Fare rete e formazione. I frutti del Servizio LGBT della Città di Torino
Dialogo di Katya Parente con Cinzia Melis del Servizio LGBT della Città di Torino
Sicuramente, in questi ultimi anni, sono stati fatti passi in avanti per quel che riguarda i diritti delle persone queer – primo tra tutti l’approvazione delle unioni civili. Tuttavia, purtroppo, si è ben lungi da una sostanziale parità e, con l’attuale governo, il dibattito si è alquanto arenato.
Per ovviare a questo stato di cose, alcune città hanno intrapreso strade ben precise, con il beneplacito delle istituzioni locali. Tra queste emerge Torino che, con il suo Servizio LGBT, cerca di venire incontro alle persone non eterosessuali. Per parlarci di questa iniziativa è con noi Cinzia Melis, Funzionaria in Posizione Organizzativa del Servizio LGBT.
Cos’è il Servizio LGBT e quali finalità si propone?
Il Servizio LGBT è il primo esempio italiano di un Servizio operante su tematiche LGBT inserito all’interno di una Pubblica Amministrazione e l’unico che, con questa specificità, si occupa anche di pari opportunità, cultura ed educazione.
Nel febbraio del 2001 la Città di Torino, accogliendo la proposta delle Associazioni del Coordinamento delle persone Gay Lesbiche Transessuali di Torino, istituisce il Servizio LGBT, un servizio dedicato, collocato nell’Area Giovani e Pari Opportunità, per portare le tematiche LGBT all’interno dell’Amministrazione. Si costituisce un Gruppo permanente di Pilotaggio, per lavorare in modo strutturale con tutti i servizi della Città e mantenere la continuità della responsabilità pubblica rispetto alle tematiche LGBT.
Due sono i capisaldi del Servizio LGBT: il lavoro di rete e la formazione. La rete interna all’Amministrazione è costituita, oltre che dal Gruppo di Pilotaggio, dai e dalle Referenti sulle tematiche LGBT delle Circoscrizioni amministrative, per promuovere iniziative di sensibilizzazione su tutto il territorio cittadino. Il Servizio collabora con diverse realtà locali esterne all’Amministrazione comunale: la Città Metropolitana di Torino, la Regione Piemonte e il Centro Regionale contro le discriminazioni, il Coordinamento Torino Pride GLBT, ed altre associazioni.
Altro caposaldo delle attività del Servizio LGBT è la formazione al personale. Si rivolge al personale della Città, delle Pubbliche Amministrazioni, ma anche al mondo della scuola, della sanità e del terzo settore. È svolta da personale del Servizio, in collaborazione con le Associazioni. Altre attività del Servizio sono: campagne di informazione; attività educative con le scuole; iniziative per l’inclusione sociale e lavorativa delle persone transgender; informazione e prevenzione sanitaria; collaborazione a progetti europei.
Il Servizio LGBT, inoltre, in collaborazione con le associazioni LGBT del territorio, organizza eventi e iniziative per celebrare le giornate simbolo LGBT (17 maggio e 20 novembre), a cui la Città di Torino aderisce.
Cos’è la rete RE.A.DY?
Nel 2006 la città di Torino ha promosso, insieme al Comune di Roma, la nascita della RE.A.DY, Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. La RE.A.DY, che oggi conta più di 280 partner, promuove politiche di inclusione sociale delle persone LGBT e diffonde buone prassi sul territorio nazionale. La Città di Torino è Segreteria Nazionale della RE.A.DY fin dalla sua istituzione.
A partire dal 2018 la RE.A.DY organizza, in occasione del 17 maggio, un’iniziativa congiunta tra i partner su un tema e uno strumento votato a maggioranza nell’Incontro Annuale della rete. Lo scorso anno l’iniziativa congiunta è stata una campagna di comunicazione sul contrasto ai discorsi e alle comunicazioni di odio. Tutti gli Enti hanno utilizzato lo stesso claim: Blocca l’odio, condividi il rispetto declinando graficamente la campagna in autonomia o utilizzando una grafica messa a disposizione da un altro Ente Partner.
Com’è cambiata, nel corso degli anni, la vita delle persone queer e la percezione del mondo LGBT da parte delle persone eterosessuali?
Al momento della sua costituzione, il Servizio LGBT ha promosso una ricerca sulle condizioni di vita delle persone omosessuali e transessuali a Torino e sulla percezione sociale che di esse ha la cittadinanza. I risultati della ricerca sono raccolti nel volume “Diversi da chi? Gay, lesbiche, transessuali in un’area metropolitana”, a cura di Chiara Saraceno, Guerini, 2003.
Non è più stata realizzata una ricerca di questo tipo, ed è dunque difficile rispondere a questa domanda in modo analitico e oggettivo. Tuttavia, dal punto di osservazione del Servizio LGBT si può dire che sono cambiate molte cose in questi vent’anni: se la visibilità delle persone LGBT è vissuta oggi da più persone in modo meno drammatico, perché la cittadinanza è più consapevole della realtà LGBT, sono emersi specifici bisogni: quelli delle persone LGBT richiedenti asilo; dell’affermazione dell’identità di genere non binaria da parte delle persone più giovani; del mancato riconoscimento anagrafico deə figlə delle coppie omogenitoriali.
Sembra che Torino sia una specie di “oasi felice” per gli omosessuali. È vero? Perché?
L’esistenza di un impegno istituzionale costante attraverso l’azione di un servizio dedicato alle tematiche LGBT in collaborazione con l’associazionismo ha certamente contribuito a creare a Torino un clima diffuso di accoglienza delle persone LGBT. E’ difficile tuttavia parlare in generale di ‘oasi felice’. Le problematiche legate all’identità sessuale delle persone si intersecano con quelle legate allo status economico, alla provenienza geografica, alle diverse abilità delle persone. A Torino, come in tutta Italia, essere una persona gay benestante è diverso rispetto ad essere una persona trans richiedente asilo. Il lavoro del Servizio LGBT e di tutti i servizi della città ha lo scopo di ridurre per quanto possibile queste diseguaglianze evitando in particolare che la differenza di identità sessuale delle persone sia un ulteriore fattore di discriminazione.
Qual è il bilancio di questo ventennio di attività?
Il bilancio è sicuramente positivo. Per rispondere ai nuovi bisogni delle persone LGBT e continuare a sensibilizzare settori sempre più ampi della cittadinanza il lavoro da fare resta ancora molto.
Chi volesse contattare il Progetto LGBT, può farlo recandosi direttamente in sede, in via Corte d’Appello, 16 o telefonando allo 011 24042/24040. Sono attive anche due pagine social: www.comune.torino.it/politichedigenere/lgbt e facebook.com/ServizioLGBT