Sono una giovane ragazza trans che si affaccia alla vita
Testimonianza di Rillei* pubblicato sul sito She Knows (Stati Uniti) l’11 settembre 2020, liberamente tradotto da Claudia Pannozzo
Penso di aver saputo di essere trans fin da piccola. Giocavo sempre a travestirmi o cose del genere, e la maggior parte de* mie* amic* erano ragazze. Ricordo che la sera pregavo Dio di rendermi una ragazza, ma non mi ero mai resa conto che ciò significasse che ero trans, perché non sapevo esprimere la mia identità di genere in questi termini. Quando, in quinta elementare, scoprii finalmente cosa significasse essere transgender, ecco che pensai: Questa sono io.
Lo scoprii perché un membro della mia squadra di ginnastica ci disse di essere transgender. Ricordo che ci raccontò la storia del suo coming out, e poi disse “Se volete farmi qualche domanda, potete contattarmi in privato”. La contattai, e le chiesi di parlarmi dell’essere transgender.
È stato allora che me ne sono davvero resa conto. Nell’ascoltare la sua storia mi sono detta, Wow, sono una ragazza. Sono transgender.
Io e quella ragazza ci siamo in realtà perse di vista, perché lei era all’ultimo anno di liceo e io in quinta elementare, ma è stata decisamente la mia prima amica trans. Non conoscevo né avevo mai visto persone trans prima di lei. Certo, da allora ho visto Orange is the New Black, e ci sono sempre delle serie TV che a volte hanno un episodio con una persona transgender.
Ho anche comprato dei libri sull’essere transgender, ma sinceramente non li leggo. A volte mi sale l’ansia anche solo a leggere qualcosa sulle persone transgender. Fa quasi paura leggere le loro storie, perché sento una grande connessione con loro.
La prima persona con cui ho fatto coming out è stata mia madre, ma più o meno già sapeva fin da quando ero piccola che fossi trans, o per lo meno, che non ero esattamente come gli altri ragazzi intorno a me. Tuttavia, ricordo di averglielo detto, ed è stato un momento molto divertente che ho condiviso con lei.
Dopo averglielo detto, ricordo che volevo dirlo ad altre persone. Mia madre voleva aspettare un po’ (in fondo ero in quinta elementare), ma io ero così entusiasta. Ho scritto un lungo messaggio alla mia squadra di ginnastica; sono state le altre prime persone con cui ho fatto coming out.
In quel gruppo c’era solo positività, ma ovviamente non è lo stesso quando si fa coming out con la maggior parte delle persone. Le cose sono state un po’ diverse quando ho fatto coming out con varie persone in circoli più allargati, alcune delle quali non capivano cosa significasse “transgender”.
Ho una zia che non capiva. È sempre stata distante da me, ma ricordo che taggava sempre mia madre su Facebook in post che parlavano di quanto essere trans fosse la peggior cosa di sempre. Dopo aver fatto coming out, e dopo un sacco di incontri con i miei medici, a dodici anni ho iniziato a prendere i farmaci che bloccano la pubertà. Questa zia allora ha scritto qualcosa su Facebook su come i farmaci bloccanti facciano male, e che stiamo avvelenando i nostri figli.
Quindi io e mia madre abbiamo smesso di parlarle, ma in seguito, quando mia nonna si è ammalata di cancro, mia madre si è ritrovata costretta a parlare con mia zia per coordinarsi con lei per le cure di mia nonna; abbiamo comunque mantenuto le distanze, e a mia zia non è stato permesso entrare in casa nostra.
Infine quest’anno, il giorno del mio compleanno, mia zia mi ha mandato un biglietto d’auguri dove ha utilizzato il mio vero nome, invece che il mio nome di nascita. È stato un progresso, ma comunque ancora solo il minimo indispensabile.
Quando si è trans, non si smette mai di fare coming out. La famiglia di mio padre vive nel Wisconsin, in una zona abbastanza conservatrice, e lui non era molto sicuro di come parlare di me con i parenti. Quando siamo dovuti andare ad un matrimonio dalle sue parti, ricordo che ero molto in ansia, avevo paura che mi avrebbero odiato tutt*.
Ho uno zio, un membro della famiglia che pensavo fosse molto conservatore e non sostenitore delle persone LGBTQ, ed era la persona che mio padre aveva più paura che incontrassi. Invece è stato quello che mi ha accolto a braccia aperte più di tutt*. Le persone possono sorprenderti.
Per quanto mi riguarda, affrontare la transizione mi ha reso molto più sicura di me. Mi sono sentita meglio nel diventare più donna, più ragazza; la prima volta che ho comprato i farmaci bloccanti è stato il giorno più bello della mia vita, anche se la puntura è stata dolorosa. È stato fantastico. Ricordo di aver mandato un messaggio alla mia amica trans, con cui festeggio ogni volta che raggiungiamo un nuovo traguardo e ci sentiamo più aderenti alle nostre identità di genere.
Oggi ho quattordici anni. Ho appena finito la scuola media, e sono felice di lasciarla, di aver finito. La scuola media non è stata il mio periodo migliore. Questo mese inizierò il liceo; andremo di persona, quindi non so esattamente cosa succederà.
Al liceo voglio soprattutto fare nuove amicizie e allargare la mia cerchia sociale, perché è importante per me. E vorrei condividere di più la mia storia; mi è sempre piaciuto scrivere, quindi forse in futuro portò farlo più spesso.
A* ragazz* trans o genderqueer o gender non-conforming voglio solo far sapere che fa paura ed è molto difficile, ma alla fine ne vale la pena, perché a quel punto siete voi stess*. Essere una ragazza mi fa stare molto meglio, perché è la mia verità. Ci si deve dar da fare per essere se stess*, e so che può essere difficile per le altre persone capire, ma ci saranno sempre altr* che rimarranno al tuo fianco nonostante tutto. Date alle persone una possibilità, e vi potranno sorprendere. Sempre avanti!
* Rillei è una studentessa quattordicenne che vive in California. Ama giocare a calcio e recitare.
Testo originale: I’m a Trans Teen & This is What Surprised Me About Coming Out