Articolo di Savi Hensman tratto da
Ekklesia del 18 maggio 2009, liberamente tradotto da
Tommaso“Le persone che intralciano il cammino verso uguali diritti per tutti, hanno strumentalizzato il messaggio della religione”, ha ammonito Peter Purton del Trades Union Congress (Congresso dei Sindacati dei Lavoratori). Con queste parole ha aperto una conferenza su fede, omofobia, transfobia e diritti umani, tenutosi sabato 16 maggio all’Institute of Education (Istituto di Cultura) a Londra.
Delegati di diverse organizzazioni appartenenti ad aree differenti del Paese – inclusi sindacati, gruppi educativi e di fede – si sono riuniti per conoscere i progressi nella lotta per l’uguaglianza dei diritti e per progettare le mosse successive.
Il congresso è stato organizzato dall’Interfaith Alliance UK (Alleanza Interconfessionale britannica), dal Lesbian and Gay Christian Movement (LGCM) (Movimento Cristiano Gay e Lesbico) e dal TUC LGBT Committee (Comitato LGBT TUC), con l’appoggio di circa altre trenta organizzazioni.
Vi sono state forti prese di posizione da parte degli ospiti intervenuti e dei partecipanti, insieme a dibattiti accesi e a momenti di calma, quando ai presenti è stata ricordata la difficile situazione delle lesbiche e degli omosessuali in Irak e si è ricevuta la notizia da Mosca riguardante la revoca dell’evento del Pride.
Perfino in Gran Bretagna sono a volte trapelati atteggiamenti di odio verso le persone lesbiche, gay, bisessuali e transessuali (LGBT), sulle gradinate degli stadi ma anche in ambienti ritenuti religiosi, come ha descritto il sacerdote di parrocchia e giornalista Giles Fraser.
Il ministro del governo Maria Eagle, che sta contribuendo a promuovere al Parlamento inglese un Equality Bill (Progetto di legge sull’uguaglianza) che rafforzerà la tutela della gente a rischio di vari generi di discriminazione, ha precisato che i valori dell’uguaglianza e della giustizia sociale sono stati sostenuti da molti, sia appartenenti alle comunità di fede sia laici.
Vi è stato molto dibattito sulle circostanze in cui le istituzioni religiose possano in qualche caso adottare un atteggiamento che non rispecchi la piena uguaglianza. Si è precisato al congresso che tali circostanze devono essere rigorosamente limitate: una chiesa non sarà costretta, per esempio, ad ordinare donne preti, ma non può sostenere che tutte le sue decisioni non siano soggette alla legislazione anti-discriminazione.
I membri dei gruppi di fede rivestono un ruolo importante affinché nelle proprie comunità ci si ponga la questione di una maggior accettazione delle persone LGBT, ma nel frattempo lo Stato ha il dovere di proteggere i cittadini da un trattamento non equo.
Vi sono stati parecchi gruppi di lavoro riguardanti una vasta gamma di argomenti ampiamente esaminati, un autografo sul suo libro da parte del romanziere Michael Arditti, il cui ultimo romanzo esplora il mondo dell’estremismo religioso, e una sessione plenaria nel pomeriggio.
Seminari tenuti da teologi cristiani e musulmani – Marilyn McCord Adams dell’Università di Oxford ed Amanullah De Sondy dell’Università di Glasgow e del College Ithaca di New York – hanno offerto stimolanti riflessioni sul perché queste religioni siano state travisate in modo tale da minare pesantemente il rispetto per la differenza.
Trevor Phillips, Chair (Presidente) della Equality and Human Rights Commission (Commissione per l’Uguaglianza e i Diritti Umani) ha parlato apertamente del costo umano dovuto all’emarginazione e ha ammesso che le persone LGBT hanno avvertito in passato che le loro questioni non sono state prese sufficientemente sul serio. Egli ha espresso il suo impegno e quello della Commissione per lottare per i diritti per tutti.
I partecipanti hanno sottolineato che i bambini sono spesso crudelmente vittime di bullismo a causa di omofobia e di transfobia e che le scuole devono fare di più per proteggerli. Si è anche ribadita la necessità di educare i giovani in modo da promuovere il rispetto per le diversità e per i diritti dell’uomo.
Al congresso sono emersi chiaramente tali elementi: il costo umano causato dall’ingiustizia, la necessità di sviluppare larghe intese per combatterla e l’efficacia di diversi metodi, dall’affrontare la discriminazione presente nelle leggi alla creazione di spazi di discussione e di scambi culturali.
Le discussioni alla conferenza hanno suggerito che sebbene vi sia stato un avanzamento negli ultimi anni verso una maggior accettazione delle persone LGBT e delle loro famiglie, vi è ancora strada da fare e che le comunità di fede rivestono un ruolo cruciale a tal proposito.
Nel frattempo, in Scozia, la Kirk’s General Assembly (Assemblea Generale di Kirk) si incontra dal 21 al 27 maggio ed è stata invitata a decidere sulla nomina del ministro apertamente gay Rev. Scott Rennie (http://www.ekklesia.co.uk/node/9450), appoggiato dal Presbiterio di Aberdeen e che è stato calorosamente accolto dalla sua congregazione.
Un certo numero di ministri della Chiesa di Scozia ha firmato una petizione che richiede il divieto di nomina di preti gay, ma molti altri all’interno della stessa Chiesa sperano che quello che i suoi parrocchiani descrivono come “ministero di gran valore” del sig. Rennie possa continuare ad Aberdeen.
A conclusione dell’incontro della Chiesa di Scozia parlerà l’Emerito Arcivescovo Desmond Tutu, che ha protestato con forza contro l’omofobia (
http://www.ekklesia.co.uk/node/9454).