EuroGames. Quando lo sport celebra la diversità
Da poco più di un mese si sono chiuse le Olimpiadi di Parigi 2024 e, sempre quest’anno, un’altra città europea ha ospitato una kermesse sportiva internazionale: si tratta di Vienna, palcoscenico degli EuroGames 2024, manifestazione dedicata agli atleti LGBT.
Ormai archiviate le futili polemiche scaturite dall’edizione svoltasi nella città francese, questa lascia ora il posto alla patria di Freud. Ne parliamo con Erika Patrikainen responsabile dell’EGLSF (European Gay & Lesbian Sport Federation) che ha organizzato l’evento.
Cosa sono gli EuroGames e da quanto tempo si giocano?
La risposta ufficiale è questa: EuroGames sono il primo evento premier multi-sportivo in Europa che celebra la diversità delle caratteristiche e degli orientamenti sessuali e dell’identità di genere. Sono iniziati nel 1992, e hanno come obiettivo principale quello di fornire uno spazio sicuro per chi fa sport. EuroGames sono pensati per gli atleti LGBTIQ+ (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, intersex, queer), ma sono aperti a tutti a prescindere dall’orientamento sessuale, dall’identità di genere, dall’età e dal livello di preparazione.
Innanzitutto l’ispirazione di organizzare gli EuroGames arriva dalle persone che sono andati negli USA per prendere parte ai Gay Games, una manifestazione sportiva e culturale globale che si tiene ogni quattro anni. Allo stesso modo gli EuroGames non si occupano solo di sport, ma sono più un’esperienza sociale, con un programma collaterale che comprende feste, spettacoli teatrali, conferenze e momenti per accostarsi alla pratica sportiva.
Praticamente ogni anno molti dei nostri membri lavorano insieme come volontari per organizzare gli EuroGames, e dà sempre molte soddisfazioni vedere i risultati e il grande impatto che i giochi hanno sulla gente.
Come si sono evoluti nel tempo?
I primi giochi si sono tenuti all’Aia, dove c’erano circa 300 persone. Quest’anno è stata Vienna ad ospitare gli EuroGames, con 4000 persone, e 31 differenti discipline sportive: ovviamente siamo cresciuti, ma ogni anno ci impegniamo per diversificarli sempre di più.
Quest’anno circa 1/3 dei partecipanti non si identificavano come “maschi”, l’età andava dai 18 agli 80+ e venivano da più di 45 Paesi. In questo momento stiamo cercando di organizzare gli EuroGames in una città dell’Europa dell’est, e di raccogliere dati sulle esperienze sportive delle donne LBTIQ+, e cosa ne ostacola la partecipazione. Il link del sondaggio è qui.
Perché è necessario creare eventi e gruppi sportivi per la comunità LGBT?
Le persone LGBTIQ+ hanno ancora bisogno di spazi sicuri per praticare sport senza nascondersi. Per molti, gli EuroGames sono uno spazio in cui praticare sport nel gruppo (genere) al quale sentono di appartenere – cosa che magari non si può fare nelle squadre e nelle competizioni “tradizionali”. E’ anche un’importante piattaforma per riunire gli attivisti LGBTIQ+, che si battono per un mondo dello sport più sicuro ed inclusivo.
Ma sono etero-friendly?
Certo assolutamente, come ho già accennato prima. Tutti, a partire dai 18 anni, sono i benvenuti. Per partecipare non bisogna nemmeno appartenere a qualche società sportiva, o essere degli esperti. Ho la sensazione che il numero dei partecipanti etero stia aumentando ogni anno, ad esempio nelle squadre o nei grandi eventi podistici – parte integrante degli EuroGames
Ci parli dell’EGLSF?
Oltre agli EuroGames, l’European Gay and Lesbian Sport Federation sostiene e mantiene in contatto tra loro i suoi membri che sono soprattutto club europei LGBTIQ+ che, in una determinata città, offrono uno, o comunque pochi sport, ma che tutte insieme rappresentano, nel vecchio continente, circa 40000 persone.
Operiamo in sinergia con, ad esempio, ENGSO ed EPAS. Vogliamo assicurarci che, quando si approntano politiche europee, le voci degli atleti LGBTIQ+ siano ascoltate, che non sia più tollerata la discriminazione e che le informazioni sulle persone LGBTIQ+ che praticano sport siano raccolte in modo corretto ed usate per aiutarci. Ora come ora abbiamo un gruppo composto da sette volontari e due membri dello staff. Se siete interessati a saperne di più, potete visitare il nostro sito: eglsf.info.
Ringraziamo Erika e tutti quelli che hanno reso, e rendono, possibili esperienze come quella degli EuroGames perché l’omotransfobia si deve combattere con ogni mezzo a nostra disposizione – sport compreso.