Genitori di figli Lgbt. La bellezza della diversità
Riflessioni di Michela e Corrado Contini pubblicate sul settimanale Adista Segni Nuovi n° 21 del 8 giugno 201, pag.4-5
«Voi che siete genitori credenti di figli e figlie Lgbt, perché vi definite Genitori Fortunati?» «Noi non vi capiamo dato che molti vivono rapporti conflittuali coi propri genitori che spesso si reputano disgraziati…».
Queste domande ci sono state rivolte in un incontro tenutosi una quindicina di giorni fa da un giovane di un gruppo di cristiani credenti Lgbt di Cremona e merita sicuramente una risposta attenta.
Con Michela ci siamo confrontati e ci sembra di poter affermare con convinzione che l’esperienza di essere genitori credenti di più figli, di cui uno gay, ci ha resi più genitori e anche “fortunati” e vogliamo condividere queste riflessioni.
Quando abbiamo capito con chiarezza che nostro figlio era gay, stabilmente gay, definitivamente gay perché lui ce lo ha confermato, si è spalancato davanti ai nostri occhi (che pure abbiamo avuto 3 figli e 5 nipoti!) un mondo nuovo che non conoscevamo e, come ogni nuova esperienza, abitato da timori, difficoltà, incertezze ma anche da possibilità e scoperte.
Il primo frutto di questa novità è stato un dialogo tra noi più intenso, incessante, talora anche aspro che ci costretti a verificare e/o modificare le nostre idee, ma che ci ha rinsaldati nella nostra alleanza sponsale: ci siamo riinnamorati l’uno dell’altra e questo non è cosa da poco!
Inoltre abbiamo toccato con mano ancora di più la bellezza, la ricchezza, il profumo della diversità e che ogni figlio è un dono unico e prezioso, che racchiude in sé un progetto speciale che noi dobbiamo delicatamente scoprire e accompagnare.
Simone, proprio in questi giorni, ha scritto questo biglietto di auguri per la festa della mamma:
La mia mamma non ha adottato altri figli ma è stata adottata come mamma da chi in lei ha trovato un rifugio.
La mia mamma mi ha insegnato a dire “lo faccio da solo” anche quando non sapevo da che parte iniziare.
La mia mamma si è fatta una risata quando ho rotto un uovo ed è finito per terra.
La mia mamma mi ha insegnato a canticchiare tra me e me e a cantare per gli altri.
La mia mamma ha bacchettato la Chiesa perché per una madre ogni figlio è uguale.
La mia mamma mi ha mostrato come il mondo a volte è colorato come nella Pimpa e altre volte oscuro come nel Trono di spade, ma sono due facce della stessa medaglia.
La mia mamma ha scelto mio padre perché è un leone e lei è la sua leonessa. La mia mamma non mi ha cercato, ma quando son capitato ha detto “si, troveremo il modo”, e così sono nato.
Auguri! Simo
Una carissima amica ci ha scritto: «È bellissimo leggere una poesia così vera e tenera dedicata alla mamma. Ogni figlio è un fiore ma alcuni fiori profumano più di altri e il loro profumo inebria tutti coloro che vi passano accanto. Simone è davvero un fiore particolare per tutti noi».
Accogliere i figli, ogni figlio, nella sua libertà, nella sua dignità, nella sua capacità d’amare ci è stato possibile perché abbiamo sempre avuto la ferma convinzione di essere stati noi per primi accolti e amati così dal Padre dei cieli: abbiamo sentito insopprimibile la volontà di trasmettere a lui, come agli altri nostri figli, quanto noi stessi avevamo ricevuto!
Il secondo frutto di questo cammino è stato il rapporto ancora più intimo e intenso col Padre, cresciuto pregando insie- me e dicendoci: “Cosa vuoi Signore da noi in questa realtà? Cosa ci chiedi con questa esperienza? Dove ci vuoi portare?».
La risposta non si è fatta attendere e spinti dalla domanda di Simone: “Cosa fate per quelli come me voi che fate tanto per i fidanzati e le coppie di giovani sposi nella nostra parrocchia e nella diocesi?”, è nato un gruppo di genitori con i quali abbiamo condiviso esperienze e vissuti dolorosi e gioiosi, abbiamo letto, approfondito, pregato… Poi ci siamo aperti all’incontro con altri gruppi, altre esperienze, altre realtà. Tutto questo ha dilatato il nostro cuore: abbiamo abbracciato altri figli e figlie, abbiamo sperimentato di non essere più soli in questa terra “straniera”.
Abbiamo gustato la gioia di camminare insieme e abbiamo incontrato in tante persone un modo molto profondo di vivere la fede che difficilmente avevamo sperimentato altrove. Questa esperienza (perché di vita si tratta!) ci sta rendendo più sensibili verso ogni discriminazione ed intolleranza aiutandoci a cambiare il nostro sguardo, dapprima miope ai bisogni e intrappolato da stereotipi e aspettative distorte, in uno sguardo benevolo, capace di accoglienza e libertà, di fiducia e di speranza, che non ha paura di imbattersi nella dignità umana là dove si trova e di incontrarsi veramente con l’altro.
Sì, davvero questa esperienza ci sta aiutando a vivere da sposi più innamorati, da genitori più consapevoli, da credenti con una fede più “asciutta”, a gioire di ogni diversità e bellezza, a credere che per ognuno è detto: «Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni, sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno e io ti amo» (Isaia 43,1.4).
Ecco perché osiamo definirci con piena convinzione “Genitori Fortunati”.
* Michela e Corrado Contini sono genitori cristiani e membri del gruppo Davide di genitori cristiani con figli LGBT di Parma.