Filippo e l’eunuco etiope. Un esempio di accoglienza nella Chiesa antica
Riflessioni bibliche pubblicate sul sito Would Jesus Discriminate? (Stati Uniti), liberamente tradotte da Silvia Lanzi
Nel mondo antico, gli eunuchi erano ampiamente associati all’omosessualità. Qui, un eunuco dichiarato è accolto nella Chiesa antica senza alcuna preoccupazione per il suo orientamento sessuale. Viene accolto sulle stesse basi degli altri – la sua fede in Gesù.Questa storia sfida la “mentalità da cavalletta (grasshopper)”, una frase di un vecchio scherzo su una cavalletta in un bar. (Se si proviene da un background conservatore come noi, per capire la battuta è necessario sapere che c’è un cocktail chiamato “grasshopper”.)
Una cavalletta arriva al bar e dice “Vorrei qualcosa da bere per favore”.
Il barista chiede “Cosa?”
“Non so. Cosa suggerisce?”
“Oh” dice il barista “magari non lo sa, ma abbiamo un drink che si chiama come lei!”
A questo punto la cavalletta sorride e dice: “In questo caso, prenderò uno Stuart!”
Vedete, il barista è stato incapace di vedere oltre il “tipo” della cavalletta, di pensare che potesse avere un nome, una famiglia e una vita al di là della sua “cavallettitudine”. E questo è il modo in cui molti cristiani vedono le persone lesbiche, gay, bisex e trans (LGBT). Una volta che scoprono che qualcuno è gay, è come se quella persona avesse un’insegna al neon sulla testa, che lampeggia “Gay! Gay! Gay!”. Ma Dio vede le persone in modo diverso, guardando oltre etichette casuali, nel profondo di ogni essere. Come dice l’apostolo Pietro, “Dio non fa preferenze” (Atti 10:34). La grazia di Dio è disponibile alle persone gay sulle stesse basi di tutte le altre persone. Questo è ciò di cui parla la storia di Filippo e dell’eunuco etiope.
L’autore degli Atti ha cercato di scrivere una storia ben documentata degli atti degli apostoli dopo la risurrezione di Gesù e la sua ascensione al Cielo. Nel capitolo 8 di questo libro troviamo Filippo a capo di una grande campagna di evangelizzazione in Samaria. La storia ci racconta che, oltre a “proclamare il Messia” (8:4), Filippo guariva la gente e scacciava i demoni. I suoi sforzi stavano andando così bene e tanti arrivavano alla fede e “c’era una grande gioia in quella città” (8:8). Tuttavia, in mezzo a questo grande risveglio, lo Spirito Santo disse a Filippo di “andare verso il mezzogiorno, sulla strada che discende da Gerusalemme a Gaza”. (8:26). Questa strada era nel deserto.
Sembra un comando strano: lasciare il grande risveglio tra i samaritani e andarsene fuori, nel deserto. Ma Filippo fece ciò che Dio gli chiedeva. Nel deserto, Filippo trovò un solitario eunuco etiope che viaggiava verso sud da Gerusalemme. L’autore ci dice che l’uomo era seduto sul suo carro, leggendo Isaia. Essendo appena stato a Gerusalemme per adorare, ora era diretto a casa.
È questo uomo senza nome che rende questa storia così importante per i gay, le lesbiche e i bisessuali cristiani. Così, diamo un’occhiata più da vicino all’identità dell’eunuco etiope. Al tempo in cui furono scritti gli Atti, il termine “etiope” era usato per descrivere le popolazioni della Nubia e del sud dell’Egitto. Così, sappiamo da questa descrizione che probabilmente era un africano nero. Ma questo ci lascia ancora una domanda: “Che cos’è un eunuco?”
La parola greca usata in Atti è eunouchos, che significa letteralmente “guardiano o custode del divano”. Il termine si riferisce a coloro che erano in posizioni di grande fiducia nei palazzi reali e nelle famiglie benestanti. Gli eunuchi servivano e proteggevano le donne in queste case. A causa del loro intimo accesso alle corti reali, spesso gli eunuchi salirono a posizioni di governo di alto livello. In questa storia l’eunuco etiope era il tesoriere della regina d’Etiopia (8:27).
Non a tutti era permesso di servire come eunuco. Data la loro intimità con le donne di casa, dovevano essere uomini su cui si poteva fare affidamento che non avessero relazioni con (o si imponessero alle) le donne – perché così facendo si sarebbe offuscata la linea di successione al trono e si sarebbero confusi i diritti ereditari. Non ci vuole uno scienziato per capire che il candidato ideale per la posizione di eunuco fosse qualcuno conosciuto per il suo disinteresse per le donne. Sebbene gli antichi non avessero lo stesso chiaro concetto di eterosessuale e omosessuale che abbiamo noi oggi, le persone sono insieme nello stesso modo oggi come allora. C’erano uomini che (come era noto) avevano la reputazione di essere disinteressati alle donne come oggetti di attrazione sessuale. Questi erano gli eunuchi ideali.
Sicuramente non era sempre possibile trovare qualcuno così. In queste situazioni, o in situazioni in cui il padrone voleva essere più cauto, gli eunuchi erano anche castrati, cioè i loro testicoli erano rimossi così da renderli incapaci di procreare. Ma sarebbe storicamente inesatto immaginare gli eunuchi come un gruppo di uomini eterosessuali castrati. La letteratura antica indica che erano riconosciuti vari tipi di eunuchi. C’erano “eunuchi fatti dagli uomini”, cioè quelli che erano stati castrati. Ma ci sono anche riferimenti ai cosiddetti eunuchi “naturali” o “nati”. Questa categoria include, apparentemente, maschi che fin da bambini sembravano incapaci o disinteressati ai rapporti con le donne.
Per esempio, nel Talmud babilonese, scritto diverse centinaia di anni dopo Cristo ma basato su una tradizione orale che risale a molto prima, Rabbi Eliezer riferisce di “eunuchi per natura” e li contrappone agli eunuchi resi tali dagli uomini. Asserisce che gli eunuchi naturali possono essere “curati”, un’affermazione che non avrebbe senso se parlassimo di uomini con difetti genitali fisici.
Nello stesso Talmud, altri rabbi discutono su come possa essere identificato un eunuco naturale. Si dice che i segni di un eunuco naturale includano peli pubici radi, urina che non zampilla ad arco, assenza di barba, morbidezza dei capelli, morbidezza della pelle, una voce alta e un corpo che non emette vapore in inverno durante il bagno. State iniziando a farvi un’idea? L’antico stereotipo degli eunuchi “naturali” o “nati” è maledettamente simile a quello moderno dei gay come effeminati e timidi che hanno bisogno di essere “curati” perché c’è qualcosa di sbagliato in loro.
Cosa c’è di “male” in loro? È chiaro, dalla letteratura antica, che gli eunuchi come classe avevano la reputazione di essere attratti sessualmente dagli uomini piuttosto che dalle donne. Per esempio, un antico mito sumero sulla creazione degli eunuchi dice che “non soddisfano il grembo delle donne”. Sono stati creati specificamente, dice il mito, perché possano resistere alle insidie delle donne. Il libro del Siracide, nell’Antico Testamento della Bibbia cattolica, dice che abbracciare una ragazza fa lamentare l’eunuco (Siracide 30:20). Il commediografo romano Giovenale (vissuto circa ai tempi di Gesù) ha affermato: “Quando un eunuco si sposa… non è difficile scrivere una satira”. Luciano, uno scrittore satirico greco che visse circa cento anni dopo Cristo, paragona un eunuco con una concubina ad un sordo con un flauto, un calvo con un pettine e a un cieco con uno specchio. In altre parole, un eunuco ha bisogno di una donna quanto un pesce di una bicicletta.
Invece gli eunuchi, nelle culture antiche, venivano comunemente associati con un interesse sessuale nei confronti degli uomini. Per esempio, il Kama Sutra (un antico testo sacro orientale) ha un intero capitolo sugli eunuchi che seducono gli uomini. Quinto Curzio, uno storico che scrisse di Alessandro Magno, narra che il palazzo di Alessandro includeva “folle di eunuchi, abituati anche a prostituirsi [come le donne]”. Quinto Curzio riporta anche che Alessandro Magno si innamorò profondamente di un eunuco di nome Bagoa e iniziò con lui un rapporto di amore reciproco.
Questi esempi della letteratura indicano che, nella cultura antica, gli eunuchi erano una categoria sospetta. Erano considerati comunemente come sessualmente interessati agli uomini e non alle donne. Questo non significa che tutti fossero gay. Ma chiaramente, come classe, nell’immaginario comune erano fortemente associati al desiderio omosessuale. Presentarsi come eunuco nei tempi antichi era più o meno come presentarsi oggi come un parrucchiere di San Francisco.
Con questo retroterra culturale, possiamo ritornare ora alla storia di Atti 8 sull’eunuco etiope. Il punto a cui siamo arrivati è questo: quando l’etiope si presenta a Filippo come eunuco, Filippo avrebbe dovuto immediatamente sapere che aveva a che fare con un uomo che era parte di una classe comunemente associata al desiderio omosessuale.
Atti 8:32-33 ci racconta che l’eunuco etiope stava leggendo Isaia 53:7-8. Gli antichi cristiani vedevano questo passaggio come una profezia su Gesù. L’intero capitolo narra della sofferenza dell’unto di Dio. Il verso 3 dice “Disprezzato e reietto dagli uomini ”. Il verso 7 dice “Era oppresso e afflitto”. Sembra uno strano passaggio da leggere per qualcuno che è appena stato in adorazione a Gerusalemme, la città santa. Ma ha senso se ci rendiamo conto che l’eunuco etiope si sarà trovato probabilmente disprezzato e rifiutato dai capi religiosi di Gerusalemme.
Proprio come i gay, le lesbiche e i bisessuali di oggi, gli eunuchi erano gli emarginati sessuali della società religiosa ebraica. Deuteronomio 23:1 afferma: “L’eunuco a cui sono state infrante o mutilate le parti, non entrerà nella raunanza dell’Eterno”. Fin dal primo secolo si intese che questo versetto dovesse essere applicato a tutti quelli incapaci di generare (sia fisicamente, sia per la ragione che oggi chiamiamo orientamento sessuale). Gli insegnanti della legge ebraica del I secolo proibivano la conversione di una tale persona al giudaismo e avranno informato l’eunuco etiope arrivato a Gerusalemme che non avrebbe potuto entrare nel cortile esterno del tempio. Tom Horner ci dice: “L’eunuco era una persona non grata sia socialmente che religiosamente”.
Così, a Gerusalemme, l’eunuco etiope avrà ricevuto assicurazione dal popolo di Dio che non poteva diventare uno di loro. Sarà stato disprezzato e rifiutato, tagliato fuori dalla grazia di Dio da parte dei capi religiosi.
Forse qualcuno dei suoi amici gli aveva detto furtivamente di Isaia 56:3-5, che promette agli eunuchi che osservano i comandamenti di Dio che un giorno riceveranno una casa, un monumento e un nome all’interno delle mura di Dio. Forse come i gay, le lesbiche e i bisessuali cristiani di oggi si era recato dai suoi leader religiosi sottolineando le Scritture che lo incoraggiavano, sperando di poter essere in qualche modo accettato. Invece era stato colpito ancora una volta con Deuteronomio 23:1: un eunuco “non può entrare nell’assemblea del popolo di Dio!”. E così si è preso il suo prezioso rotolo di Isaia e ha iniziato il suo viaggio verso casa, leggendo di un altro figlio di Dio che era stato disprezzato, respinto e tagliato fuori.
È stato a questo punto che Filippo, guidato dallo Spirito Santo, è arrivato da solo e gli ha chiesto: “Capisci quello che stai leggendo?”. L’eunuco etiope, che ancora stava cercando una figura religiosa autorevole, rispose: “Come posso se nessuno mi guida?” (8:35). Così Filippo iniziò da quella Scrittura e “gli proclamò la buona novella di Gesù”. Quindi arrivarono all’acqua e l’eunuco disse: “Guarda, qui c’è dell’acqua! Cos’è che mi impedisce di essere battezzato?”. La risposta di Filippo dovrebbe sorprendere chi ha ancora pregiudizi contro i gay, le lesbiche, i bisessuali credenti.
Filippo ha risposto: “Se credi con tutto il cuore, puoi”.
Non ha detto, “Parliamo di Deuteronomio 23:1”. Non ha nemmeno detto “Ho capito che, visto che sei un eunuco, potresti desiderare degli uomini; mi puoi promettere che non avrai una relazione sessuale con un altro uomo?”. Invece, agendo per ispirazione dello Spirito Santo, Filippo ha detto: “Se credi con tutto il cuore, puoi”. Non abbiamo modo di sapere se l’eunuco etiope fosse effettivamente gay. Ma sappiamo che faceva parte di una classe di persone comunemente associate all’omosessualità e che questo fatto è stato assolutamente irrilevante rispetto al fatto di diventare cristiano.
Le implicazioni di questa storia sono profonde per i gay, le lesbiche e i bisessuali. Questa storia illustra che quello che importa è come ci relazioniamo a Gesù – un punto affrontato più e più volte dal Nuovo Testamento, ma che molti cristiani moderni si rifiutano di applicare in modo coerente. La Scrittura non è ciò che li trattiene dall’accettare i loro fratelli e le loro sorelle omosessuali; la colpa è solo del pregiudizio. Infatti, se ci fossero state alcune autentiche base scritturali per escludere l’eunuco etiope a causa della possibilità reale che fosse omosessuale, possiamo essere sicuri che Filippo, un uomo che ha seguito Dio anche quando Dio lo ha portato nel deserto, sarebbe stato veloce a proseguire per la sua strada.
Testo originale: The early church welcomed a gay man