Guida per principianti al gender. Le differenze tra il sesso e il genere
Testo di Austen Hartke tratto da “Transforming: The Bible and the Lives of Transgender Christians” (Trasformazioni. La Bibbia e le vite dei cristiani transgender), editore Westminster John Knox Press, 2018, 225 pagine), capitolo 2, liberamente tradotto da Diana di Torino, revisione di Giovanna di Parma
Dalle definizioni usate in questo capitolo potete notare che a volte viene usato il termine “sesso” e altre volte “genere”. Per molti di noi sono termini interscambiabili – specialmente se siamo a disagio ad usare la parola “sesso”. Man mano che siamo giunti a comprendere di più sulle esperienze umane col genere, queste due parole hanno assunto significati differenti.
Il modo più semplice per spiegare la differenza consiste nel dire che “il genere è quanto sta fra le vostre orecchie” e “il sesso fra le vostre gambe”; ossia il genere è mentale, emotivo, concerne la vostra personalità, mentre il sesso riguarda parti specifiche del vostro corpo, come genitali e cromosomi. La distinzione tra questi due termini è stata un luogo comune negli ultimi 40 anni, ma recentemente si è scoperto che gli esseri umani possono essere più complessi rispetto a questa descrizione semplicistica.
Per esempio, possiamo concordare che i ruoli di genere e le espressioni di genere differiscono da cultura a cultura. Gli uomini Aka della Repubblica Centro Africana e del Congo sono gentili e si prendono cura dei figli diversamente da altri uomini di altre culture.
Le donne del Mosuo o Na, una popolazione cinese, la più numerosa società matriarcale sulla terra, posseggono le terre, gestiscono gli affari di famiglia e l’eredità passa di madre in figlia. Uno dei migliori esempi di cambiamento dell’espressione di genere nel tempo proviene dal mondo occidentale dove nei primi anni del 1900 si è assistito a un cambiamento nel modo di vestire i bambini.
Fino alla Prima Guerra Mondiale i bambini inferiori ai 6 anni, senza tener conto del genere, erano tutti vestiti di bianco, perché i vestiti si lavavano facilmente! Poi intorno al 1918, i grandi magazzini cominciarono a suggerire ai genitori di vestire le femmine in blu e i maschi in rosa perché, “essendo il rosa un colore più forte e deciso, era adatto ai maschi, mentre il blu più delicato andava meglio per le bambine”. Fu negli anni ‘40 che i colori cambiarono genere negli Stati Uniti; ad oggi i maschi sono ancora vestiti in rosa e le femmine in blu in alcuni paesi europei come il Belgio.
Così mentre le espressioni di genere e i ruoli di genere sono almeno parzialmente costruiti dalla società, è generalmente assodato che il sesso sia un costrutto biologico che rimarrebbe lo stesso, indipendentemente dalle pressioni sociali e dalle aspettative che ci modellano. Dopo tutto, nell’ambito del concepimento naturale, non abbiamo la capacità di controllare i cromosomi di un bambino o lo sviluppo di genitali specifici.
Ma alcuni ricercatori, come Anne Fausto Sterling, dissentono. Lei afferma che anche il sesso è una costruzione sociale, perché non c’è nulla in natura che decida se i cromosomi XX e XY o i testicoli e le ovaie debbano essere classificati maschio o femmina o altro.
Sono gli esseri umani che fanno tale distinzione e decidono cosa è normale per ogni categoria. Questo diventa maggiormente evidente quando consideriamo i modi in cui i bambini intersessuali siano stati storicamente manipolati chirurgicamente per adattare le loro differenze nello sviluppo sessuale ai nostri livelli di comfort – un problema di cui parleremo nel capitolo 4.
Alla fine, mentre sappiamo che sesso e genere sono concetti separati, – il genere si riferisce all’io intimo e il sesso a quello esterno – finora non c’è consenso sul fatto che queste due categorie siano interamente biologiche o interamente prodotte dall’uomo.
Tra coloro che credono che il genere e il sesso siano interamente biologici esiste un sottoinsieme di essenzialisti di genere. L’essenzialismo di genere è la convinzione che esistano differenze innate, immutabili tra uomini e donne – che un uomo abbia una certa essenza maschile che lo rende quello che è e che la sua essenza è l’opposto biologico e spirituale dell’essenza della donna che la rende quella che è.
Questa posizione emerge in riflessioni sulle differenze tra il cervello degli uomini e quello delle donne, con titoli tipo “Perché tuo marito non chiede indicazioni sulla direzione da prendere: la sorprendente struttura cerebrale dietro la capacità degli uomini di pensare spazialmente”.
Tutti abbiamo letto articoli in cui si sostiene che il cervello degli uomini è maggiormente portato alla matematica e alle scienze, mentre quello delle donne alle relazioni con gli altri e alla cura dei figli.
Il problema di questi studi è che non considerano i fattori sociali; per esempio, forse vostro marito non chiede indicazioni stradali non perché pensi spazialmente, ma perché teme di apparire debole, non abbastanza “virile”. Forse le donne si prendono cura dei bambini perché per tutta la vita sono state costrette in questo ruolo di madri e baby sitter e sono diventate brave, per evitare di vergognarsi di non essere “abbastanza femminili”.
Naturalmente esistono alcune differenze tra il cervello di uomini e donne cisgender; per esempio, una certa quantità di materia bianca o il numero di connessioni neurali in una determinata area possono essere più comuni in un sesso rispetto all’altro.
Comunque, i ricercatori stanno giungendo alla conclusione che ci sono più somiglianze che differenze tra i cervelli dei due sessi e che gli studi precedenti sono risultati distorti o si basavano su un campione troppo esiguo.
In un recente studio su un gran numero di scansioni cerebrali di risonanze magnetiche è stato dimostrato che, sebbene ci fossero differenze tra i cervelli dei due sessi, solo il 6% dei cervelli era situato costantemente su un lato dello spettro maschio – femmina, mentre la maggior parte sembrava tipicamente maschile in alcune aree e tipicamente femminile in altre aree con una notevole curva a campana nel centro.
Sebbene questi studi tendano ad esagerare le differenze, andiamo avanti e chiediamoci: “Dove si colloca il cervello delle persone transgender in questo spettro?”. A quanto pare, la materia bianca in tre aree chiave del cervello degli uomini transgender era più simile a quella degli uomini cisgender rispetto a quella nel cervello delle donne cisgender. Analogamente, la materia bianca in quattro aree del cervello delle donne transgender era più simile a quella delle donne cisgender rispetto a quella degli uomini cisgender.
Occorre notare che questi studi sono stati condotti su persone transgender prima che si fossero sottoposte a terapia ormonale. Possiamo dedurre che parte del cervello delle persone transgender è in accordo col loro vero genere, piuttosto che col sesso assegnato alla nascita, sebbene non sappiamo ancora se la differenza esista alla nascita o si sviluppi col tempo.
Attualmente sembra che la scienza ci possa dire qualcosa su come le persone transgender sperimentino la loro identità e l’antropologia e la sociologia possono aiutarci fornendoci un contesto quando si tratta di un’esperienza umana complessiva.
Ma cosa può dirci la teologia sulla diversità di genere? Esiste una dottrina che potrebbe aiutarci a capire, in primo luogo, perché esistono le persone transgender?
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