Gli studi di genere e sulla sessualità in Italia da PoliTeSse a GIFTS
Dialogo di Katya Parente con Massimo Prearo
Sappiamo tutti che la sfera della sessualità non si esaurisce nella genitalità. È qualcosa di molto più sfaccettato e complesso, determinato, oltre che dall’anatomia, anche dalla percezione che la società ha di ognuno. Per indagare e capire e cercare di capire meglio questo argomento così delicato e intricato, è nostro gradito ospite il dottor Massimo Prearo, che fa parte di PoliTeSse. Ma lasciamo a lui la parola.
PoliTeSse è il nome di un centro di ricerca del Dipartimento di Scienze Umane dell’Università di Verona, in cui si studiano le Politiche e Teorie della Sessualità (da cui PoliTeSse). È stato fondato nel 2012 su iniziativa di Lorenzo Bernini, che attualmente lo dirige, anche con il supporto di Adriana Cavarero, che ne è stata la prima direttrice.
Un centro di ricerca universitario è un raggruppamento di ricercatrici e ricercatori, accademici ma anche, a volte, extra-accademici, che hanno interessi e oggetti di ricerca comuni, sebbene studiati da prospettive disciplinari diverse.
In particolare, PoliTeSse riunisce docenti, ricercatrici e ricercatori che indagano, con fini sia teoretici sia applicativi, i fenomeni del genere e della sessualità nelle loro implicazioni filosofiche, politiche, giuridiche, religiose, etiche e bioetiche, antropologiche, culturali, sociologiche, pedagogiche, psicologiche, mediche e storiche.
PoliTeSse è collegata anche alla collana àltera / politiche e teorie della sessualità, co-diretta da Lorenzo Bernini, Olivia Guaraldo e Massimo Prearo presso le Edizioni ETS di Pisa. Dal 2015 sono già undici i titoli pubblicati. La collana si rivolge tanto a un pubblico accademico, quanto a un pubblico allargato di persone interessate, che siano attiviste, operatrici e operatori sociali, istituzionali, ecc.
PoliTeSse è insieme crocevia e agorà, luogo di intersezione di diverse discipline e, contemporaneamente, di discussione. Perché, e come si armonizza, questa doppia anima?
In questi quasi dieci anni di vita, PoliTeSse ha promosso nel paesaggio accademico italiano il dibattito scientifico e culturale su questioni che fino a pochi anni fa erano considerate – a torto – marginali o scientificamente irrilevanti, perché relegate agli ambiti dell’attivismo e della politica.
PoliTeSse ha sempre lavorato in una doppia prospettiva di promozione della legittimità scientifica del pensiero femminista, degli studi di genere, intesi in senso molto ampio ed esteso, e delle teorie queer, e di collaborazione e di scambio con le organizzazioni sociali e politiche del territorio, e a livello nazionale e internazionale.
Obiettivi del centro di ricerca infatti sono l’organizzazione di attività scientifiche (seminari, conferenze, convegni, ecc.), la realizzazione di progetti di ricerca su tematiche specifiche (i movimenti LGBT, la condizione intersex, la storia della sessualità, l’omogenitorialità, ecc.), e anche la collaborazione con realtà, organizzazioni e gruppi all’esterno dell’università per promuovere la co-produzione e la circolazione dei saperi, e la diffusione di una cultura rispettosa della dignità umana e dei diritti fondamentali, che includono l’autodeterminazione dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale, e quindi i diritti alla salute e alla sicurezza delle minoranze sessuali e di genere.
Cos’è la Rete GIFTS, e perché la necessità di crearla?
Negli ultimi anni si sono moltiplicati gli attacchi agli studi di genere e sulla sessualità – a volte anche in maniera mirata nei confronti di ricercatrici e ricercatori. È successo a Verona, in diverse occasioni, ed è successo purtroppo anche in Italia. Il fenomeno però riguarda anche altri Paesi. Lo stesso tipo di attacchi esistono in Francia, e in maniera anche più drammatica in Ungheria o in Brasile.
La visibilità e la crescente istituzionalizzazione dei saperi legati alle questioni di genere e della sessualità, e alle soggettività minoritarie che, storicamente, hanno messo a tema le dinamiche di potere che ne determinano la condizione sociale e politica, sono messe in discussione, contestate e ostacolate da forze politiche conservatrici, ma talvolta anche dall’interno delle istituzioni accademiche.
Nel 2018, con lo scopo di discutere di tale situazione, ed eventualmente immaginare possibili azioni, PoliTeSse ha lanciato un invito a tutte le realtà collettive che in Italia lavorano in questo campo di studi, per un congresso che si è tenuto il 28 e il 29 giugno 2018, dal titolo “Studiare il genere e la sessualità nell’università italiana. Genealogie, sfide, prospettive”.
Forse per la prima volta, centinaia di studiose e studiosi hanno potuto conoscersi e discutere. Lì nacque l’idea di iniziare un percorso collettivo, che nel marzo 2019 ha portato alla creazione di una Rete italiana degli studi di genere, intersex, femministi, transfemministi e sulla sessualità – GIFTS appunto, «con l’intento di favorire la creazione e il rafforzamento di relazioni, scambi e collaborazioni tra chi lavora nell’università in modo strutturato, chi vi lavora in modo precario, e chi fa ricerca, didattica e formazione altrove in modo indipendente». Infatti, ad oggi partecipano alla Rete GIFTS centri di ricerca formali e informali, corsi di laurea o di specializzazione, master, associazioni, riviste, collettivi, laboratori, ecc. per un totale di 62 realtà collettive.
È difficile coordinare realtà così numerose?
All’interno di GIFTS abbiamo deciso, per ora, di proporci come una rete informale, e di non formalizzare la nostra organizzazione in un’associazione, per esempio. Nella fase costituente abbiamo considerato che l’ampia varietà di posizioni teoriche ed epistemologiche, oltre alla pluralità disciplinare che ricopre moltissimi settori accademici diversi, avrebbe potuto meglio esprimersi e collaborare in un quadro informale.
In questo senso, sicuramente, oltre alla difficoltà di coordinare le attività di un numero molto elevato di realtà (a loro volta costituite da collettivi più o meno numerosi), è necessario fare un lavoro di posizionamento e di negoziazione permanente, che ci permetta di continuare a lavorare in un’ottica convergente, anche se sullo sfondo a volte ci sono conflitti e divergenze.
È senza dubbio difficile e talvolta estenuante, a volte forse anche frustrante. Ma, almeno per quanto mi riguarda, credo che, considerata la condizione universitaria italiana, questo lavoro continuo per tenere assieme la diversità interna di GIFTS sia necessario. C’è un bisogno vitale in questo momento di lavorare di concerto, non solo per difendere gli studi di genere, intersex, femministi, transfemministi e sulla sessualità, ma anche per rinforzarne la legittimità e la presenza istituzionale.
L’assonanza dei nomi porta alla gentilezza (PoliTeSse) e al dono (GIFTS). Coincidenza o una sorta di “omen nomen”?
Difficile credere che si tratti di una coincidenza. Questa assonanza, in realtà, viene dal fatto che le persone che hanno partecipato alla costituzione dell’una hanno partecipato anche alla costituzione dell’altra, e hanno così portato una visione comune che è fondante sia per PoliTeSse che per GIFTS, ovvero l’idea che queste realtà esistono per prendersi cura delle persone, per favorire la loro partecipazione e la loro soggettivazione, per costruire insieme.
Aggiungerei: per prendersi cura delle istituzioni, spesso dismesse in maniera devastante da spinte riformistiche utilitaristiche, estemporanee e arroganti. Ma anche, senza dubbio, per immaginare e realizzare pratiche di resistenza a forme di ingiunzioni e di dominio che, al contrario, scoraggiano, ostacolano o addirittura impediscono le collaborazioni transdisciplinari, l’ibridazione dei saperi e la presa in considerazione della dimensione politica del lavoro scientifico che – occorre ricordarlo – è sempre presente, anche e soprattutto quando è negata e nascosta dietro il velo illusorio della neutralità oggettiva.
A conclusione di questa intervista mi viene in mente la presa di posizione di Simone de Beauvoir secondo la quale “tutto è politica”. Questa affermazione dovrebbe spronarci a non ricevere tutto passivamente, ma a riflettere e agire in ogni ambito dell’esistenza. È quello che fanno due realtà come PoliTeSse e GIFT per quanto riguarda la sessualità umana. Speriamo che il loro contributo così fecondo venga compreso e recepito.
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