Gay, Galan e Bondi bacchettano il Pdl: “E’ giunta l’ora di garantire diritti civili”
Articolo del 25 maggio 2013 pubblicato su repubblica.it
I due esponenti prendono spunto dalla lettera “o meglio, la vibrante testimonianza cristiana” del giovane Davide Tancredi apparsa su Repubblica. “Questa legislatura – dicono – sarà l’occasione per cambiare le cose”. Sel: “Si passi ai fatti”. Paola Concia, Pd: ” Care istituzioni, guarite da questa malattia che nega il diritto di amare”
Le voci si alzano dal Pdl. Dopo la lettera del 17enne Davide Tancredi pubblicata oggi su Repubblica, il primo a parlare è stato Sandro Bondi: “A differenza dell’onorevole Roccella e di tanti miei amici, non capisco, proprio non capisco, perché i cattolici debbano fare delle battaglie contro chi invoca il riconoscimento delle unioni fra omosessuali, al di là delle diverse e legittime posizioni sul significato del matrimonio”.
La bacchettata al Pdl è arrivata in una nota che prendeva spunto dalla “vibrante testimonianza cristiana del giovane Davide Tancredi” come fatto che “rompe il muro delle ideologie, sì anche quelle ideologie che deturpano il significato più vero della fede religiosa, parlando semplicemente dell’amore, quella realtà – ha sottolineato il coordinatore Pdl – che nessuno può conculcare e che fonda ogni relazione vera e umanamente ricca di senso”.
A fargli eco è arrivato Giancarlo Galan: “E’ giunta l’ora che si riconosca il diritto di essere cittadini italiani anche agli omosessuali, garantendogli quei diritti civili che tutt’oggi si vedono negati”. Poi ha guardato avanti, “se è vero che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che limitano di fatto
la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, questa legislatura sarà occasione di più diritti”.
Presidente della commissione Cultura alla Camera, Galan ha confessato che “la lettera di Tancredi mi ha commosso. Una richiesta di vita, di libertà, di poter amare ed essere se stesso come chiunque altro, una richiesta matura, consapevole, profonda. Ma le sue parole non mi hanno stupito perché sono vere, dice la verità”. “Ciò che purtroppo ancora mi stupisce – ha aggiunto l’esponente Pdl – è che ci sia bisogno di spiegare, o peggio giustificare, emozioni e sensazioni e ci sia, ancora, la necessità di dover chiedere un diritto che dovrebbe essere alla base della nostra società”.
“La verità che Tancredi è riuscito a spiegare con le sue parole è scomoda, imbarazzante per molte persone. Il perché del presunto imbarazzo delle parole di questo ragazzo – ha continuato il deputato Pdl – risiede non solo in forme di ottusità e arretratezza culturale, bensì, forse peggio, in una forma di ignoranza, ovvero mancanza di conoscenza. Lo Stato deve garantire diritti e non negarli. La nostra carta costituzionale lo sancisce molto chiaramente all’art 3, laddove si proclama il principio di uguaglianza, formale e sostanziale. Un divieto di discriminazione chiaro che – conclude – dovremmo tenere tutti ben presente, a prescindere dall’appartenenza ad un partito politico”.
Che le loro parole siano state di “buonsenso” è anche il commento di Daniele Capezzone, coordinatore dei dipartimenti del Pdl e presidente della commissione Finanze della Camera: “Il ventaglio delle possibilità normative è ampio: e la mia personale valutazione è che certamente esista più di una soluzione seria e capace di unire tutti”.
La lettera. Pubblicate da Repubblica le parole di Davide Tancredi sono state scritte dopo il suicidio di Dominique Venner a Notre Dame contro la legge appena approvata in Francia sui matrimoni gay. “Non a tutti è data la fortuna di nascere eterosessuali”, scrive il ragazzo di 17 anni. “Io non chiedo che il Parlamento si decida a redigere una legge per i matrimoni gay, non sono così sconsiderato, chiedo solo di essere ascoltato. Un Paese che si dice civile non può abbandonare dei pezzi di sè. Non può permettersi di vivere senza una legge contro l’omofobia”. Perché, conclude Tancredi, “chiediamo solo di esistere”.
Reazioni. A rispondere alla lettera di Davide Tancredi è stata in maniera diretta Paola Concia, Pd. “Caro Davide, è il mondo degli adulti a essere sbagliato, non tu. E’ colpa nostra, del mondo degli adulti. E quella colpa va rimossa. Non devi chiedere di esistere, né pietà né carità né risarcimento, devi chiedere di vivere e amare liberamente per quello che sei. Devi pretendere il rispetto di un diritto molto preciso, fondativo e universale: il rispetto dell’articolo 3 della Costituzione, dove si dichiara compito della Repubblica Italiana “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana” (LA LETTERA INTEGRALE).
“Un passo avanti”, ha commentato Alessandro Zan, deputato Sel e esponente del movimento gay: “Sicuramente Bondi oggi fa un passo avanti, ma dalle parole bisogna passare ai fatti. Il centrodestra è stato uno dei principali ostacoli in questi anni all’approvazione di leggi sui gay. Se c’è una volontà di abbattere dei tabù invito Bondi e il Pdl ad approvare subito la legge antiomofobia presentata in Parlamento e a sostenere quella sul matrimonio. Finché ci sarà il tabù del matrimonio gay i buoni propositi resteranno solo parole”.
Solidarietà è arrivata tramite Facebook anche dal presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti: “Le cose non vanno”. L’appello di Davide “pieno di emozione e di dolore mostra come il rifiuto della politica di guardare in faccia i problemi abbia creato tanta disperazione. Nelle vite di tanti. Davide, siamo con te, non sei solo. Quello che vogliamo dirti – ha aggiunto – è che non bastano più scorciatoie e pacche sulle spalle, è il momento di trovare le soluzioni ai bisogni delle persone”.
Per Ivan Scalfarotto, vicepresidente del Partito Democratico “le aperture di Bondi e Galan sono un’ottima notizia. Speriamo che l’intero Parlamento adesso approvi senza ritardi la legge contro l’omofobia e la transfobia e, a seguire, si apra finalmente un dibattito serio sul matrimonio ugualitario che conduca a una legge sul modello di tanti altri paesi europei, ultimo dei quali la Francia”. “La proposta di legge n. 245 Contro l’omofobia e la transfobia è stata di recente presentata a firma di ben 221 deputati alla Camera e ha ottenuto l’appoggio della ministra Idem. La presidente Boldrini si è impegnata a ottenerne una rapida calendarizzazione e spero possa essere approvata al più presto col consenso di tutti i gruppi”.
“La toccante lettera a Repubblica del giovane gay Tancredi è un forte richiamo alla necessità di combattere con tutte le forze quell’odio omofobico che imperversa nel mondo del maschilismo e del razzismo ed è alimentato dal fanatismo religioso, dai gruppi della destra estrema e dal bullismo diffuso soprattutto nelle scuole”, ha sottolineato Franco Grillini, Presidente di Gaynet Italia. Si vada immediatamente in Commissione e in Aula e si approvino la legge Mancino anche per gli atti di violenza omofoba e il matrimonio egualitario come in altri 16 stati nel mondo e in 12 stati Usa”.
Parigi verso manifestazione anti-matrimoni gay. La capitale francese si prepara alla grande manifestazione contro i matrimoni gay organizzata per domani. Il primo ministro francese Jean Marc Ayrault, riferiscono i media, ha avvertito che chi esorta a manifestare deve “far prova di grande vigilanza” e su Twitter si è appellato a che “gli organizzatori vigilino seriamente per fare in modo che non ci sia alcun rischio”. Il partito di opposizione Ump “si prende una grande responsabilità provocando l’irrigidimento e la radicalizzazione” di alcuni manifestanti, ha aggiunto. Il ministro degli Interni, Manuel Valls, ha esortato i partecipanti “a riflettere, essere prudenti, perché siamo preoccupati per la minaccia e la presenza di questi gruppi” di estrema destra.
Convocata da tempo, la “manif pour tous”, avviene ora che la legge sul matrimonio omosessuale è stata approvata definitivamente il 18 maggio. L’Ump si è spaccato sulla partecipazione, con una parte del partito contraria all’appello alla mobilitazione del suo presidente, Francois Copè. “Non consiglio di manifestare”, ha dichiarato l’ex ministro degli Esteri Alain Juppè, fra i moderati convinti che le leggi approvate vadano rispettate.
Attivisti gay arrestati a Mosca. Un trentina di attivisti per i diritti degli omosessuali sono stati arrestati a Mosca per aver organizzato un “gay pride” nonostante questo non fosse stato autorizzato dalla polizia. La manifestazione – messa in piedi per ricordare Vladislav Tornovoi, un ventiduenne violentato e ucciso a Volgograd, da una banda che lo riteneva un omosessuale – è stata presa di mira anche dalle aggressioni di diversi squadristi di religione cristiano ortodossa.