Galati 3,28 è il versetto scelto per le veglie per il superamento dell’omo-transfobia 2020
Si sono concluse sabato 16 febbraio 2020, alle ore 12, le votazioni online per la scelta del versetto biblico che unirá a maggio tutti i culti e le veglie per il superamento dell’omo-transfobia 2020. Quest’anno ci sono stati 254 votanti, di cui 22 sono stati i votanti esteri (principalmente dalla Spagna) e 234 i voti dati da italiani (di cui due annullati: uno perchè doppio e un altro perchè privo di nome).
Il versetto più votato è stato il versetto tratto dalla lettera di San Paolo ai Galati 3,28 in cui ricorda che: “Non c’è qui né Giudeo né Greco; non c’è né schiavo né libero; non c’è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù” (Gálatas 3,28 – Ya no hay judío ni griego; ni esclavo ni libre; ni hombre ni mujer, ya que todos vosotros sois uno en Cristo Jesús)
La lettera ai Galati è il manifesto del cristianesimo nascente, in cui l’apostolo Paolo si oppone ai primi tentativi di svuotare il Vangelo e d’infarcirlo di leggi, norme e decreti da rispettare. L’apostolo ci ricorda che Dio è amore e l’unica legge per l’uomo è la libertà di amare come è amato. Così saltano le barriere religiose e culturali, sociali e di genere di cui ci circondiamo: “Non c’è giudeo né greco, non c’è schiavo né libero, non c’è maschio e femmina” (Gal 3,28). È tolta ogni divisione perchè siamo tutti figli dello stesso Padre, fratelli che si accolgono nella loro diversità. (Cfr Silvano Fausti, La libertà dei figli di Dio. Commento alla lettera ai Galati, Editore Ancora 2010)
Un invito, quello di Paolo, a superare categorie, generi e divisioni umane. Ma non si tratta di fare nostra “una uguaglianza che cancella le diversità, ma dell’assunzione della diversità come un dono che arricchisce, il corpo è formato da molte membra e ognuno è diverso, ma in Cristo siamo una sola persona. La conclusione viene da sé: il battesimo fonda l’uguaglianza fondamentale di tutti i figli di Dio ed è la base che ci consente di chiamare fratelli e sorelle soprattutto tutti quelli che sono diversi di me”. (Pastore Martin Ibarra)
Queste sono alcune delle riflessioni che saranno il filo rosso che uniranno anche quest’anno, nei giorni precedenti e successivi al 17 maggio (giornata internazionale contro l’omotrasfobia), tante realtà e credenti di buona volontà che pregheranno insieme affinché la nostra società e le nostre comunitá cristiane siano “sempre più santuari di accoglienza e sostegno verso le persone LGBT e verso ogni persona colpita da discriminazione”.
Un caro saluto da tutti noi
I volontari e le volontarie del Progetto e de LA TENDA DI GIONATA