Gran Bretagna: un giovane musulmano gay ha sposato il suo compagno
Articolo pubblicato sul sito del quotidiano Telegraph (Gran Bretagna) l’11 luglio 2017, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Un ragazzo musulmano, che ha tentato il suicidio dopo i maltrattamenti subiti a causa della sua sessualità, è forse il primo esponente della sua fede a sposare un uomo nel Regno Unito. Jahed Choudhury, 24 anni, è cresciuto con lo stigma omosessuale ed è anche stato spedito in pellegrinaggio per cambiare il suo orientamento sessuale. Dopo una vita di bullismo, che lo ha portato a tentare il suicidio, è stato trovato in lacrime su una panchina dal diciannovenne Sean Rogan. Ora i due sono sposati e non si sono più guardati alle spalle.
Jahed, che viene dalla città di Walsall, dice: “Con questo gesto voglio mostrare alla gente che non mi importa di loro. La mia famiglia… pensa che sia una malattia e che possa essere curata, altri parenti pensano ancora che sia una fase. Vorrei dire a tutti coloro che stanno vivendo la stessa cosa che va tutto bene, mostreremo al mondo intero che si può essere gay e musulmani”.
La cerimonia nuziale si è svolta in tono minore in un ufficio pubblico di Walsall. Jahed e Sean, insieme da due anni, vestivano la tradizionale tenuta islamica. Per molti musulmani tradizionalisti è ancora un tabù culturale, ma Jahed è uno dei pochi musulmani apertamente gay ad essersi sposato con un altro uomo e forse il primo nel Regno Unito.
Jahed viene da una famiglia bengalese e ha tre fratelli: in questo tradizionale nucleo musulmano ricorda di essere sempre stato la “pecora nera” della famiglia. Ora però guarda avanti, alla sua nuova vita con Sean: “Ero al limite della sopportazione, stavo piangendo su una panchina e dal nulla sbucò Sean, che mi chiese come stavo. Mi ha donato speranza in uno dei miei momenti peggiori e da allora è sempre stato al mio fianco. Ero una bestia rara: non mi piaceva il calcio, preferivo guardare le sfilate di moda. Mi sentivo in trappola. È sempre stato così a scuola, mi sputavano addosso, mi vuotavano addosso il cestino dell’immondizia, mi chiamavano porco, e i musulmani mi gridavano ‘harum’: un insulto feroce nella mia lingua”.
Poi venne il periodo in cui cercò di “cambiare” il suo orientamento sessuale: frequentò una ragazza, cambiò amicizie, prese farmaci e andò in pellegrinaggio in Arabia Saudita e Bangladesh, ma la situazione non fece che peggiorare: nella via in cui viveva veniva assalito dai musulmani e regolarmente la parola “frocio” gli veniva scritta sulla porta d’ingresso. La moschea che frequentava da quindici anni a un certo punto non lo volle più e subiva il bullismo di altri ragazzi musulmani. Si sentiva ostracizzato e tentò di uccidersi: “Sono stato aggredito con violenza da altri ragazzi musulmani e la mia moschea mi disse che i non musulmani non erano ammessi. Tentai il suicidio e poi incontrai Sean. L’associazione per la casa ce ne procurò una nel giro di una settimana e da allora viviamo insieme. Lo scorso giugno, durante il compleanno di Sean, ho fatto la mia proposta di matrimonio”.
Jahed soffre di stress post-traumatico, il che significa che fatica ad affrontare la gente da solo e non può lavorare, ma il suo è un passo significativo per la comunità LGBT e quella islamica: “Faremo una grande festa, poi andremo in Spagna per una settimana, in vacanza”.
Testo originale: Britain’s first Muslim gay wedding as man who tried to kill himself over sexuality ties knot