Figli normali di coppie diverse
Articolo del 30 aprile 2013 di Elena Tebano pubblicato su corriere.it
Per essere buoni genitori non basta la biologia. È soprattutto una scelta d’amore. Con il placet della scienza. Tra tutte le accuse è la peggiore immaginabile: voler rendere i propri figli orfani ancora prima che nascano. Riaffiora ogni volta che si parla di genitori omosessuali e rivela la vera difficoltà che scorre come un fiume carsico sotto al dibattito sulle famiglie gay: accettare che esistano. È successo anche nella discussione scatenata su La 27esima Ora dall’intervento dello psicanalista Vittorio Lingiardi sul rapporto dell’American Academy of Pediatrics (Aap), in cui i pediatri americani analizzano trent’anni di ricerche scientifiche sulle famiglie gay. E concludono che crescere con madri lesbiche o padri gay non danneggia la salute psicologica dei bambini.
NUOVI ORFANI? Più di un commentatore sul blog lo ha negato, affermando che due persone dello stesso sesso non possano neppure essere genitori: «Chi ha due padri è orfano di madre; chi ha due madri è orfano di padre», sintetizza un lettore. L’idea è che i genitori siano necessariamente un uomo e una donna, perché per far nascere un bambino serve il patrimonio genetico di un maschio e di una femmina. Tutto viene ridotto a quello. Senza considerare i ruoli genitoriali, che non sono necessariamente legati al genere. E senza pensare che spesso questi bambini hanno nelle loro vite un padre o una madre biologici, ma non li identificano come genitori. Procreare un bambino infatti non basta a diventarne davvero padre e madre.
Succede anche ai figli degli eterosessuali: il nostro paesaggio sociale è costellato di bimbi cresciuti da genitori che non hanno dato loro la vita, perché magari vivono in famiglie ricostituite, o sono stati adottati, o sono nati con la fecondazione eterologa all’estero. La differenza è che, nel caso dei gay, almeno uno dei due genitori – strutturalmente – non ha legami di sangue con i propri figli. E forse è proprio questo che crea più problemi a chi nega la realtà delle famiglie gay: sciolgono il nesso che siamo abituati a ritenere inscindibile tra coppia, sessualità e procreazione.
Ma non è un legame di sangue a rendere (buoni) genitori, lo dicono anche i pediatri americani: è la qualità del rapporto che si costruisce con un bambino, è assumersi la responsabilità di fargli incontrare il mondo. Non si deve essere necessariamente un uomo e una donna per riuscirci. Invece di creare orfani alla nascita, come pensa qualcuno, le famiglie gay fanno qualcos’altro: ci ricordano che essere genitori, per tutti, è più di un atto biologico irriflesso. È una scelta d’amore.