre persone delle comunità trovavano il coraggio di condividere le loro, e più mi rendevo conto che la morsa della stigmatizzazione cominciava ad allentarsi.
Nella cura della mia serenità interiore è sempre stato fondamentale creare una solida rete di amici pronti a offrirmi supporto. Creare e mantenere delle relazioni importanti con persone capaci di accettarci per quello che siamo – indipendentemente dal colore della pelle, dall’accento, dalla propria sessualità o identità di genere – ci aiuta ad essere più sinceri con noi stessi, a capire meglio i nostri desideri e le nostre esigenze e a creare una nuova “famiglia”.
Negli ultimi anni ho capito anche l’importanza della gentilezza, di essere gentili sia con se stessi che con gli altri.
Se ripenso alla mia adolescenza riconosco che all’epoca avevo interiorizzato molti dei messaggi negativi che circolavano sulla mia etnia e la mia sessualità, sviluppando così un atteggiamento eccessivamente autocritico. Attraverso le terapie e la pratica dell’auto-compassione, ho imparato a diventare più clemente sia verso me stesso che verso gli altri.
Essere una persona LGBT di colore è un dono
Vivere la vita dalla nostra prospettiva è una cosa unica e meravigliosa, e senza dubbio il resto del mondo sta cominciando, anche se lentamente, a restituirci il nostro fulgore. Ma sino ad allora dobbiamo cercare di risplendere per quelle persone della nostra comunità che stanno ancora lottando per arrivare a capire che, qualsiasi cosa tu sia – di carnagione scura e gay, nero e trans, asiatico e bisessuale – sei una persona degna d’amore.
* Alexander Leon fa parte della comunità LGBT, è un attivista impegnato contro il razzismo e nella tutela della salute mentale delle persone. Lavora per The Kaleidoscope Trust, un’organizzazione umanitaria internazionale LGBT di beneficienza.
** La Thomson Reuters Foundation, la fondazione di beneficenza del colosso dell’informazione Thomson Reuters, si occupa di notizie in campo umanitario, dei diritti delle donne e dei diritti LGBT+, di racket della schiavitù, diritti di proprietà e cambiamenti climatici. http://news.trust.org
Testo originale: OPINION: Being an LGBT+ person of colour is a gift