Eucaristia per tutti: nuove ipotesi teologiche per le coppie “irregolari”
In un recente articolo pubblicato su Rassegna di Teologia (65\2024 pp. 181-205) il filosofo Damiano Migliorini avanza una tesi poco esplorata teologicamente nella Tradizione della Chiesa: l’Eucarestia non può essere negata a un battezzato. Una tesi controcorrente, ma importante per promuovere una vera inclusione nella Chiesa.
Secondo l’autore, infatti, riconsiderando e valorizzando la polivalenza di significati dell’Eucaristia presenti nella Tradizione (sacramento di guarigione, di nutrimento e di perfezione), non ci sono ragioni biblico-teologiche per negare a una persona battezzata, in qualsiasi situazione irregolare ella si trovi, l’accesso alla comunione eucaristica nella celebrazione liturgica.
Alla luce della teologia della misericordia e dell’agire di Gesù, tale aggiornamento dottrinale permette di risolvere in modo più armonico e inclusivo alcune questioni pastorali rimaste aperte in Amoris Laetitia, salvaguardando al contempo la ragione sistematica del sacramento in rapporto alla penitenza. Questo riguarda anche e soprattutto le coppie omosessuali e per questo riteniamo che tale proposta teologica meriti di essere conosciuta.
Alcuni estratti dall’articolo:
“L’Eucaristia è fonte di comunione con Dio e di conversione morale («La comunione con il tuo Corpo […] sia rimedio e difesa dell’anima», afferma sottovoce il sacerdote seguendo il Messale), ma non la esige come condizione previa. Gesù sceglie di non chiudere mai le porte al peccatore, proprio come non le chiude alla sua Sposa, fedele ma sempre bisognosa di purificazione e rinnovamento (Gaudium et spes 43). La richiesta del peccatore di comunicarsi, potrebbe già essere il segno di una chiamata, di una scelta di Gesù che in quell’attimo deve «fermarsi a casa sua» (Lc 19,5), pegno di un pentimento e di una conversione in corso, che darà forse i suoi frutti durante il banchetto (Lc 19,8).”
“Proprio in questo modo di guardare al peccatore, Gesù ha rotto ogni schema religioso e retributivo umano. Del resto, non sembra possibile costituire una Chiesa chiamando a sé i peccatori escludendoli dal momento più significativo d’incontro con Dio, l’unico in grado di dare la forza per il riscatto. In tale prospettiva, la comunione manifestata nell’Eucaristia è una comunione di fede e di scelta di una difficile e mai compiuta sequela (cf Eb 12,2 e 1Gv 4,15), una comunione visibile nel credere alla dottrina degli Apostoli, nei Sacramenti e nell’ordine gerarchico (Ecclesia de Eucharistia 35). È sacramento di perfezione su questo aspetto di fede, non riguardo al comportamento morale.”
“Nell’accoglienza del peggior peccatore nell’evento culmine della vita spirituale della comunità (l’Eucaristia), la Chiesa può dimostrare la sua vocazione alla comunione «con tutto il genere umano» e farsi «segno e strumento» dell’intima unione con Dio (Lumen Gentium 1). Ammettere al sacramento anche gli irregolari, dunque, non è contraddire l’amore tra Cristo e la Chiesa, bensì palesarlo, come amore di Cristo per le membra più deboli della sua Chiesa. Bisogna ricordare, infatti, che la liturgia è culmine anche dell’agire di ogni comunità cristiana, non solo del singolo credente”.
* Damiano Migliorini è Cultore della materia (Filosofia della religione) all’ISSR “Italo Mancini” dell’Università di Urbino. Di recente ha conseguito l’abilitazione scientifica nazionale per l’insegnamento di Filosofia Teoretica. Ha pubblicato molti articoli in riviste italiane e internazionali, tra cui “Lgbt Catholics: a paradigmatic case of intra-confessional pluralism”; e vari libri, tra cui “L’amore omosessuale. Saggi di psicoanalisi, teologia e pastorale” e “Gender, Filosofie, Teologie. La complessità contro ogni ideologia”.
LINK all’articolo: https://www.rassegnaditeologia.it/abs/abs224c.pdf
LINK alla pagina dell’autore: https://damianomigliorini.wordpress.com/