Ho curato i malati di Aids, ma non riuscivo a guardali negli occhi
“Fa’ il cattivo stanotte”, queste parole erano stampate a grandi lettere d’oro su una T-shirt viola, che stava di fronte a me, quando entrai a visitare il mio nuovo paziente.Mi chiamo Robb Sheneberger e sono il primario della clinica Care di Long Beach, in California. Una clinica pubblica e no-profit che assicura assistenza medica a quasi 600 pazienti malati di HIV che insieme al programma Care, del servizio sociale USA, assiste oltre 1200 persone.
Il mio nuovo paziente non era diverso da molti che attraversano ogni giorno l’ingresso della nostra clinica. Aveva 36 anni e aveva scoperto di essere siero-positivo nel 1987 durante gli esami clinici per una malattia rettale. Presentava fattori di rischio per l’HIV quali il sesso con uomini e l’uso di droga, e dal momento della diagnosi si era sottoposto ad assistenza medica a periodi alterni.
Adesso cercava cure mediche per lesioni cutanee indicative di sarcoma di Kaposi, un tumore della pelle riscontrato comunemente negli uomini gay HIV- positivi, e per verruche al pene. Aveva contratto l’epatite C per l’uso, antecedente al contagio HIV, di droghe quali cocaina, eroina e cristalli di metamfetamine.
Aveva una lunga storia di depressione, diversi tentativi di suicidio ed era stato ricoverato in ospedale tre mesi prima, dopo un tentato suicidio attuato tagliandosi violentemente il polso. Era stato in carcere dieci giorni per ubriachezza in pubblico e ora viveva in una struttura residenziale per la disintossicazione dall’alcool.
Asseriva di essere sobrio da due settimane, esclusa la notte prima del suo appuntamento alla clinica, perché era ansioso. Presentava una lunga storia di amnesie causate dall’alcool, il padre era morto proprio per complicanze dovute all’abuso di alcool. Era cresciuto in California, si era diplomato alla High School (Liceo, ndr), aveva frequentato la UC Berkley per tre anni e aveva lavorato come assistente amministrativo. Affermava di cercare di essere ottimista riguardo al futuro. Venne visitato alla Clinica il 6 settembre, fece le analisi del sangue, e scomparve il giorno dopo l’11 settembre.
La mia passione nel vedere le persone realizzare il loro vero valore ed essere finalmente liberati per vivere con speranza e prospettive, era soffocata dalla maschera che sceglievo di indossare. Mentre il mantenere viva la gente dal punto di vista medico mi arrecava molta soddisfazione e compiacimento, stavo nascondendo loro la via verso una vita reale.Perché sono propenso a credere che il Dio della speranza possa portare vita a me, ma non ai miei pazienti? Vi è una barriera di perfezione che Egli deve attraversare? La mia esperienza durante il “Breakthrough Training” (“Educazione alla riscoperta di sé”) ha iniziato un processo in cui ho riconsiderato le mie convinzioni e ho imparato a vedere delle prospettive positive dove avevo decretato disperazione infinita.
Negli Stati Uniti vi è quasi un milione di gente con l’opportunità di vivere con l’HIV. Quasi tutti coloro affetti da HIV, che ho incontrato in qualsiasi parte del mondo, combattono contro la mancanza di speranza, contro la vergogna e contro un futuro incerto. Il cuore di Dio si spezza.Sto sperimentando una nuova profondità di relazione con la gente sieropositiva e la vulnerabilità alla sofferenza, che incoraggia la guarigione. Ogni giorno vedo pazienti che si disperano per qualcosa di reale nella loro vita.
Mentre condivido con loro le possibilità che hanno, i loro occhi si riempiono di lacrime, e so che Dio sta infondendo speranza nel loro cuore. Qui ora le cose fervono in previsione del domani, come non ho sperimentato da diverso tempo. Ho visto con i miei occhi la vera libertà arrivare in pazienti tenuti prigionieri dalle bugie. Il Breakthrough Training promuove la vita.
I miei pazienti hanno bisogno di vivere. Sono impegnato a vedere le persone che vivono con l’HIV, sia quelle che ne stanno morendo, guardare al futuro e sono riconoscente per l’impegno dell’ACCD (Association Christian Character Development) che sa abbracciare chi ha il cuore spezzato. Adesso è il momento giusto per fare la differenza..
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Testo originale: A new depth of connection to people that encourages healing