Gesù mio. Il mio canto “irregolare” per Te
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Riflessioni di Fabio Trimigno del gruppo Zaccheo, cristiani LGBT di Puglia
La storia di GESU’ MIO nasce in un pomeriggio di settembre del 2018 quando un sacerdote prima di una celebrazione liturgica comunica che non mi avrebbe dato l’Eucarestia in quanto omosessuale unito civilmente, pertanto “irregolare”.
Il rifiuto, dopo lo smarrimento, si trasforma in accoglienza con il soccorso di un giovane amico sacerdote che si precipita frettolosamente in chiesa, sussurrandomi all’orecchio la preghiera per la comunione spirituale e compensando così il vuoto creato dall’altro sacerdote.
Due anni dopo, a marzo del 2020, cambia improvvisamente il mondo. Arriva un virus che cambia la vita a tutti: si vive un momento difficile anche per accostarsi ai Sacramenti. Molti cattolici cominciano a soffrire perché non ricevono Gesù Eucarestia.
Il papa, i vescovi e i sacerdoti, chiedono a tutti i fedeli di riscoprire la “Comunione spirituale”, ovvero un antico modo di pregare basato sul desiderio del Sacramento: Dio ascolta i nostri desideri, e se conformi alla Sua Volontà, li accoglie e realizza.
E’ bastato un virus piccolissimo a rendere tutti uguali, è bastato un virus a rendere tutti “irregolari”, tutti esclusi, emarginati, allontanati, avvertendo così un forte desiderio di Gesù nel Suo Corpo e nel Suo Sangue.
Dopo due anni, da quel desiderio negato in una chiesa di periferia, sembra impellente il bisogno di sentirsi in comunione con Dio e con il resto della comunità segregata tra le mura di casa ormai da settimane: un’umanità fragile inginocchiata davanti al silenzio della storia.
Se dalle nostre case di prigionia abbiamo pensato di salvare solo i nostri corpi, allora è stato troppo poco: non si tratta di salvare questa vita, ma di come la si vuole conservare.
GRANDI COSE HA FATTO IL SIGNORE PER NOI
Da qui nasce il canto GESU’ MIO, interpretato per la prima volta da Angelo Iossa per “Cantàmmo a Gesù”. GESU’ MIO nasce in una piccolissima Parrocchia, una piccola chiesa tra gli ulivi e le colline della frazione di Macchia a Monte S. Angelo (FG), gestita dai Padri Camilliani. “Cantàmmo a Gesù”, invece, nasce in una Parrocchia grande, al centro di Napoli, Santa Maria di Montesanto.
Dagli ulivi del Gargano ai vicoli dei Quartieri Spagnoli, dall’Adriatico al Tirreno, si è così creata una comunione bellissima grazie al canto e alla lode, ma soprattutto grazie al desiderio e alla sete di Gesù Eucarestia.
La prima versione interpretata da Angelo Iossa è stata subito adottata da alcune comunità religiose, in alcune parrocchie e gruppi di preghiera. Ha attraversato l’oceano e ha unito altri fedeli in Venezuela che hanno cominciato a tradurre il testo e a pregare sulle note scritte proprio da me che era stato ritenuto “irregolare” da un pastore della Chiesa.
Dio scelse un balbuziente come Mosè per parlare al suo popolo, e forse Dio in quel momento della storia ha scelto me perché parlassi ad altri dell’Eucarestia e la speranza di cui è impregnata.
VIENI SPIRITO CREATORE
Poi lo Spirito soffia più forte e più lontano di quanto tu possa pensare. Ed ecco che Domenico Ciociola – chitarrista e musicoterapeuta nonché un mio carissimo amico – mi propone di scrivere una versione per coro a 4 voci miste e qualche strumento.
Da quel giorno nessuno più è riuscito a contenere l’operazione: 20 voci femminili e 5 voci maschili, 12 orchestrali tra fiati, archi, strumenti a corda e a percussioni, 3 bambini e 1 cardellino. GESU’ MIO non è più il canto di un ego, ma è un eco di un canto. Gesù mio ha visto uniti sotto lo stesso Spirito uomini, donne e bambini del Nord e del Sud Italia, non tralasciando la zona centrale, e facendo un salto anche in Corea del Sud.