La diocesi austriaca di Linz su “gli omosessuali e il loro posto nella chiesa e nella comunità cristiana”
Documento del Forum su relazioni, matrimonio e famiglia dell’Azione cattolica dell’Alta Austria* – Gruppo diocesano di lavoro sulla pastorale omosessuale (Forum Beziehung, Ehe und Familie der Kath. Aktion Oberösterreich Diözesane Arbeitsgruppe Homosexuellenpastoral) redatto dal Consiglio Pastorale della Diocesi cattolica di Linz (Austria), tradotto liberamente da Antonino Pane
Come si è arrivati a questo documento? Nella giornata di studio e confronto sull’assistenza spirituale degli omosessuali, dell’Ottobre del 2005, uno dei risultati più importante su cui sono stati d’accordo, sia gli esperti delle più diverse specializzazioni (studi biblici, assistenti spirituali, consulenti, terapeuti, sociologi) che gli uomini e le donne omosessuali, è stato che: gli adulti omosessuali non sono presi quasi per niente in considerazione dalla chiesa. Per loro così come per gli adolescenti non c’è nessun modello o identificazione ai quali attingere. Dal loro punto di vista, e soprattutto dai più giovani, questo è percepito come una mancanza reale e tangibile. E rende lo sviluppo di questa tematica incredibilmente difficile.
Queste osservazioni sono state prese in esame il 25 Gennaio del 2006 dalla direzione del consiglio pastorale (della diocesi austriaca di Linz), che tra l’altro ha sollecitato un incontro col Vescovo diocesano su quest’argomento, avvenuto il 12 Aprile (2006). Uno di questi incontri è stato quello del gruppo preparatorio fondato dal vescovo e composto dal Prof. Dr. Michael Rosenberger, Pfarrer Dr. Walter Wimmer, Mag. Andrea Holzer-Breid, Sarah Eibinger e Mag. Rolf Sauer che hanno concepito il presente testo e l’hanno affidato al Consiglio pastorale diocesano e al suo comitato per ulteriori modifiche.
La percezione dell’omosessualità nella società
Come tratta la società gli omosessuali? E gli omosessuali come vivono? In Germania ci sono dati più precisi rispetto a quelli austriaci, tuttavia non dovrebbero essere significativamente diversi. Un’inchiesta del Nordrhein-Westfalen del 2000 (Oppermann e altri) documenta il cambiamento importante delle persone riguardo all’accettazione degli omosessuali, così come il timore di parlare con loro riguardo al loro orientamento sessuale: allo stesso tempo una gran parte della popolazione è stupita dal fatto che gli omosessuali possano essere considerate persone come tutte le altri (secondo il 90% citcsa). Ciononostante circa il 63% delle persone non ha mai parlato della propria vita privata omosessuale e hanno timore del fatto che riuscirebbero a spiegare queste informazioni.
Tuttavia una crescente maggioranza approva la possibilità che in Germania, dalla metà degli anni ’90, si possano contrarre le unioni civili tra persone dello stesso sesso. L’istituto FORSA commenta questo fenomeno in questo modo: “Il cuore del pensiero conservatore non si sbriciola così velocemente, come il rifiuto del matrimonio tra persone omosessuali.“ La percezione degli omosessuali è cambiata molto tempestivamente. Su questo cambiamento le scoperte scientifiche dello scorso decennio hanno fornito un fondamentale contributo:
· La sociologia ha dimostrato che esiste un tasso sorprendentemente costante di omosessuali, tra il 5% e il 10%, in tutte le società esaminate, indipendentemente dalla loro cultura, religione e dal loro grado di sviluppo.
·La ricerca medica condotta sui gemelli mostra che, nel caso di gemelli omozigoti, se uno di loro è omosessuale, lo è anche l’altro col 50% delle probabilità: è quindi un segno che l’ereditarietà gioca un certo ruolo nella determinazione dell’orientamento sessuale, anche se non in maniera decisiva.
· La ricerca genetica ha localizzato sul cromosoma umano X almeno un gene corresponsabile dell’omosessualità; è stato riconosciuto in tutto il mondo attraverso il suo inserimento nella cartina genetica mondiale, come GAY-1-Gen.
· La medicina sessuale ha mostrato che una propagazione più blanda di testosterone nella seconda metà della gravidanza potrebbe influenzare l’orientamento sessuale dei feti umani.
· L’etologia oggi conosce ormai 450 mammiferi in habitat naturale con chiari atteggiamenti omosessuali.
· La neurologia ha dimostrato che gli omosessuali prediligono sostanze odorose diverse da quelle degli eterosessuali. Tutte queste osservazioni dicono con una certa probabilità che l’orientamento sessuale di una persona è definito al massimo nel secondo anno di vita, e successivamente non cambia più.
Come vivono gli omosessuali nella società?
· E’ notevole a tal proposito la differenza tra la città e i paesi più piccoli dove è ancora un grande tabù.
· Per quasi tutti gli omosessuali è ancora problematico fare Coming-out* coi propri genitori: spesso i genitori hanno paura di aver fatto qualcosa di sbagliato. Il Coming-out è un processo importante, ma anche carico di emozioni.
· Il giovane capisce di aver distrutto l’aspettativa e il desiderio dei suoi genitori. Insorgono paure riguardanti il fatto che i genitori potrebbero rifiutare il suo orientamento sessuale. Per un tranquillo Coming-out le persone, così come gli amici e i consiglieri spirituali che sono al loro fianco, hanno bisogno di informazioni giuste.
· Nell’opinione pubblica l’omosessualità viene scambiata molto spesso con ciò che viene “rappresentato”. Tutti noi abbiamo a che fare con foto di persone in abiti stravaganti e con stati d’animo estremi, ma vediamo poche foto di coppie assolutamente normali. Per gli omosessuali è opprimente essere ridotti soltanto a ciò che viene “rappresentato”. Vivrebbero molto volentieri una vita normale come tutti gli altri. Per un buon Coming-out sono importanti anche dei modelli “completamente normali”.
· Nell’opinione pubblica dei piccoli paesi gli omosessuali non vengono riconosciuti come gli ultimi , e quindi si ha timore delle reazioni o, ancora peggio, delle critiche degli altri. Questa realtà affettiva perciò viene nascosta.
· D’altra parte il tema dell’omosessualità, per molti giovani e molte persone delle grandi città, è assolutamente normale. Gli eterosessuali hanno amici omosessuali e viceversa, in maniera assolutamente normale.
· Molti omosessuali sono credenti e vivono con molto dolore il fatto che, nel contesto religioso, l’omosessualità venga svilita o addirittura rappresentata come una malattia.
La posizione del Vaticano
Non tutte, ma alcune delle scoperte scientifiche sopra menzionate erano conosciute già dal 1986, quando la Congregazione Vaticana per la dottrina del 30/10/1986 emanò il documento più importante fino a oggi riguardo la cura personale per gli omosessuali. Già all’inizio il documento accentua il fatto che la chiesa rispetta queste scoperte scientifiche e riconosce l’autonomia della ricerca scientifica, e che le visioni etiche devono andare oltre la pura constatazione dei fatti scientifici (Nr. 2).
La “predisposizione omosessuale”, la “tendenza” così come gli “omosessuali” sono chiari segnali che dicono che l’omosessualità non deve essere vista come una pratica soggetta a volontà di scelta, bensì come una caratteristica dell’uomo costituita e data già in precedenza. Di seguito vengono descritti tre punti centrali esaminati dalla congregazione:
1. L’ attenzione ampia e incondizionata degli omosessuali nella chiesa e nella società: qualsivoglia forma di discriminazione e di violenza contro gli omosessuali è fortemente respinta (Nr. 10). La Congregazione incoraggia i vescovi a realizzare tutti quei programmi pastorali che aiutano gli omosessuali “a tutti i livelli della loro vita religiosa“, attraverso il dono del sacramento, la preghiera, la testimonianza, del consiglio e della compassione (Nr. 15). Gli omosessuali non dovrebbero essere spinti all’isolamento, bensì integrati nella comunità parrocchiale. (Nr. 15). Le loro famiglie dovrebbero essere sostenute nel confronto con il fenomeno dell’omosessualità (Nr. 17).
2. Tutte queste indicazioni pastorali vogliono far sì che gli omosessuali possano integrare il loro orientamento sessuale con una personalità pura e integra (“casta”), in modo da realizzare la venuta di Cristo (Nr. 12-14). In questo modo la posizione cattolica si contraddistingue significativamente da quella delle altre chiese evangeliche che, negli Stati Uniti, cercano con programmi appositi di “trasformare” gli omosessuali e di portarli a essere eterosessuali, un tentativo che fallisce tragicamente, dal momento che esiste un orientamento omosessuale è naturale che fallisca (secondo un’intervista di Gallup, del 2004 e del 2006, circa la metà di tuttii cittadini americani erano convinti del fatto che l’omosessualità fosse una cosa risultante dall’educazione ricevuta!).
In questo caso la chiesa cattolica, nel definire cosa è “naturale”, prende sul serio le scienze naturali e mette in campo tutte le sue argomentazioni per dar vita al suo “programma di trasformazione”! In cui gli omosessuali devono accettare il loro orientamento e viverlo come essere parte della creazione. Per questo motivo ogni comunità parrocchiale ha l’importante compito di sostenerli.
3. La terza posizione del vaticano, il rifiuto delle pratiche omosessuali (Nr. 3), deve essere tuttavia ricordata per motivi di onestà. Siccome gli atti omosessuali sono “determinazioni, private del loro scopo reale e indispensabile“, ossia quello di essere strumento di procreazione della prole, questi vengono rifiutati dalla Congregazione. Ad oggi questa è l’affermazione più dibattuta dal Magistero Vaticano.
Come viene tradotto questo orientamento nella diocesi di Linz?
Il consiglio pastorale della diocesi vorrebbe limitarsi soltanto a perseguire con zelo le prime due questione dell’istruzione vaticana, per includere nella diocesi tutti. Nei vent’anni trascorsi dall’apparizione del documento vaticano a livello diocesano qualcosa è successo. Un esempio concreto nelle parrocchie, nelle catechesi locali, negli asili e nelle scuole tuttavia non è ancora avvenuto. Lo scopo di quest’iniziativa è quindi quello di cambiare stato di cose.
Si tratta di prendere in considerazione e di riconoscere le persone omosessuali nella vita parrocchiale affinché si sentano liberi e incoraggiati nel far riconoscere e conoscere il proprio orientamento, senza essere giudicati ma sentendosi al sicuro. Dei toni giudicanti non sono compatibili con (le affermazioni del documento) della Congregazione (della dottrina della fede), che mira all’integrazione della sessualità della persona; ma invece contribuiscono soltanto a rendere un tabù l’omosessualità nella società e a respingere certe “situazioni”. Si ha bisogno di parlarne con discrezione e con tatto.
Le persone omosessuali vorrebbero sperimentare, come succede per le persone eterosessuali, l’essere accettati e considerati dagli altri semplicemente per il loro modo di essere, ne hanno diritto. Fin quando avranno timore di parlare del loro orientamento sessuale di fronte agli altri, la loro crescita interiore e spirituale ne soffrirà e ne sarà bloccata. Quando qualcuno viene riconosciuto come omosessuale negli ambienti cristiani, non dovrebbe essere né una cosa di cui vergognarsi, né una cosa spiacevole.
Non serve una “compassione” accondiscendente, bensì un sentimento di rispetto e di sostegno, quando i genitori hanno il bisogno di parlare dei/delle loro figli/e omosessuali. E c’è bisogno di incontrare e rendere participi gli omosessuali e chi li circonda, con la stessa libertà, disinvoltura e apertura che ognuno deve avere nell’incontro con gli altri.
In concreto (come consiglio pastorale diocesano) proponiamo le seguenti misure:
· Realizzare sul tema un incontro aperto nelle parrocchie, nei consigli del decanato con moderatori/moderatrici /referenti preparati e qualificati.
· Incentivare la conoscenza delle persone omosessuali negli ambienti parrocchiali, collegata però a una certa discrezione, poiché il coming-out richiede molto coraggio e molta attenzione.
· Incoraggiare gli omosessuali a fare il loro coming-out nel modo più semplice possibile, affiancandoli con guide qualificate (ad esempio assistenti spirituali della pastorale matrimoniale e della famiglia).
· Incentivare e perfezionare le conoscenze degli/delle insegnanti di religione riguardo all’omosessualità.
· Invitare gli omosessuali cristiani a manifestazioni o incontri spirituali, ad esempio catechesi parrocchiali.
· Curare questi incontri aperti con personalità credenti che si riconoscono come omosessuali.
* Il Forum su Relazioni, Matrimonio e Famiglia (Forum Beziehung, Ehe und Familie der Kath) è un gruppo di lavoro dell’Azione Cattolica Austriaca
Testo originale: Homosexuelle Menschen und ihr guter Platz in Kirche und Gemeinde Eine Initiative des Pastoralrates der Diözese Linz