Fuori dall’armadio. Storie di giovani cristiani LGBT+ e la loro Chiesa
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Articolo di Innocenzo Pontillo pubblicato sul settimanale Adista Segni Nuovi n°4 il 5 febbraio 2022, pag.14-15
«La Verità rende liberi», proclama il Vangelo di Giovanni (8, 32) e il libretto Fuori dall’armadio. Vite di giovani cristiani LGBT raccoglie, nelle sue 48 pagine, alcune toccanti testimonianze che ci parlano dell’accidentato cammino che i giovani cristiani LGBT percorrono nelle nostre comunità di fede per andare verso questa liberta. Perché “è facile, quando si è giovani, perdersi un po’ e temere di ritrovarsi di fronte a una scelta che sembra impossibile: chi sono io quando mi guardo allo specchio? Una persona LGBT o un cristiano? Come si può scegliere tra la propria fede e la propria identità?”.
Domande a cui cercano di offrire varie risposte le testimonianze raccolte in Fuori dall’armadio, edito nella collana di pubblicazioni “Granelli di Senape” dell’associazione La Tenda di Gionata con la collaborazione del Progetto Giovani Cristiani LGBT e del Progetto Adulti Cristiani LGBT; pagine che contengono «stralci di vita vissuta di chi ha deciso di uscire dal proprio armadio» perché omosessuale, transessuale, in coppia o single, perché credente, ma prima di tutto perché persona.
Un libro che ci racconta di lotte, anche nei confronti di Dio, ma con finali spesso inaspettati perché, come scrive Carlo Felice, 27 anni, «quando si discute di omosessualità in una media famiglia cattolica italiana, immancabilmente si tira in ballo Dio.
Ed è quello che è successo quando, dopo l’ennesimo litigio, mi sono ritrovato sul comodino una lettera in cui mia madre, dopo aver ripercorso per filo e per segno tutta la mia vita, soffermandosi in particolare sugli eventi che, a suo dire, mi avevano fatto diventare omosessuale, credendo di aiutarmi mi ha scritto cose che mi hanno ferito al punto di allontanarmi sempre di più, fino alla decisione di lasciare la casa dei miei.
La ferita di questa separazione mi ha condizionato a tal punto da iniziare a dubitare di me stesso e del rapporto che avevo con i miei genitori. Paradossalmente, però, le stesse insicurezze personali che sono scaturite da questo episodio mi hanno spinto a intensificare il dialogo con Dio e, di conseguenza, a ritrovare me stesso».
Spesso è proprio la scoperta tumultuosa dell’amore per una persona dello stesso sesso a far cominciare questo cammino, come racconta Martina, 31 anni, che scrive: quando «incontro una ragazza di cui (per la prima volta) mi innamoro: le dico quello che provo per lei, ma scopro di non essere corrisposta e questo riporta a galla le domande del passato: Dio cosa vuoi da me? Perché mi stai facendo provare questa sofferenza? Ma, soprattutto, perché devo vivere ancora nel nascondimento?
Si può dire che quella piccola grande delusione d’amore è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha rimesso al centro della mia vita tante domande a cui non avevo avuto il coraggio di cercare una risposta. Spinta da questa inquietudine sono andata a fare una lunga passeggiata in riva al mare e mi sono lasciata andare in una bella “chiacchierata con l’infinito”».
Ma perché dei giovani cristiani LGBT hanno deciso di raccontarsi? Affermano Giovanni e Marco, 33 anni, che «raccontando la nostra storia… vorremmo far capire a chi guarda con scetticismo le esperienze come la nostra, che una coppia omosessuale può cercare nella sua quotidianità di vivere il Vangelo, senza rinunciare a quella felicità a cui il Signore ci chiama. E di questo gli siamo immensamente grati, perché la sua mano ci ha condotto lungo strade che, un tempo, nemmeno riuscivamo a immaginare».
Un cammino in cui sono fondamentali gli incontri che si vivono nella nostra Chiesa, come racconta Luca, 29 anni, che ricorda ancora quando al suo primo Forum per cristiani LGBT e i loro genitori «mi sono ritrovato davanti la mamma della famiglia con cui avevo trascorso la sera precedente. Si è avvicinata, mi ha abbracciato e mi ha detto: “Luca, lo so che sei qui senza la tua famiglia.
Lo so che sei qui senza i tuoi genitori. Per questo ti abbraccio come se lo facesse tua mamma!” Se fossimo stati in un film sarei sicuramente scoppiato in pianto. Ma io non sono un tipo da film e le lacrime non sono arrivate. Quello che ho provato, però, è stato molto più profondo di qualunque pianto liberatorio…
Quell’abbraccio, per qualche secondo, mi ha fatto provare un senso di vicinanza che non provavo più da molto tempo, mi ha completato come persona, mi ha fatto capire che l’idea di riconciliare tra loro tutti gli aspetti della mia vita non era impossibile, mi ha regalato la sensazione di essere arrivato finalmente a casa. È difficile spiegare a chi non è omosessuale lo straniamento che deriva dal poter parlare con altri, spesso sconosciuti, senza doversi nascondere dietro i filtri dell’eterosessualità» o con «persone con cui si condivide la quotidianità che però “non sanno” e quindi non possono vedere il tuo vero volto».
Non a caso nella sua prefazione al volume mons. Giovanni Checchinato, vescovo di San Severo, davanti a queste testimonianze che interrogano tutti noi credenti, nessuno escluso, annota che questo piccolo testo «trasmette “stralci di vita vissuta” assieme a desideri, sogni, delusioni… che alcune persone hanno sperimentato nella loro esistenza e che hanno avuto il desiderio e il coraggio di condividere con noi», in cui leggere «la presenza di Dio, di cui parlano in differenti maniere e con differenti tonalità emotive, segno dello Spirito del Signore, che opera nel cuore di ogni persona, secondo parametri che non ci appartengono, come diceva Gesù a Nicodemo: il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito (Gv 3,8)».
Un testo che raccomanda a «tutti coloro che desiderano confrontarsi sul tema della fede e mi auguro che la pubblicazione possa essere accolta e letta da un buon numero di persone».
Un volume che, come gli altri della collana “Granelli di Senape” edita dall’associazione La Tenda di Gionata, potrà essere scaricato liberamente in versione e-book dal sito www.gionata.org, mentre la versione a stampa potrà essere richiesta gratuitamente scrivendo a tendadigionata@gmail.com . Ora tocca a ognuno di voi fare il prossimo passo e, con queste storie, “uscire dall’armadio” della non conoscenza. Accettate la sfida?
* Innocenzo Pontillo è volontario dell’associazione cristiana La Tenda di Gionata