Gesù, un giovane Dio povero e fragile
Testo della teologa Marcella Althaus-Reid* tratto da The Queer Bible Commentary (Stati Uniti), a cura di Deryn Guest, Robert E. Goss, Mona West e Thomas Bohache, SCM Press, 2006, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Forse è corretto dire che il Dio in Cristo è un Dio in crisi di identità (intendo il termine “crisi” nel suo senso positivo e rivelatore), vale a dire un Dio che giudica il suo sé divino, un autogiudizio che è anche una ricerca di identità da parte di Gesù, messia in fieri e Dio incompiuto.
Vorrei qui evidenziare due punti teologici importanti: l’omicidio di una persona queer come parte del sacrificio espiatorio compiuto dalla società e la questione del Dio ridondante. L’omicidio di Gesù è stato forse un tentativo di eliminare la differenza costituita dall’idea di Dio presentata da Gesù? Il messia è stato reso ridondante dalla morte in croce. In ogni caso, non c’era più bisogno del sé di Dio. Ma Dio (e Dio in Gesù) era un Dio queer?
A questo punto della narrazione vediamo Gesù più o meno allo stesso punto di quando ha iniziato la sua vita pubblica. L’uomo queer di Dio è uscito allo scoperto e in qualche modo ha fatto conquiste, ha conquistato cuori e la sua comunità stava diventando abbastanza forte da presentare uno stile di vita diverso e alternativo. Una resistenza alla Stonewall, che è partita dalle sinagoghe per poi approdare nelle case private. Ma questa resistenza può anche venire violentemente uccisa.
Ora vediamo questo Gesù che sembra aver perso alcuni amici, un Gesù senza l’amore di un compagno. Questo Gesù viene salutato con baci e segni d’affetto, ma viene anche tradito, abbandonato e rinnegato. Il ciclo di pubblica umiliazione, tortura e derisione si conclude con questo povero e fragile giovane Dio che muore di morte miserabile nella discarica della sua città.
* Il 20 febbraio 2009 moriva Marcella Althaus Reid, teologa femminista argentina di nascita e inglese d’adozione, da sempre attenta ai temi della sessualità e del corpo e punto di riferimento per la comunità femminista e queer. Riteneva che solo una teologia radicale, che osasse andare oltre i limiti comunemente accettati, potesse rivelare la presenza di Dio nel nostro tempo. Ha pubblicato diversi libri: in italiano è apparso Il Dio queer (Claudiana, 2014).