Gerda Wegener. Amore e pittura oltre i generi
Articolo pubblicato sul blog Art Blart (Australia) l’8 maggio 2016, liberamente tradotto da Silvia Lanzi, parte prima
Gerda Wegener (1885-1940) è una figura prominente dell’arte danese. Come donna e artista, ha dipinto in modo unico la bellezza delle donne, con uguale dose di empatia e desidero. Ragazze che flirtano, dive pieve di fascino e donne sensuali sono i suoi soggetti preferiti, e a questi si possono aggiungere i quadri di colei che, dopo la transizione, sarà Lili Elbe, prima marito e poi “moglie”, che ha sviluppato la sua identità femminile come modella di Gerda.
Per le persone di quell’epoca, l’ambiguità sessuale di quest’ultima e la storia di suo/sua marito/moglie era troppo difficile da capire e gestire. In breve, Gerda Wegener ha abbattuto i confini del genere e dell’identità sessuale.
Oggi i temi dei suoi dipinti sono molto attuali. Le persone transgender sono abbastanza presenti nei mass media, e icone trans come Laverne Cox e Caitlyn Jenner hanno un posto nella cultura popolare. Hollywood ha fatti sua la storia di Lili e Gerda, e nel febbraio del 2016 ci sarà la prima danese del film “The danish girl”. Nella più grande mostra finora organizzata dell’opera di questa pionieristica artista troviamo la verve e la vita colorata dei lontani anni ’20, che a noi oggi toccano un nervo scoperto.
“La donna deve liberare i suoi istinti e le sue qualità femminili, usare il proprio charme, e vincere la competizione con l’uomo con la virtù della propria femminilità, mai cercando di imitarlo.” (Gerda Wegener, 1934)
“Einar Wegener si sentiva come una persona costretta ad andarsene in giro in un costume che lo soffocava, e nel quale si sentiva ridicolo.” (Lili Elbe, 1931)
“Una volta trovata Parigi, non ci si può immaginare di vivere altrove. Sebbene ami l’Italia, quando ritorno e sento l’odore di Parigi sono felice.” (Gerda Wegener, 1924)
Pittrice e musa
Nel 1904 Gerda Wegener, nata Gottlieb, sposa il paesaggista Einar Wegener (1882-1931), oggi conosciuto come la donna trans Lili Elbe. Lili è stata la modella preferita di Gerda, e insieme hanno creato un luogo di libertà creativa in cui Lili ha potuto esternare la sua identità femminile.
Nel 1930 Gerda Wegener appoggia suo marito nel diventare una delle prime persone nella storia a sottoporsi ad una serie di interventi di ridefinizione di genere, per diventare una donna sia fisicamente che legalmente. Lili muore però l’anno successivo, per via delle complicazioni dell’ultima operazione.
Nella sua arte Gerda Wegener è profondamente affascinata dai giochi di alcune persone con il proprio genere: il cross-dressing, le maschere e il teatro. Nei suoi quadri Lili posa come una donna: trucco, una serie di parrucche, abiti, scarpe ed esotici ventagli.
Ci avviciniamo all’amicizia e all’amore della coppia, entrambi pittrice e musa per l’altra: sentimenti che vanno oltre i normali confini di genere.
La riscoperta di un’opera controversa
Una delle più grandi dispute nella storia dell’arte danese è quella seguita al rifiuto, nel 1907, del ritratto di Ellen von Kohl di Gerda Wegener sia da parte della Charlottenborg Exhibition che della Den Frie Udstilling. Questo portò ad una ridda di articoli pubblicati sul quotidiano Politiken, sia pro che contro il raffinato e spiritualizzato simbolismo che il quadro voleva rappresentare.
Agli oppositori si diede il nome di “pittori contadini”. Gerda rimase fuori dal “feudo dei pittori contadini”, ma lo mise in mostra in un’altra galleria. In seguito l’opera non fu più visibile, ma ora è stato riscoperta ed esposta all’ARKEN: ognuno la potrà vedere e farsi un’idea sul ritratto che, nel 1907, ha spaccato in due la scena artistica danese.
“Dopo molti anni trascorsi nel piattume, nell’arte danese è apparso un presagio di primavera.”
Il pittore Gudmund Hentze a proposito del ritratto di Ellen von Kohl di Gerda Wegener, in Politiken, 1907.
“L’opera era conosciuta grazie a una fotografia in bianco e nero, ma nel 2015 è stata ritrovata per la mostra all’ARKEN e fotografata a colori, ed è visibile di nuovo per la prima volta dal 1907. È l’occasione giusta per notare che non c’è nulla di sbagliato nell’esecuzione tecnica. Ellen von Kohl è seduta come una donna del Rinascimento in un ritratto del XVII secolo, vista obliquamente con il viso voltato verso di noi. L’abito, lo sfondo e i capelli sono scuri, mentre il viso, la pelle della scollatura che si apre nel vestito e le mani meravigliose hanno sfumature più chiare.
Le lunghe dita affusolate sono tipiche del linguaggio visuale di Gerda Wegener, elegante e manierato. A questo possiamo aggiungere la cosa più strana del dipinto, la sola cosa che ai nostri occhi può sembrare discutibile: lo sguardo della donna e i suoi occhi che non sono aperti in modo chiaro. Ellen von Kohl vede e non vede. Sembra che sia in una parziale trance, presente non solo a questo mondo, ma anche a quello che vede con gli occhi della mente. La modella non è una vecchia signora spossata ‘con i guanti e la schiena piegata dal lavoro’, ma una creatura ben vestita, parecchio ‘colta’ e sensibile, così sensibile che, nel bene e nel male, agli osservatori del tempo sembrava sensuale ed erotica…
“Il ritratto ha molti punti di contatto con parecchie altre opere dello stesso tipo che Gerda Wegener dipinse a Copenhagen in questi primi anni, che mostrano di solito le donne come sono veramente, catturate in atti come la letteratura, la danza o il teatro. Molte hanno uno sguardo simile alle altre, e tutte sono rese con la più grande bellezza possibile.”
Andrea Rygg Karberg, “Quando una donna dipinge le donne”, in Gerda Wegener (catalogo della mostra), Arken, 2015, p. 17
“Gerda Wegener ha anche fatto schizzi e dipinti di lei e Lili insieme. Nel 1922 dipinge uno degli esempi più belli di uno dei molti viaggi della coppia in Italia, tra cui molti a Capri, e il doppio ritratto ‘Sulla via per Anacapri’. Gerda e Lili sono in piedi di profilo in fronte ad una magnifica vista della baia al chiaro di luna, circondate dalle montagne e con la città sotto di loro. Lili gira la testa e guarda direttamente lo spettatore del quadro, circondando con il braccio Gerda con fare affettuoso e protettivo. Gerda guarda avanti sognante, con una mela in mano. Entrambe le donne sono truccate, indossano gioielli e vestiti dalle sfumature rosse. Lili e più alta e più scura di carnagione; i loro anelli sono identici. Il quadro è dipinto con colori delicati, e la luce è quasi eterea, sognante, come se il momento fosse senza tempo. Ancora, c’è una certa atmosfera rinascimentale, specialmente nel rigoroso profilo dell’autoritratto…
“È come se questo particolare prestito da un linguaggio formale del passato elevi lo scenario al di là del tempo e dello spazio, e gli conferisca un carattere eterno. Le opere assumono un significato speciale, mostrando l’amore di Gerda e della coppia per l’Italia, l’arte, la bellezza, e dell’una per l’altra.”
Andrea Rygg Karberg, “Quando una donna dipinge le donne” in Gerda Wegener (catalogo della mostra), Arken, 2015, p. 21
“Nel suo ‘Due prostitute con cappelli’, risalente agli anni ’20, Lili è presumibilmente quella con la parrucca chiara, con fiori e piume nei capelli, che ci guarda con seduttivi occhi da camera da letto. Nelle sue mani stringe il simbolo del sesso femminile, una rosa il cui profumo permea l’atmosfera del quadro e, probabilmente, aiuta ad attirare l’attenzione di altre donne. Le due stanno vicine e sono unite anche dalle composizioni di close cropping.”
Andrea Rygg Karberg, “Quando una donna dipinge le donne” in Gerda Wegener (catalogo della mostra), Arken, 2015, p. 26
“In ‘Sulle rive della Loira’, del 1926, vediamo innumerevoli bohémien della colonia di artisti in un giorno d’estate in costume da bagno, lontano dalla città di Parigi… “Solo una generazione prima di quella di Gerda Wegener non era assolutamente possibile per le donne muoversi liberamente negli spazi cittadini senza essere accostate e fraintese. La definizione di Impressionisti come ‘i pittori della vita moderna’, per esempio, è problematica nel caso di un’artista come Berthe Morisot. Gerda Wegener, d’altra parte, se la spassava liberamente godendosi la vita cittadina, che fosse ricevuta bene o meno. In ogni caso diventò poi normale, non ultimo durante la prima guerra mondiale, quando gli uomini francesi erano al fronte e le donne dovettero sobbarcarsi molte delle attività maschili. Le donne diventarono più forti […] Dopo il primo conflitto mondiale l’Europa era traumatizzata, e i sopravvissuti vivevano vite più ‘selvagge’ di prima, semplicemente per sentirsi vivi. Gli anni ’20 erano perciò caratterizzati da feste e intrattenimenti, e da un cambiamento dei ruoli di genere. Tutto era permesso, molto più di prima.”
Andrea Rygg Karberg, “Quando una donna dipinge le donne” in Gerda Wegener (catalogo della mostra), Arken, 2015, p. 2
La pittrice ed illustratrice Gerda Wegener suscitò furore in Danimarca, ma fu acclamata a Parigi per le sue linee sofisticate e i suoi eleganti ritratti di donne. In novembre ARKEN presenta la più grande mostra finora allestita delle opere di quest’artista pionieristica, la cui vita suscita echi ancora oggi.
Gerda Wegener (1885-1940) era una donna in anticipo sul suo tempo. Era assai improbabile che la figlia di un ministro dello Jutland orientale sarebbe diventata la principale esponente danese dell’art déco e una delle personalità più vivaci di quel periodo. Nel 1904 sposò il pittore paesaggista Einar Wegener (1882-1931), che oggi è meglio conosciuto come la donna trans Lili Elbe. Parigi doveva essere la città nella quale avrebbero dispiegato le loro carriere artistiche. Qui la coppia visse una vita alla moda, resa possibile dal successo di Gerda come ritrattista ed illustratrice per le maggiori riviste di moda. La decadente e frivola Parigi rese anche possibile vivere il loro amore controverso, il cui scopo principale era quello di giocare con genere ed identità sessuale.
Testo originale: exhibition: ‘gerda wegener’ at arken museum for moderne kunst, ishøj, denmark