Gay, prostitute, vicentini medi e altri luoghi comuni
Considerazioni di Martina, esponente di Wewantsex, del 2 gennaio 2013 pubblicate su Global Project
“Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro”. (Levitico, Antico Testamento, VI-V sec a.C. ). “La donna non si metterà un indumento da uomo né l’uomo indosserà una veste da donna; perché chiunque fa tali cose è in abominio al Signore tuo Dio.” (Deuteronomio, Antico Testamento, VI-V sec a.C.)
A Giugno a Vicenza ci sará, per la prima volta, il gay pride regionale, denominato Vicenza Pride. Faccio parte di un´assemblea nata nell´ultimo anno a Vicenza denominata We Want Sex, che vuole riflettere su tematiche di genere, sessismo, omofobia, autodeterminazione e, nata dal Bocciodromo, raccoglie ragazze giovani dalle svariate provenienze politiche.
Alcune di queste ragazze fanno parte del comitato promotore del Pride vicentino per cui ho avuto modo di seguire da vicino la nascita dell´evento e anche di esprimere dubbi, domande ed eventuali perlessità sulle modalità di partecipazione e allargamento dell´iniziativa.
Ma non sono qui per discutere su come far nascere una manifestazione affinché venga bene, sia partecipata e riesca a trasmettere i propri contenuti in maniera interessante e non scontata; spesso queste sono discussioni che tra noi “addetti ai lavori” ci facciamo spesso, magari perdendo il senso della realtá, cioé a chi questa manifestazione si rivolge, perché, con quale obiettivo.
La doccia fredda che mi ha riportato alla cruda relatá é stato nel mio caso leggere gli articoli de “Il Giornale di Vicenza”, quotidiano che spesso mi viene voglia di stracciare e inghiottire per far sparire le prove di quanto i miei concittadini siano dei nordestini medi: mediamente cattolici, mediamente, intolleranti, mediamente bigotti, mediamente sessisti, mediamente democristiani. E non solo per gli editoriali e gli articoli in sé ma anche e soprattutto per i commenti dei vicentini, facilmente rintracciabili online sotto gli articoli stessi.
Ecco quindi che, dopo la prima conferenza stampa del comitato promotore che annuncia l´iniziativa, avvenuta all´íncirca a metá novembre, scoppiano le polemiche, che il nostro giornale ci fornisce con dovizia di particolari: un ex esponente dell´Idv ora simpatizzante di Fli che dichiara che fará celebrare due messe nello stesso orario del Pride, affiggendo necrologi lungo tutto il percorso: «Chiederemo ai commercianti di chiudere i negozi per un’ora in segno di lutto e affiggeremo lungo il percorso epigrafi per “lutto di famiglia”, intesa come comunità vicentina che non approva».
La curia vicentina, al solito, fa la parte del Ponzio Pilato, chiedendo di rimanerne fuori e non essere citata. Il consigliere regionale Donazzan ( e quanto è vero che le lotte non si fanno in base al genere di appartenenza, e non è che in quanto donna sei mia compagna di lotte a prescindere) dichiara invece per Vicenza Today: “Ho amici omosessuali – (e questo è ovviamente sempre bene dichiararlo, così nessuno potrà accusarla di omofobia…) – che rifiutano rappresentazioni di tale volgarità e personalmente trovo di cattivo gusto ostentare le proprie abitudini sessuali. Altre città, come Bassano del Grappa (Vi) l’estate scorsa, sono state usate con queste manifestazioni anacronistiche e l’unico risultato è stato la perdita di quel poco di guadagno per i commercianti quel giorno”
In ginocchio, insomma, davanti a Santa Economia, sia mai che scordiamo di versarle il giornaliero tributo, andando invece a manifestare per i diritti e la dignitá per tutti. “Le priorità per Vicenza sono altre: il bello, l’eleganza, la sobrietà, la vitalità economica, la sicurezza.” sembrano molti termini presi a caso da una lista di luoghi comuni, ma sono forse ancor piú pericolosi, perché l´assessore si sta arrogando la possibilità che una parte decida cosa è bello, cosa è sobrio.
Una parte che si nutre di luoghi comuni, di facili populismi. Perché, al di là di quanto riportano i giornali, ciò che più mi spaventa, mi fa incazzare e mi fa dire che il gay pride a Vicenza SI FA e VA DIFESO in quanto espressione di pluralitá e di CORAGGIO di fronte al medioevo in cui stiamo risprofondando, sono i commenti dei lettori agli articoli. Ve ne riporto alcuni, i più crudi, i più ridicoli, i più imbarazzanti…ma purtroppo reali:
“A questo punto se si vogliono rendere ridicoli da soli sfilando con fusò rosa e stivali da puttana, se a loro piace così,che lo facciano pure!! E non chiudiamo gli occhi ai bambini, lasciamo che vedano! Lasciamo che vedano uomini vestiti in maniera ridicola.. E così impareranno a deriderli e sbeffeggiarli sin da bambini. Vi pare bello questo? A me no. Ma se ai diretti interessati piace e va bene così, che facciano pure! Chi semina raccoglie…”
“ste Americanate… Basta siamo Italiani abbiamo altri bisogni e aspettative..”
“Per me lo possono pure fare, appunto senza sfilate volgari e inutili. Una sfilata per una buona ragione non deve diventare una sagra di carnevale…”
“Me racomando quel giorno chi passa par vicensssa tuti con le mudande de ferro! aiuto aiuto scapemo!”
“Questo è il risultato del gruppo folcloristico dei no dal molin, avanti così, e i nostri bambini dobbiamo portarli. Questa giunta gà fato acqua e danni da per tutto.”
“Continuate a votare sinistra… Ecco cosa portano le giunte di sinistra: case per zingari, tolleranza per extracomunitari e froci che fanno i cretini in mezzo alle strade (prima a Bassano e poi a Vicenza).”
“Chi non e’ gay o gay-friendly al giono d’oggi non e nessuno. Non c’è programma tv o radio che non abbia un ospite o conduttore gay… essere ‘normale’ equivale ad essere omofobo… nessuno può più esprimere giudizi negativi sugli omosessuali qualsiasi cosa facciano perché altrimenti sei razzista ed omofobo… la ‘lobby’ omosessuale ha il sempre l’ultima parola e non accetta critiche. Si può criticare il presidente del consigllio, il presidente della repubblica, anche il nostro signore ma guai a criticare i gay… saresti un mostro… tutta questa ipocrisia fa schifo!”
Mi sento, dopo aver letto tutto questo, di appoggiare in pieno ció che sostiene la Lipperini riguardo al parlare di femminicidio: non solo i mezzi d´informazione devono riuscire a scrivere di gay pride in termini di diritti e dignitá, ma dobbiamo farlo anche noi, che siamo i primi comunicatori. Possiamo bollare questi commenti come stupidi, possiamo sentirci superiori, ma queste sono opinioni dei miei concittadini. Come immaginate che abbiano reagito, le stesse persone, davanti al volantino di Don Piero? Quando si parla di volgarità, di decoro, arrogandosi il diritto di decidere cosa lo è e cosa no, che differenza c’è se si sta parlando di omosessuali o di cosiddette provocazioni femminili?
Nell´ultimo anno, come We Want sex, abbiamo incrociato un gruppo di prostitute rumene, che ci hanno chiesto aiuto per fare ricorso alle tante multe prese per aver violato le zone che il Comune aveva chiuso alla prostituzione. Senza voler entrare nel merito della questione, per la quale ci vorrebbe un approfondimento a parte, il format delle multe era oltremodo spiazzante: un prestampato dove l´agente preposto doveva barrare una crocetta dichiarando, tra le varie possibilitá, se la ragazza stesse mostrando gambe e seni con atteggiamento provocante, tali da indurre a pensare che fosse una prostituta.
Anche questa trovata non mi sembra molto diversa dal volantino di Lerici, semplicemente fa parte di quelle faccende della quotidianitá che sono trascurabili, inezie di fronte alle montagne contro cui ci troviamo a lottare. Ma le parole non erano pietre, come sosteneva Carlo Levi? Io credo che dovremmo tutti, compagni e compagne, riappropriarcene e scagliarle come armi contro razzismo, sessismo e omofobia.
Dico infine: 10, 100, 1000 Gay Pride, a Vicenza e altrove, e al comitato promotore di Vicenza: coraggio e avanti! É un piccolo passo, ma un buon inizio.