Forse sono gay, ma non ne sono sicuro. Cosa faccio?
Riflessioni tratte dal sito beurgay (Francia), liberamente tradotte da Domenico Afiero
Non preoccuparti, lo saprai un giorno. Probabilmente ci vuole tempo. Non bisogna precipitarsi per capirlo. Alcuni gay confessano di essersi sentiti diversi verso i cinque sei anni.
Si tratta di omosessuali che non hanno le stesse attrazioni dei loro amici o delle loro amiche, oppure sono attratti da amici o amiche dello stesso sesso (nessuno parla, spesso, a scuola, in famiglia o tra amici di questa possibilità di attrazione).
Ci vuole tempo, spesso, per capire e dare un nome al tipo di attrazioni che si hanno. Ci vuole tempo per dirsi gay, lesbica o bisessuale. Coloro che hanno già vissuto questa esperienza da giovanissimi, è proprio dal momento in cui si è cominciato a dirsi gay, lesbica o bisessuale e a usare, quindi, queste parole che si identifica l’attrazione che è cresciuta in noi.
Altre persone, invece, non sembrano essere coscienti della loro identità sessuale prima dell’adolescenza o da adulti. Il che, ovviamente, può essere fuorviante. Tutti, in un certo modo, provano, un giorno o l’altro, una passione passeggera per una persona dello stesso sesso, cioè per un insegnante in gamba, per il fratello o la sorella maggiori di un amico.
D’altronde, la maggior parte dei nostri migliori amici sono del nostro stesso sesso. Ma ciò non significa che si è omosessuali. Una o due esperienze sessuali con una persona dello stesso sesso non significa essere gay oppure una o due esperienze sessuali con una persona di sesso opposto non significa essere eterosessuale.
Molti gay hanno avuto , prima di affermarsi come gay, relazioni eterosessuali e, sebbene possa sembrare inverosimile, molti eterosessuali hanno avuto esperienze gay prima, durante e dopo una relazione eterosessuale. E’ importante sapere che si può essere vergine (o non aver ancora provato con una persona dello stesso sesso) e saper già, in fondo a noi, di essere gay. Sono i nostri sentimenti, le nostre attrazioni fisiche e emozionali che ci aiuteranno a capire chi siamo veramente.
La sessualità si sviluppa col tempo. Non bisogna cadere nel panico se non si è sicuri. L’adolescenza è una fase della nostra esistenza in cui si cerca la propria strada. Ogni flirt, ogni esperienza fa parte di un processo d’identificazione. Col tempo , capiremo la nostra vera sessualità. Inutile, quindi, etichettarsi subito.
Se si pensa di essere gay, lesbica o bisessuale, non si deve aver paura e, soprattutto, non si dissimulano i sentimenti: è il modo migliore di vietarsi di capire la propria identità sessuale.
Bisogna capire, invece, chi si è veramente. Il che non significa necessariamente parlare con i genitori o con gli amici subito, ma è importante capire che non bisogna fuggire da sé. Si sa, il lupo perde il pelo ma non il vizio.
E se non si ha la forza di fare il primo passo, si può sempre chiedere consiglio alle diverse associazioni LGBT. Qui nessuno ti deriderà, nessuno ti bacchetterà. Le associazioni esistono soltanto per aiutarti.
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Testo originale: Je suis peut-être gay, mais je n’en suis pas sûr(e). Que faire?