Famiglie a colori. Il cammino di Famiglie Arcobaleno per una società più inclusiva per tutti
Dialogo di Katya Parente con Monia Marcacci, referente toscana di Famiglie Arcobaleno
Domani alle 17,30 ci sarà l’incontro online “Famiglie a colori. L’amore fa una famiglia”. Tra le testimonianze ci sarà anche quella di Monia Marcacci, referente toscana di Famiglie Arcobaleno (associazione di genitori omosessuali) che ci ha concesso qualche minuto del suo tempo per una breve chiacchierata.
Famiglie Arcobaleno è un’associazione di famiglie omosessuali. Come venite percepite, a livello sociale?
Come una famiglia! Con, ovviamente, diverse esperienze a seconda di dove viviamo, l’Italia è stretta e lunga, come si suol dire, e sicuramente un contesto metropolitano è diverso da uno rurale. In generale posso dire che la “gente” è mediamente più avanti del legislatore, e quindi le esperienze positive sono molte di più di quelle negative. Ma c’è anche molta ignoranza sulla nostra realtà, quindi moltissime persone non sanno che stiamo ancora lottando per i nostri diritti di cittadini e cittadine e per i nostri figli, spesso pensano che con le unioni civili si siano anche regolarizzate automaticamente tutte le famiglie omogenitoriali con figli.
Cosa fa, concretamente, la vostra associazione?
Si muove sostanzialmente in due direzioni: una interna, a servizio delle famiglie, creando quindi una rete, degli eventi, fornendo servizi e contatti tra i soci e offrendo strumenti culturali utili alla scelta dei loro figli, ed una esterna, volta a ripensare il tema della famiglia e promuovere intorno ad esso un cambiamento culturale, sociale e politico, anche in rete con altre associazioni e partecipando ad iniziative comuni.
Si dice che, in una coppia omosessuale, i bambini vadano incontro a un sacco di problemi…
Chi lo dice? In realtà, gli studi scientifici dicono esattamente il contrario, e per studi scientifici intendo ricerche validate in ambito accademico. Ormai l’argomento è stato studiato, ed è provato che non ci siano particolari difficoltà per i figli delle famiglie omogenitoriali, anzi, l’unico “problema” che questi bambini e ragazzi hanno è l’omofobia diffusa nei contesti che si trovano a vivere e, ovviamente per una serie di Paesi tra cui il nostro, il grande vuoto legislativo che nega loro alcune tutele legali. I figli nati in famiglie omogenitoriali non “diventano” omosessuali, non hanno turbe di alcun tipo, sono bambini sereni ed amati perché voluti fortissimamente, e questa è la base di una crescita serena.
In alcuni casi i diritti genitoriali dei due partner viene riconosciuta. Credete che questo escamotage possa diventare prassi, bypassando una legge assolutamente inadeguata?
Se il riferimento è alle trascrizioni dei due genitori sugli atti di nascita dei figli, che alcuni, troppo pochi in verità, sindaci stanno facendo, ebbene questa non è una “furberia” per aggirare una legge, ma un atto che mira a mettere una pezza ad una legge che non c’è. È un semplice atto amministrativo, che cambia in meglio la vita di una famiglia, che rende reale e riconosciuta questa famiglia anche di fronte alle istituzioni cittadine; è pochissimo in confronto a quello che dovrebbe essere, cioè al pieno riconoscimento con una legge nazionale, ma è tantissimo rispetto ad un buco legislativo che non ci prevede.
Pensate che facendo pressione potrete cambiare qualcosa a livello legislativo?
Facendo pressione possiamo aiutare un cambiamento, un’evoluzione della società per un Paese più accogliente, aperto ed inclusivo, per tutti, perché tutti i cittadini abbiano davvero gli stessi diritti, cosa che è oggi drammaticamente non vera per noi. La Legge sulle unioni civili, la Legge contro l’omotransfobia e la misoginia, che speriamo sia approvata a breve, sono dei grandi passi in avanti, e sicuramente migliorano la vita anche delle famiglie arcobaleno, ma soltanto con un pieno riconoscimento, con una Legge nazionale che finalmente prenda in considerazione anche noi ed i nostri figli, ci potremo dire soddisfatti.
Perché avete aderito a questo evento?
Perché quando c’è la possibilità di un confronto genuino e corretto, Famiglie Arcobaleno c’è, e le famiglie arcobaleno ci mettono la faccia, perché esistiamo, perché lottiamo assieme a tutte quelle realtà che vogliono una società più giusta, più inclusiva ed accogliente verso tutte le persone.
E questa società sarà possibile quando tutti se ne sentiranno parte. Senza discriminazioni.