Frank Worthen, la controversa vita del fondatore del movimento degli ex gay
Articolo di Tim Rymel* pubblicato sull’Huffington Post (Stati Uniti) il 12 febbraio 2017, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Frank Worthen, soprannominato “padre” degli ex gay, è morto sabato 11 febbraio 2017 a 87 anni. Nel 1973 fu uno dei fondatori di Love in Action, una delle più antiche e rinomate organizzazioni ex gay. Più tardi contribuì alla fondazione di quella che sarebbe diventata Exodus International, l’organizzazione di raccordo sotto cui le terapie riparative dovevano unirsi nel loro scopo, anche se non riuscirono mai nell’azione. I metodi utilizzati per “cambiare” l’orientamento sessuale andavano dalle letture bibliche alla preghiera, a discreditate terapie psicologiche, fino agli abusi.
Definire la vita di Frank Worthen controversa è dire poco. Era un ricco uomo d’affari che a quarant’anni divenne cristiano. Uno dei suoi impiegati gli chiese di registrare un nastro raccontando la sua trasformazione da gay a etero grazie alla conversione cristiana. Come ebbe a dire in seguito, pubblicizzò il nastro “nella rivista più oscena della città” con un annuncio che diceva: “Vuoi liberarti dell’omosessualità? Richiedi a Fratello Frank il nastro contenente la sua via cristocentrica per guarire dall’omosessualità”. Era nata Love in Action.
Visto da fuori, è facile giudicarlo un folle fanatico. La sua vicenda ha creato divisioni dentro e fuori il suo ambiente. Non è difficile trovare chi ha abbandonato Love in Action o New Hope Ministries, da lui fondata nel 1994, con l’animo spezzato e pieno di amarezza. Infatti il cammino delle terapie riparative è segnato da decenni di divorzi, famiglie distrutte e suicidi. Frank però, come la maggior parte dei suoi colleghi, era in realtà molto più complicato.
L’ex portavoce degli ex gay John Paulk ha scritto sulla sua pagina Facebook: “Quando ero molto giovane ero perduto e lottavo per trovare la mia strada. Un uomo di nome Frank Worthen, una delle poche figure paterne da cui mi sono sentito amato, è mancato ieri. È stato uno dei fondatori del movimento ex gay. Sebbene io non sostenga e non condivida più gli intenti di questo movimento, sono in lutto per la morte di Frank. Non dimenticherò mai quando, nel 1987, scesi dall’autobus che mi aveva portato dall’Ohio alla California e Frank mi accolse tra le sue braccia… In qualsiasi luogo mi abbia portato la vita, mi ha sempre amato senza condizioni. Il Signore conceda il riposo alla tua anima e al tuo cuore, caro Frank”.
Ho incontrato Frank nel 1989, quando ero un giovane pastore delle Assemblee di Dio. Lui e sua moglie Anita mi invitarono a uno studio biblico in una delle loro residenze, dove uomini e donne che tentavano di vincere le loro tendenze omosessuali frequentavano un programma residenziale lungo un anno. Io ero lì per cercare risposte.
Frank era buono, era gentile, compassionevole, sollecito, amorevole e convinto della sua missione divina, così convinto da spendere sempre del suo per finanziare il ministero, senza mai percepire uno stipendio. Quando lo incontrai, lui e Anita stavano trasformando il garage di uno dei loro centri residenziali in un appartamento con studio, in modo da devolvere il resto della casa al ministero.
Era un uomo educato, che parlava senza quasi muovere le labbra. Il suo spirito pronto faceva presa su tutti. Apriva un poco la bocca e strizzava gli occhi quando pronunciava una battuta arguta con cui voleva far crepare dal ridere. Evitava le luci della ribalta. Smise di concedere interviste alla stampa laica perché secondo lui non faceva che distorcere il suo messaggio, e il suo messaggio era sempre quello: “Libertà dall’omosessualità attraverso Gesù Cristo”. Non contemplò mai la possibilità che la sua teologia e le sue credenze potessero essere errate. La sua fede era salda e certissima malgrado tutte le prove che la smentivano.
Nel 1991, quando Frank e Anita fondarono una nuova missione nelle Filippine, affidarono la leadership di Love in Action a John Smid, che condusse il ministero a nuove altezze e nuove controversie prima di abbandonare e rinnegare il mondo degli ex gay. Frank espresse poi il suo disappunto per avergli affidato il ministero. In un post sul sito Grace Rivers John Smid ha scritto “Rispetto pienamente l’integrità di Frank. È rimasto fedele alle sue idee con tutto il suo essere, fino agli ultimi istanti di vita”.
Come per la maggior parte dei leader delle terapie riparative, la passione e lo zelo mal diretti di Frank passarono più volte il limite. Era un prodotto della destra cristiana fondamentalista, mai disposto, se non del tutto incapace, di scegliere la compassione al posto del dogma, l’empatia sull’autoritarismo.
Michael Bussee, uno dei fondatori di Exodus International, che tre anni dopo abbandonò, disse che Frank sembrava già un vecchio quando lo incontrò nel 1975: aveva una “voce gentile” ed era “di belle maniere” ma “non sapevo che potesse essere così duro, così pronto a giudicare e rifiutare le persone. Non avevo idea che la sua teologia fosse così CUPA. Fui grandemente shockato quando mi scrisse per condannarmi al fuoco dell’inferno”.
Darlene Bogle, che ha lavorato molti anni con Frank, ha detto: “Era un uomo gentile ma di idee molto ristrette. Per anni ha creduto di avere sempre ragione. Era certo che saremmo andati tutti all’inferno e non ha mai potuto accettare che io fossi cristiana e al tempo stesso mi accettassi come lesbica!”.
Frank ha incarnato la dogmatica cristiana fondamentalista che ha costruito da zero le terapie riparative. Le dottrine estremiste prendono in ostaggio le menti dei devoti come un virus e rendono cieche le buone intenzioni con la certezza in buona fede della verità evangelica. Le interpretazioni labirintiche e acrobatiche delle Scritture tengono alla larga la ragione e la compassione umane e sputano minacce di inferno e dannazione verso chiunque creda o agisca in modo diverso.
Chi lascia il gregge viene presto etichettato come seguace di Satana, ingannato dal demonio e nemico di Cristo. Quando Exodus International chiuse nel 2013, Frank collaborò al lancio di una nuova versione del ministero, ancora più conservatrice ed estremista, chiamata Restored Hope Network.
Anne Paulk, ex moglie di John Paulk, è stata nominata direttrice esecutiva e ha dichiarato “Ti siamo tutti molto grati, Frank, e quanto ci mancherai! Nessuno potrà riempire il tuo vuoto, amico mio, né dovrebbe farlo. Con rispetto e profondo affetto, non aspetto altro che di rivederti sull’altra riva”.
È la profonda devozione all’”altra riva” che annulla in molti di loro il senso di colpa che proverebbero altrimenti per la maniera in cui trattano le persone LGBT. La loro paura dell’inferno li obbliga a dissociarsi da chiunque non ritenga valida la loro teologia letteralista. È questa paura che crea le leggi che proteggono la “libertà religiosa”, con le quali possono autopreservarsi.
La dottrina che raccomanda “ama il peccatore, odia il peccato” indora la pillola di un Vangelo altrimenti duro di cuore, pieno di paura e odio. Sì, Frank Worthen era un uomo buono e amava tutti, per quanto glielo permetteva la sua teologia. Purtroppo non è mai stato capace di vedere cosa la sua opera ha creato. Se ne fosse stato in grado, credo ne sarebbe uscito devastato.
* Tim Rymel è scrittore, educatore, papà. Autore di libri sul mondo degli ex gay, è ex pastore e membro dell’Associazione degli Psicologi Americani (APA) e della Società per lo Studio Psicologico delle Problematiche Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transessuali.
Testo originale: The ‘Father’ of Ex-gay Ministry Dies