Fuggire per vivere. Prepararsi come medici all’accoglienza dei migranti in fuga dalle persecuzioni anti-LGBTQI+
Articolo di Carl G. Streed, Jr. MD, MPH,Kyle Knight MPH e Sarah L. Kimbal, MD pubblicato su The New England Journal of Medicine (Stati Uniti) il 31 agosto 2023, Vol. 389, n.9, pp.778-781, liberamente tradotto da Luigi e Valeria L. de La tenda di Gionata
Persone lesbiche, omosessuali, bisessuali, transgender, queer, intersessuali e appartenenti ad altre minoranze per il loro orientamento sessuale e la loro identità di genere (LGBTQI+) “devono affrontare emarginazione e repressione in ogni regione del mondo” (1).
Tra lo sdegno globale, il 29 maggio 2023 il presidente dell’Uganda Yoweri Museveni ha convertito in legge uno dei più eclatanti atti legislativi anti-LGBTQI+ al mondo, che criminalizza l’identificazione come LGBTQI+. Questa legge radicale impone una condanna a morte alle persone ritenute colpevoli di “omosessualità aggravata” e punisce la promozione delle identità LGBTQI+ con una pena detentiva fino a 20 anni.
Almeno 67 paesi nel mondo vietano la relazione sessuale tra adulti consenzienti dello stesso sesso. Secondo un rapporto dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati in merito alle persone LGBTQI+ costrette a spostamenti forzati dalla loro nazione e apolidi, le leggi regressive che promuovono ambienti ostili per le persone LGBTQI+ molto probabilmente porteranno un numero crescente di queste persone a fuggire dai loro paesi d’origine e a cercare rifugio altrove.
In Uganda, subito dopo l’approvazione di una legge precedente, l’Anti-Homosexuality Act del 2014, le persone LGBTQI+ sono state sottoposte a crescenti molestie da parte della polizia, inclusi arresti arbitrari, abusi ed estorsioni, nonché licenziamento, sfratto e conseguente perdita dell’alloggio. In conseguenza di ciò, molti sono fuggiti dal paese.
Sebbene sia ben documentato che le persone LGBTQI+ subiscono persecuzioni in paesi con leggi e politiche anti-LGBTQI+, possono purtroppo esserci esperienze simili anche in altri paesi, a seguito di atteggiamenti sociali e culturali negativi riguardanti l’orientamento sessuale, l’identità di genere e l’espressione di genere (SOGIE) e l’impunità diffusa per chi compie atti di violenza e discriminazione (2).
Poiché i rifugiati e i richiedenti asilo, comprese le persone LGBTQI+, interagiscono con i sistemi sanitari – cosa che i richiedenti asilo spesso devono fare come requisito per la loro richiesta di asilo – i medici dovrebbero essere preparati a valutare e affrontare le loro esigenze sanitarie e legali.
Nel nostro ruolo di medici e ricercatori focalizzati sulla salute degli immigrati e dei rifugiati, sui diritti LGBTQI+ e sull’assistenza sanitaria per le persone LGBTQI+, vediamo quotidianamente come le strategie che vengono incontro alle esigenze di questa popolazione possano facilitare il superamento dei traumi vissuti nel passato.
I rifugiati e i richiedenti asilo LGBTQI+ devono affrontare fattori di stress specifici per la loro identità e il loro status giuridico, che influiscono negativamente sulla loro salute e sul loro benessere e possono rendere meno agevole la loro interazione con le istituzioni.
Tali persone sono spesso descritte come vittime di emarginazioni ripetute, una volta nel loro paese d’origine a causa del loro orientamento e poi anche nelle comunità di migranti ospitate nel paese in cui sono fuggiti – il che può significare la discriminazione sia da parte dei residenti dei paesi ospitanti, sia da parte delle persone provenienti dal loro paese di origine che incontrano durante il processo di richiesta di asilo.
I rifugiati e i richiedenti asilo LGBTQI+ spesso non rivelano il proprio orientamento sessuale o la propria identità di genere alla propria famiglia prima di lasciare il paese di origine, e le informazioni che vengono richieste nel corso del processo di richiesta asilo ai familiari possono causare ulteriori traumi.
Inoltre, quando le leggi anti-LGBTQI+ sono in vigore o sono state proposte nei paesi ospitanti, tali politiche generano nei nuovi arrivati la percezione del rischio di ulteriori persecuzioni nel paese in cui cercano sicurezza. Queste dinamiche creano rischi molto rilevanti per i rifugiati e i richiedenti asilo LGBTQI+, in relazione alle continue violazioni dei diritti umani e all’isolamento sociale.
Sebbene a volte sia possibile ricercare una sede più sicura nei paesi confinanti, i rifugiati e richiedenti asilo LGBTQI+ spesso scelgono di migrare verso paesi più lontani, con leggi che proteggono esplicitamente i diritti delle persone LGBTQI+.
Secondo il diritto internazionale, per presentare domanda di asilo sulla base della SOGIE è necessario dimostrare di avere un fondato timore di persecuzione nel proprio paese d’origine.
Il viaggio verso destinazioni percepite come sicure può essere pericoloso per i richiedenti asilo LGBTQI+, e anche in questi paesi possono verificarsi violazioni dei diritti umani che possono causare traumi, indipendentemente dalle tutele legali.
I medici dovrebbero essere preparati a valutare i loro pazienti che sono rifugiati o richiedenti asilo per questi specifici fattori di stress e per valutarne gli effetti sulla salute.
Per supportare adeguatamente questi pazienti, i medici possono acquisire conoscenza adeguata delle strategie di valutazione dei bisogni dei pazienti (comprese le esigenze specifiche dei rifugiati e richiedenti asilo LGBTQI+), approfondire la loro formazione con l’aiuto di esperti sulle valutazioni medico-sanitarie in queste popolazioni e collaborare con funzionari che si occupano del supporto medico-legale. Possono anche promuovere leggi che forniscano protezione alle persone LGBTQI+.
Per assistere i pazienti in cerca di asilo sulla base della loro identità LGBTQI+, i medici devono sapere come indagare e documentare le esperienze di eventi avversi e traumi infantili, abusi (inclusi gli abusi verbali, emotivi, fisici e sessuali), molestie, discriminazioni, reclusione illecita, utilizzando un approccio strutturato e competente circa i traumi e le dinamiche culturali (3).
L’utilizzo di una strategia centrata sulla valutazione del trauma è particolarmente importante perché l’abuso può presentarsi sotto forma di “stupro correttivo”, in cui una persona viene stuprata sulla base del suo orientamento sessuale, con l’obiettivo di punire il comportamento percepito come anormale e rafforzare le regole sociali.
In alcune delle popolazioni di rifugiati e pazienti richiedenti asilo che seguiamo, le persone LGBTQI+ hanno riferito di esperienze di persecuzione, comprese aggressioni fisiche e psicologiche (3). Documentare questi episodi a livello individuale e clinico può aiutare a creare un registro delle esperienze delle persone e delle comunità LGBTQI+.
I medici che desiderano approfondire la loro formazione sul corretto approccio a queste persone e sulle modalità di lavoro in team possono rivolgersi a organizzazioni che forniscono sostegno, formazione e opportunità di networking in quest’area, come la Society of Refugee Healthcare Providers e la Rainbow Railroad.
Rainbow Railroad è focalizzata sul sostegno alle persone LGBTQI+ che affrontano persecuzioni in base al loro orientamento sessuale, identità di genere e caratteristiche sessuali, aiutandole anche a trovare sicurezza mediante trasferimenti di emergenza e altre forme di assistenza.
Nel contesto della crescente violenza interpersonale e della legislazione anti-LGBTQI+, le strutture sanitarie possono fungere da spazi sicuri e di recupero per rifugiati e richiedenti asilo.
Oltre a concentrarsi sulla formazione dei medici e sulla cura dei pazienti, le strutture sanitarie che assistono rifugiati e richiedenti asilo LGBTQI+ possono stipulare partenariati medico-legali per garantire che le esigenze legali dei pazienti legate all’immigrazione siano soddisfatte (4).
I sostenitori delle partnership medico-legali sostengono da tempo che i team multidisciplinari che includono avvocati, come gli avvocati specializzati in immigrazione, possono svolgere un ruolo fondamentale nell’affrontare le cause profonde delle disparità sanitarie. È stato dimostrato che tali partenariati influiscono su importanti risultati sanitari – aiutando ad alleviare lo stress dei pazienti e riducendo gli accessi al pronto soccorso, ad esempio – migliorando allo stesso tempo i risultati legati agli alloggi e alle prospettive economiche nelle comunità.
Il centro sanitario per immigrati e rifugiati dove lavora uno di noi ospita un membro dell’AmeriCorps che funge da tutore di pazienti focalizzato sulle questioni legali legate all’immigrazione. Il centro collabora anche con organizzazioni locali no-profit che si occupano di diritto dell’immigrazione per gestire un incontro di assistenza legale a cadenza mensile integrata nel contesto dell’assistenza primaria.
Fornire ulteriore supporto e un collegamento diretto ai servizi legali aiuta a garantire che i bisogni dei rifugiati e dei richiedenti asilo, in particolare delle persone LGBTQI+, siano soddisfatti in modo complessivo. Offrire servizi medici, di salute mentale e legali nello stesso luogo può facilitare sia il recupero dal trauma che la preparazione per una richiesta di asilo.
I casi di asilo spesso si basano sulla testimonianza dei richiedenti riguardo alle loro esperienze di persecuzione, il che significa che devono raccontare esperienze traumatiche in tribunale (4).
Per affrontare la sfida rappresentata da un crescente movimento globale anti-LGBTQI+, la comunità medica può sviluppare strategie e approcci che rispondano alle esigenze dei pazienti LGBTQI+.
Mentre lavorano per promuovere la sicurezza nell’assistenza sanitaria, i medici sono anche in prima fila per lanciare l’allarme sugli effetti dannosi della legislazione anti-LGBTQI+ nei propri paesi e farsi promotori della necessità di solidarietà globale quando si tratta di rispettare i diritti delle persone che fuggono dalle persecuzioni in tutto il mondo.
Riteniamo che sia un privilegio, oltre che un dovere, per i medici sostenere l’edificazione di una società in cui nessuna persona venga danneggiata a causa di ciò che è o per aver manifestato liberamente la propria identità.
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1. Angelo PJ, Bocci D. The changing landscape of global LGBTQ+ rights. New York: Council on Foreign Relations, January 29, 2021
2. Streed CG Jr. Assessing and addressing the well-being of lesbian, gay, bisexual, transgender, and gender nonconforming younger adults in China. JAMA Netw Open 2023; 6(3): e232299.
3. Bird C, Bowers G, Piwowarczyk L, Ng LC. Demographic characteristics, torture experiences, and posttraumatic stress disorder symptoms among asylum seekers and refugees persecuted for same-sex behaviors. J Trauma Stress 2022; 35: 1167-76.
4. Kimball SL, Chergui H, Syeda HS, Amin S, Eyllon M. Immigration-related legal collaboration in primary care: evaluating impact on knowledge and well-being. J Health Care Poor Underserved 2023; 34:246-62.
Testo originale: Sexual and Gender Minority Refugees — Preparing Clinicians for the International Anti-LGBTQI+ Crisis