Gesù e la donna al pozzo. Un esempio della vera comunicazione
Riflessioni di Jane Paone su Giovanni 4:1-30; 39-42 tratte dal Notiziario FDEI (Federazione Donne Evangeliche in Italia) del Giugno 2009
La donna non voleva comunicare con nessuno quel giorno, o forse, aveva tanta voglia di essere in contatto con qualcuno, ma non osava.
E’ venuta al pozzo nel momento più caldo della giornata per non dover incontrare né parlare con alcuno. Eppure, Gesù la stava aspettando proprio in luogo e nell’ora meno propizia.
Notiamo come Colui, il comunicatore per eccellenza, dialogando con la donna, dà una grandissima lezione. Sete di comunicazione Gesù inizia con una richiesta: ‘Dammi da bere’, mettendo la donna in una posizione di vantaggio sociale: infatti, lui ha bisogno del suo aiuto.
Desidera un favore dalla donna, e mostra la sua umanità: ha sete. Questa donna sembra sorpresa dell’iniziativa presa da Gesù: “Come mai tu che sei Giudeo chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?”
Secondo le usanze, Gesù non avrebbe dovuto neanche rivolgere la parola a questa samaritana, ma non bada alle barriere culturali, è venuto per eliminare questi muri che così spesso vengono eretti fra gli uni e gli altri.
La risposta di Gesù non sembra essere ‘logica’: invece di essere scoraggiato dal tono della donna, continua: ‘Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è che ti dice: ‘Dammi da bere’, tu stessa gliene avresti chiesto, ed egli ti avrebbe dato dell’acqua viva.” (v10)
Gesù non è infastidito dal modo di parlare di questa donna, ma risponde al suo più pro- fondo desiderio perché sa che esiste una sete interiore, anche se non lo esprime apertamente.
Gesù parla al grido dello spirito della samaritana: “Tu chiedi a me da bere, ma sono io che ho sete!”
La donna, in cuor suo, aveva tanta sete di comunione con altri, ma aveva costruito intorno a sé una protezione per non dover conversare con le persone.
Era venuta al momento in cui era sicura di non trovare alcuno al pozzo, e questo ‘Giudeo’ l’ha sorpresa.
Il muro cade Piano, piano, lei si rende conto che Gesù non è un semplice Giudeo, è qualcuno che offre “dell’acqua viva”. Magari, sarà qualcuno ‘più grande di Giacobbe’ (v12) .
Gesù continua a parlare dell’acqua che solo lui può offrire, acqua che ‘scaturisce in vita eterna’. E la donna cerca di cambiare discorso: ‘non hai nulla per attingere.’
Ma succede qualcosa in lei: Gesù è riuscito ad avere la sua piena attenzione, e lei sente il desiderio di sapere di più di quest’acqua, così che ‘non abbia più sete e non venga più fin qui ad attingere’.
Si rende conto che forse Gesù potrebbe risolvere un suo grande disagio, e così potrebbe starsene tranquilla a casa invece di scomodarsi e andare ogni volta al pozzo, cercando di evitare gli altri.
Se il primo commento di Gesù sembrava non essere ‘sensato’, la frase che segue in questa conversazione è davvero sorprendente: ‘Va’ a chiamar tuo marito e vieni qua’! Credo che se io fossi stata questa donna, mi sarei sentita un po’ perplessa, perché questo ‘straniero’ stava parlando della mia intima situazione e non mi faceva comodo!
La donna dice seccamente che non ha marito, e Gesù si congratula per la sua onestà: “hai detto bene: ‘Non ho marito, perché hai avuto cinque mariti; e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto la verità.” (v17, 18)
La donna non scappa via, rimane, e la sua decisione di rimanere significa che Gesù è riuscito a creare un’atmosfera di fiducia.
E’ quasi come se Lui stesse facendo notare la sua situazione e insieme considerano la realtà: ‘non è molto bella la tua vita, infatti è un caos’.
Gesù non fa finto di credere che non esiste il di- sordine, ma dolcemente si rivela e la donna capisce: “Signore, vedo che Tu sei un profeta.”
Dal margine verso il centro Quando Gesù si rivela alla donna, lei scopre la sua propria con- dizione e la sua vera immagine davanti allo sguardo pieno di com- passione di questo ‘Profeta’ che sembra conoscerla a fondo.
Comunque, la Samaritana cerca di nuovo di sviare la conversazione, parlando della ‘patata bollente’ del giorno: il fulcro della divisione fra Giudei e Samaritani – dove adorare Dio.
Gesù spiega che non importa il luogo, ma come, e con quale spirito, una persona adora Dio: ‘i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità…’ (v23) . La donna sa che un giorno dovrà venire il Messia e che verrà per annunziare ogni cosa.
Gesù si rivela: ‘Sono io, io, che ti parlo.’ (v26) Da ‘Giudeo’, a ‘uno più grande di Giacobbe’, a ‘Messia’, la donna impara a conoscere e riconoscere chi è vera- mente Gesù.
E’ ‘un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto; non potrebbe essere lui il Cristo?’ (v29) E tutto ad un tratto notiamo che questa donna che schivava la presenza degli altri, dimentica la secchia al pozzo e va verso la città per testimoniare ai suoi ‘vicini’ di ciò che è successo, questo incontro straordinario con Gesù, un uomo che le ha dato dignità, speranza, vita eterna.
Tante volte sembra che il nostro desiderio è di rimanere ‘in superficie’. Ma quando il Signore si rivela a noi, troviamo che vuole entrare in un dialogo molto più profondo.
Se siamo veramente onesti con noi stessi, notiamo che il nostro spirito grida per quest’acqua viva che rinfreschi la nostra vita che spesso sperimenta momenti di siccità.
Il Cristo viene, e tramite lo Spirito Suo, parla al nostro essere interiore, quella parte che a volte, vogliamo nascondere agli altri.
Quando entriamo in dialogo con Colui che è il comunicatore per eccellenza, possiamo essere sicuri che la nostra vita non sarà mai più la stessa.
Egli ci trasforma in testimoni efficaci, perché il Suo Spirito ci spinge a condividere con gli altri ciò che Lui ha fatto nel nostro cuore, dimenticando noi stessi, parlando soltanto di Gesù.
Preghiera: Signore, le cose vanno come vanno. Qualche volta l’acqua è finita, allora abbiamo sete, talvolta le cose non vanno come speriamo.
Parole vaghe e incerte, a malapena ascoltabili, brontolio e borbottamento guastano ogni speranza per qualcosa migliore.
Finché uno dice: Io sono, una parola, un bastone che apre la roccia. Finché Uno fa scorrere la vita, il flusso, di ciò che ci viene incontro, ci mette in moto Signore, parlaci, sia l’acqua che disseta la nostra sete.
Signore dissetaci, sii tu la nostra acqua, ritrovi le nostre sorgenti fa che possiamo essere pozzo e secchio. Amen.
Domande: Quando la donna samaritana capì chi era quello che le parlava, lasciò la sua anfora. Quali anfore dobbiamo lasciare noi, cristiane di oggi, per poter vivere secondo lo spirito dell’evangelo?
Siamo realmente disposte a lasciare le nostre anfore? La forza dell’evangelo ha spinto la donna dal margine verso il centro per annunciare il messaggio, c’è qualcosa che ci trattiene a far altrettanto? (Irene Piacente)