Fede, coraggio e uguaglianza: i cristiani e il matrimonio omosessuale
Testimonianza* di Daniel Jones, membro della Chiesa Evangelica Metodista Argentina, tratta da El Estandarte Evangélico (Argentina), 13 marzo 2012, liberamente tradotta da Dino
Credere con fervore in Dio e con lo stesso entusiasmo appoggiare la legge a favore del matrimonio tra persone dello stesso sesso per molti evangelici e cattolici sembrava una contraddizione.
E inoltre l’onere della prova veniva ribaltato: si doveva spiegare perché, pur essendo cristiani, appoggiavamo questa richiesta politica.
Qui c’era il primo errore: noi che seguiamo un Dio di amore, il cui principale comandamento è quello di amarlo e di amare il nostro prossimo come noi stessi, non dobbiamo giustificare perché siamo favorevoli a leggi che rimediano ad ingiustizie e riparano a danni provocati alle persone più indifese.
E’ evidente: gay e lesbiche, vittime dell’odio e della discriminazione giuridicamente istituzionalizzata, sono il nostro prossimo, per questo li amiamo e combattiamo affinché possano avere una vita piena, cosa che comprende l’uguaglianza di diritti. E non lo facciamo nonostante siamo cristiani e cristiane, ma proprio grazie a questo fatto.
Per questo, di fronte all’approvazione della legge di matrimonio civile per coppie dello stesso sesso all’alba del 15 luglio 2010, ringrazio e sono felice per la fedeltà al messaggio integrale di Dio da parte dei capi e dei credenti luterani, riformati, metodisti, valdesi, mennoniti, evangelici del Rio de la Plata (tra le confessioni protestanti) e dei cattolici inquadrati nella teologia della liberazione.
Essi, insieme ad ebrei riformati e a religiose di matrice africanista, hanno dato un deciso appoggio a questa riforma della legge per l’uguaglianza di tutte le persone e di tutte le famiglie (che si è espressa, ad esempio, nella conferenza stampa tenutasi il 16 giugno nella chiesa Metodista di Flores, insieme alla Federazione Argentina LGBT).
Il loro impegno con il messaggio di Cristo ha dato loro la chiarezza e il coraggio necessari per affrontare il dissenso e la potenziale messa in discussione da parte di dirigenti di altri settori evangelici e della gerarchia cattolica (che ha messo in atto la sua crociata disciplinare con un imminente giudizio canonico al sacerdote cattolico Nicolas Alessio, che aveva pubblicamente dissentito con la posizione della gerarchia).
Ringraziamo coloro che hanno riconosciuto i propri pregiudizi riguardo all’omosessualità ed hanno avuto l’umiltà di ascoltare ed istruirsi, la prudenza di riflettere e il coraggio di avvicinarsi a posizioni più inclusive, conformi al messaggio d’amore di Gesù.
Così hanno fatto alcuni vescovi e capi di Chiese come la Chiesa Evangelica Metodista Argentina, la Chiesa Evangelica Luterana Unita e la Chiesa Evangelica del Rio de la Plata, e pastori e laici valdesi, riformati, luterani della Danimarca, discepoli di Cristo, mennoniti, tra gli evangelici.
Grazie a coloro che, di fronte alle posizioni e ai richiami pieni di odio delle gerarchie ecclesiali, hanno fatto conoscere posizioni alternative nell’ambiente cattolico e in quello pentecostale.
Non hanno ceduto alla tentazione del silenzio complice nè alle pressioni ad aderire a linee d’azione discriminatorie e violente nelle loro direttive.
Anche se nelle nostre comunità di fede rimane ancora molto da fare, con la legge di matrimonio egualitario l’Argentina è adesso un paese più giusto e democratico per tutte e tutti.
E come credenti cristiani, in molti siamo stati protagonisti di questo promettente cambiamento.
* Daniel Jones, Membro della Chiesa Evangelica Metodista Argentina, condivide la sua testimonianza a partire dall’approvazione della legge di Matrimonio Egualitario in Argentina.
Testo originale: Fe, valentía e igualdad: los cristianos y el matrimonio entre personas del mismo sexo