Sono gay, il mio compagno mi picchia ma nessuno mi crede
Articolo di Gilbert Dupont pubblicato sul portale DH.be (Belgio) il 19 giugno 2017, libera traduzione di Marco Galvagno
Eric ci dà la sua testimonianza sul tabù della violenza esercitata dagli uomini sugli uomini e sulla difficoltà di denunciare questo fenomeno ai commissariati. La violenza esiste nelle coppie gay come nelle coppie etero. La differenza è che un uomo che va a denunciare alla polizia di essere stato picchiato non riceve né l’accoglienza, né l’ascolto riservato in questi casi alle donne malmenate. Eric sputa il rospo: è un uomo malmenato.
Ci è voluto del coraggio a questo giovane di trenta anni, parrucchiere di professione per accettare di fare questa testimonianza. Quante volte si è ritrovato al pronto soccorso per commozione cerebrale con il viso tumefatto e coperto di ematomi. Cosa ha da confidarci? Quando ha voluto sporgere denuncia, ha sopportato prese in giro e sorrisini ironici, ma soprattutto il rifiuto di agire (dei poliziotti).
Le foto parlano da sole. “Se fossi una donna chi l’avesse picchiata sarebbe già in carcere. L’omosessuale malmenato dal proprio partner ha diritto solo ad alzate di spalle, perché denunciare allora?”.
Il trentenne parla per esperienza. All’inizio veniva cacciato via dai commissariati, da allora in poi utilizza uno stratagemma, un piccolo ricatto, a fin di bene. “Li registro con lo smartphone”. Ha denunciato dieci volte il suo compagno per percosse e maltrattamenti, l’ultima volta è stata lunedì scorso. “Il poliziotto era poco così entusiasta che gli ho detto che poteva cercare di fare un piccolo sforzo”. Un gay malmenato dal proprio compagno è l’ultima delle loro preoccupazioni. Dobbiamo sorbirci sorrisetti ironici, osservazioni maleducate, frasi sgarbate “ancora una lite tra froci”.
Se è vero che superare il sentimento di vergogna richiede uno sforzo per tutte le vittime, lo è ancora di più per i gay picchiati. E quelli che perpetrano le violenze sul proprio partner lo sanno e se ne approfittano. “Vai al commissariato, chiamala la polizia e vedrai quanto gliene frega di te”. E le poliziotte, “almeno quelle che ho conosciuto, sono le peggiori” ci confida Eric.
Violenze coniugali e all’interno della famiglia, i termini che vengono usati esasperano il giovane, in effetti sono le espressioni specifiche che dovrebbero fare scattare la procedura di protezione per le vittime. È vero nel caso delle coppie etero, ma per i gay siamo in ritardo di venticinque anni. Quanto al lavoro dei procuratori su dieci denunce presentate da lui nove sono state archiviate “il mio compagno non è nemmeno stato convocato al commissariato per essere ascoltato. Alla decima denuncia ho portato con me il mio medico, come se una moglie malmenata dovesse farsi accompagnare al commissariato perché un funzionario si degni di ascoltarla”. Eric aggiunge “Sa cosa mi hanno risposto? La prossima volta signore lo filmi con lo smartphone quando la picchia ed è meglio che stasera dormiate separati”.
Eric ha lasciato il suo uomo, tuttavia con la separazione non sono cessate le violenze, anzi sono pure aumentate, possono avvenire anche per strada. “Ha chiesto di essere protetto?” Un uomo malmenato non viene preso seriamente. Si pensa che un uomo sia virile, ed è questo l’errore, bisogna abbandonare gli stereotipi. Il suo compagno è alto 190 e pesa 120kg.
“Perché non lo ho lasciato subito, la prima volta che mi ha picchiato?”. “Lo amavo e pensavo che sarebbe andato tutto a posto e poi lui ha un carattere manipolatore”. Esattamente le stesse risposte che forniscono le donne malmenate dal partner, salvo che nei loro casi ci sono ormai delle risposte.
“Le problematiche dei gay malmenati all’interno della coppia sono poco conosciute e poco trattate e io non sono certo un caso isolato. Sogno che la mia testimonianza porti ad un cambiamento. Sono un uomo malmenato e auspico che gli uomini picchiati dal partner ricevano le stesse tutele delle donne vittime di violenze”.
Testo originale: Je suis gay et mon compagnon me bat