“Genitori fortunati”. Testimonianze di genitori cattolici con figli LGBTQ
Articolo di Melissa Feito, pubblicato sul sito dell’associazione LGBT cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti), il 9 maggio 2020, liberamente tradotto da Innocenzo
Un’organizzazione italiana formata da famiglie (cattoliche) e da persone LGBTQ (Lesbiche, Gay, Bisex, Trans e Bisex) ha realizzato una pubblicazione gratuita per genitori con figli LGBTQ. Intitolata “Genitori fortunati. Vivere da credenti l’omosessualità dei figli” , include le storie di varie famiglie cattoliche che vengono a patti e infine accolgono i loro figli LGBTQ.
Il libro è stato pubblicato da “La Tenda di Gionata (tenda di Jonathan)”, un’associazione fondata dai volontari del ” Progetto Gionata (progetto Jonathan), un’organizzazione italiana LGBTQ che mira a conciliare “omosessualità e fede”.
“La Tenda” è stata fortemente voluta da padre David Esposito, un prete cattolico che aveva scoperto che molte famiglie non sapevano come accompagnare i loro figli LGBTQ nel loro cammino, provocando così conflitti familiari a causa della mancanza di comprensione o di esperienza.
Sebbene solo il 31% degli italiani frequenti regolarmente la messa, circa l’83% degli italiani si identifica come cattolico . Il profondo impatto culturale del cattolicesimo caratterizza in Italia molte famiglie, indipendentemente dalla pratica religiosa.
Nella prefazione al libro, don Gian Luca Carrega della Diocesi di Torino scrive che la pubblicazione è “una denuncia dell’isolamento ecclesiale che [i figli LGBTQ] sperimentano […] e che ci fa riflettere profondamente sul significato del nostro essere Chiesa”.
In un video di accompagnamento al libro (che può essere visualizzato anche con sottotitoli in inglese, spagnolo e francese), diverse coppie cattoliche italiane vengono intervistate sull’esperienza del coming out fatto dai loro figli LGBT e sul cammino fatto verso la riconciliazione. Sebbene tutti i genitori abbiano imparato ad accettare i loro figli, non tutti hanno avuto un percorso facile.
Una coppia di genitori cattolici, Mara e Agostino, raccontano come il loro impegno in parrocchia all’inizio gli ha reso difficile accettare l’omosessualita del figlio. Mara ricorda come suo figlio non le avesse detto nulla, piuttosto lo spinse a fare coming out perché aveva paura che potesse essere gay.
Questo causò “molta distanza” tra loro, fin che suo figlio si allontanò da casa. Alla fine, Mara afferma di aver scoperto che esiste “un altro Dio, in cui la fede non vuol dire obbedire ad alcuna regole“. Aggiunge che la sua famiglia ha quindi iniziato “un bellissimo viaggio di condivisione e di apertura“.
Claudio e Grazia hanno una esperienza diversa. Grazia afferma che come “buona cristiana” ha rassicurato inizialmente suo figlio,dopo il coming out, che tutto andava bene. Ma presto entrò in una profonda crisi spirituale, chiedendosi perché Dio le avresse fatto questo e cosa voleva da lei. “Non capisco“, dice “Ero brava. Facevo parte della chiesa e dei gruppi […] Ero perfetta! Allora perché era successo? Avevo fatto qualcosa di sbagliato, mio Signore? ”
Inizialmente, la sua relazione con suo figlio era tesa e non potevano guardarsi negli occhi. Ma dopo un periodo di crescente accettazione, la loro relazione è diventata “più bella di prima: intensa, più forte e più sensibile“.
Quando Laura e suo marito Alberto, scoprirono che la loro figlia era lesbica, Alberto ricorda che per loro due era difficile immaginare un “futuro diverso” per lei. Ma quando sua figlia ha fatto coming out con loro Laura dice che “l’amava ancora di più. Era ancora più orgoglioso di lei, a causa del suo cammino, della sua maturità, sia umana che nella fede che gli aveva fatto avere il coraggio di parlarne con loro. ”
Michela e Corrado affermano che il coming out del loro figlio non fu un problema per la loro famiglia, ma per la loro chiesa. “La chiesa cattolica deve assumersi la responsabilità di tutti questi figli“, afferma Corrado “Non possiamo lasciarli andare via“.
Corrado dice che la prima cosa che un genitore dovrebbe dire a un figlio che fa coming out è “grazie. Grazie per averci raccontato questo fatto così profondo su di te, grazie per aver avuto fiducia in noi. Grazie perché ci hai parlato della parte più preziosa del tuo cuore.”
Aggiunge sua moglie Michela: “basta dire ti amo.”
Testo originale: Progetto Gionata Publishes Resources on Experiences of Italian Parents with LGBTQ Children