Hai fatto coming out, ora sei il capitano della tua nave
Articolo di John Shore pubblicato sul sito Patheos (Stati Uniti) il 7 novembre 2013, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Ecco una lettera che ho ricevuto, a cui segue la mia risposta: “Caro John mi piace molto il tuo blog. Sono uscita allo scoperto in quanto lesbica da diversi mesi, e prima e dopo il coming out ho trovato conforto e stimolo nella tue parole. Ho dei problemi con la mia fede.
Lo so, sicuramente ricevi molte richieste di consiglio e c’è molta gente che scarica i suoi problemi su di te; spero che questo non ti esaurisca. Però trovo che spesso le tue risposte mi fanno pensare alle cose in modo nuovo, così ho deciso di farti anch’io una domanda.
Sono stata cristiana per la maggior parte della vita e fin dai tempi dell’adolescenza la mia fede è parte integrante di ciò che sono. Ho dovuto aspettare i 29 anni per capire di essere lesbica ed essere sincera a questo proposito.
Avevo interiorizzato la credenza che una cristiana non potesse essere lesbica, e dato che ero cristiana, ero chiaramente confusa. Pensavo che tutto ciò che gli altri avevano dentro di loro e che li faceva profondamente e ridicolmente innamorare fosse una qualcosa che io non avevo. Fino a che non provai anch’io quei sentimenti, ma per una donna.
Quando questo accadde, la mia voglia di negarlo lottò con tutte le sue forze, ma i suoi giorni erano contati. Non potevo nemmeno pregare sinceramente per scacciare i miei sentimenti omosessuali. Le parole morivano in gola: non volevo assolutamente scacciarli. Era amore. Era una delle cose più pure e più belle che avessi mai provato. Mi sembrava un insulto a Dio fingere di pensare che fosse altro che un dono.
Così ora sono uscita allo scoperto e ho la benedizione di amici e una famiglia che mi amano. Ho trovato una magnifica comunità di fede che mi ha accolta. Non dovrei stare a lamentarmi. Ma devo ancora lottare contro una grande omofobia interiorizzata e con il fatto che sento di non poter amare Dio nel modo in cui merita. Non so se l’omofobia e i dubbi di fede siano correlati, ma so che non riesco a leggere la Bibbia.
Qualche volta ci provo, ma mi sento lo stomaco che si stringe e il mio cuore che batte sempre più forte, e mi sento come un animale in trappola. Una volta passavo ore a leggere quel libro e ora non voglio più averci a che fare. Purtroppo non mi sento sicura nel leggerlo. Per un po’ ho avuto difficoltà a pregare, ma ora ho ricominciato. Ho fatto dei sogni in cui Dio, che è buono, amorevole e gentile, mi invita a tornare a lui.
Questo Dio è buono e merita amore. Ma dentro ho ancora tanta rabbia per gli anni passati a negare chi sono, per i libri che ho letto nello sforzo di amare quel Dio che mi diceva che la parte migliore di me è fondamentalmente malata e disordinata, per i sermoni e i seminari che ho frequentato, in cui gli oratori parlavano dell’essere “guariti” e “liberati” dall’omosessualità: tutte le cose che mi sono bevuta senza spirito critico, anche se tutti i miei istinti mi urlavano di scappare da quegli insegnamenti. So che la rabbia e l’amore non si escludono a vicenda. Ma non so come separare Dio e la mia religione.
E anche all’interno della mia religione, non so come salvare ciò che è buono e buttare via la fuffa dannosa. Io amo Gesù, ma certi giorni non chiedo di meglio che voltare la schiena al cristianesimo. Qualsiasi consiglio tu possa darmi su come sbarazzarmi delle cose cattive e tenere le buone e su come amare Dio come lui merita saranno ben accette. Grazie.”
Cara amica che mi hai scritto questo. Notevole. Davvero… incredibile. Hai passato ventinove anni della tua vita immersa in un sistema che, a partire dagli anni in cui si è più impressionabili, ti ha sempre detto che praticamente tu sei spazzatura, disgustosa a Dio, un abominio di natura, un affronto alla dignità e all’onore, e ora, nonostante tutto questo, nonostante i danni alla tua psiche, le innumerevoli ferite alla tua autostima, la negazione, che tutt’ora continua, del cuore della tua identità, nonostante tutto questo tu sei attratta irresistibilmente verso l’amore di Dio. Continui a volere Dio. Continui a volere Gesù.
Continui a credere nell’amore divino al quale ti dicevano di non avere diritto. Il tuo cuore non ha fatto che… conservare la sua verità. La sua visione. Ha continuato ad ascoltare Dio. Hai continuato a credere nella forza, nel potere e nella giustizia di Dio, quando chi ti stava attorno parlava di Dio dicendo che egli si vergognava di te. Lo Spirito Santo dentro di te era più forte dell’odio che ti circondava. Una cosa notevole. Che testimonianza… che testimonianza dell’innata e inviolata conoscenza, o di Dio.
In ogni caso sembra tu stia vivendo una cosa nuova, hai fatto coming out da pochi mesi. Nel coming out hai rivendicato te stessa in un modo che prima non esisteva per te. In un certo senso, nel senso più positivo, uscire allo scoperto significa oggettivare te stessa: significa presentare te stessa a te stessa, e per estensione al mondo, come una persona pienamente indipendente, pienamente integrata, pienamente completa. Significa portare alla ribalta per la prima volta un tu pienamente realizzato.
Hurrà! Ma ovviamente è anche del tutto naturale – un segno di quanto sia potente il coming out – che tu metta in discussione tutto quanto ha tentato di definire te a te stessa. Ora sei definitivamente sulla tolda: finalmente sei il capitano della tua nave. E per quanto possa essere splendido, sentirai che ti mancano gli ormeggi.
Non è particolarmente facile ridefinire la propria identità tutta intera. Hai vissuto una rivoluzione. Nelle rivoluzioni accade ogni sorta di cose. Da ogni parte le cose cadono e crollano. Nelle vere rivoluzioni molti bambini vengono gettati con l’acqua sporca. Quindi ti dico: aspetta.
Trova la tua via nelle verità che stai attraversando. Non c’è fretta. Se sei arrabbiata con Dio, sii arrabbiata con Dio. Penso di poter dire con sicurezza che lui/lei capirà. Se sei arrabbiata con Dio, pensa a quanto deve essere arrabbiato Dio con le persone che ti hanno ridotto così. (Se mai capiti ancora vicino a quelle persone, assicurati di rimanere sempre qualche metro dietro a loro. Perché rischiare di rimanere bruciacchiata quando il fulmine le colpirà?) Se non ti senti al sicuro nel leggere la Bibbia, mettila via. Immagino che nella tua vita abbia letto tanta Bibbia da fartela bastare per un po’. Se hai trovato una chiesa che ti nutre e ti accoglie, frequentala. (E non dimenticare di abbracciare da parte mia chi in quella chiesa ti sta trattando bene.) Se pregare ti dona pace, prega.
Ti dico una cosa: se io fossi Gesù, non potrei immaginare una cosa che mi farebbe più piacere di qualcuno che dice “ Io amo Gesù, ma certi giorni non chiedo di meglio che voltare la schiena al cristianesimo”, perché saprei che quella è una persona che davvero mi capisce, che mi ascolta, che sa di cosa parlo, che ha ricevuto il messaggio che mi è costato tanto diffondere. Quella persona sì che sarebbe una vera amica.
Mi chiedi come come sbarazzarti delle cose cattive e tenere le buone. Non penso tu debba preoccuparti di questo perché penso che, come sempre è successo, il bene si tiene aggrappato a te. E questo vuol dire che il male continuerà ad allontanarsi da te. Sii benedetta, ragazza. Scrivici ogni tanto mentre continui a camminare per la tua strada, e facci sapere come te la cavi.
Testo originale: I’m Christian, gay, and too angry to even read the Bible anymore