Gesù aspetta solo che noi gli parliamo (Gv 11:1-45)
Riflessioni bibliche di suor Jeannine Gramick, S.L. tratte dal blog Bondings 2.0 (Stati Uniti), del 6 aprile 2014, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Un tema comune a tutte le letture bibliche per la quinta domenica di Quaresima è che Dio può trarre la vita da ciò che sembra privo di vita. La prima lettura, da Ezechiele 37:12-14, insegna chiaramente questa lezione quando dice “Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi risuscito dalle vostre tombe”.
Anche Paolo, nella sua Epistola ai Romani (8:8-11), scrive che se lo Spirito abita in noi darà vita ai nostri corpi mortali. La lettura evangelica narra la storia famigliare della resurrezione di Lazzaro dai morti.
Le tre letture ci dicono che Dio può trarre la vita da ciò che sembra privo di vita. Voglio soffermarmi sulla terza lettura, soprattutto perché sono attratta dal personaggio di Marta.
Mi piace Marta, è una persona pratica e ragionevole. È una donna che agisce, un’attivista. E dice sempre quello che pensa. Gesù amava Marta, Maria e Lazzaro, eppure, quando venne a sapere che Lazzaro era malato gli ci vollero due giorni per organizzarsi e recarsi a Betania prima di farlo risorgere dai morti. Perché così tanto tempo?
Quando venne a sapere che Gesù stava arrivando, Marta agì. Si affrettò da Betania per incontrarlo lungo la strada. “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto”.
Possiamo sentire un gentile rimprovero nel tono di Marta. Poteva anche dire “Grazie, Signore, per essere venuto, ma non sei un pochino in ritardo?”.
Quando Gesù chiese alla gente riunita di far rotolare la pietra dall’entrata della tomba di Lazzaro, Marta gli gridò asciutta asciutta “Signore, chissà che puzza ci sarà: sono quattro giorni che è morto”. Ci sentiamo spesso come Marta, vero?
“Dio, se tu mi avessi dato la famiglia giusta mentre stavo crescendo, adesso non sarei nella cacca”; “Se avessi insegnanti migliori, avrei voti più alti”; “Se tu non mi avessi fatto gay, la mia vita sarebbe molto più facile”.
Sì Dio, sento la tua presenza amorevole ora che sono comodamente seduta nella mia morbida poltrona con il mio gatto in grembo mentre sorseggio il mio tè, ma dov’eri quando avevo bisogno del tuo aiuto?
Dov’eri quando cercavo di capire chi ero e cosa dovevo fare? Dov’eri quando mi trovavo in una tomba di dolore? Dov’eri quando mi sentivo arrabbiata o depressa, impaziente o impaurita?
A Marta e a noi Gesù dice: “Anche quando non mi riconoscevate nelle tempeste e nelle crisi, io ero lì. Io sono con voi ogni minuto. Anche quando vi sentite giù, io posso riportarvi su, verso la vita. Quando pensi che io sia in ritardo, io sono già lì che aspetto che tu mi veda, che mi chiami, che parli con me.
Posso risollevarti alla vita anche quando hai toccato più volte il fondo dell’autocommiserazione e della paura. Posso farti cambiare direzione da ogni peccato, da ogni crudeltà, da ogni stupidità. Devi solo parlare con me. Vieni a perdere un po’ di tempo con me. Posso trarre la vita da ciò che sembra privo di vita.”
Testo originale: Bringing Life Out of What Seems Lifeless