Ho portato Gesù in una chat gay
Testimonianza di Nazareno sul ritiro su “Dal buio alla luce: percorso online per giovani LGBT e la loro comunità” (30 Aprile-3 Maggio 2020)
Ciao, sono Nazareno, “cattofrocio” e questo è il secondo incontro che riesco a vivere con i ragazzi del Progetto Giovani Cristiani LGBT. Nel primo incontro, quello di Napoli, ho portato la mia omosessualità in Chiesa, ho scoperto che potevo essere omosessuale e cristiano tutto allo stesso tempo, tutto nello stesso momento ed è stato bellissimo integrare queste due istanze della mia vita che per molto tempo avevo coltivato distintamente, e naturalmente entrambe in modo incompleto e mutualmente esclusivo (anzi escludente).
Causa Lock Down l’incontro “Dal buio alla luce” doveva essere fisico si è trasformato in un incontro virtuale, incontro che a mio parere è stato comunque un successo: mi ha dato l’occasione di creare un piccolo angolo di preghiera in casa (un altarino diciamo) che tuttora, anche dopo l’incontro, mantengo e credo manterrò come sana abitudine; ma in questa mia riflessione (più che testimonianza), non mi dilungherò nell’elogiare il senso di comunità che, nonostante i piccoli inconvenienti di un raduno virtuale, ho comunque fortemente sentito; non voglio menzionare il raccontarsi di tanti partecipanti e il bellissimi interventi di un cardinale intervenuto all’incontro, persona e personalità straordinaria pienamente consapevole delle difficoltà della nostra comunità (e “nostra comunità” intesa sia come Giovani LGBT sia come Chiesa Cattolica e Apostolica Tutta). Ma non è questo che vi voglio raccontare, bensì una mia piccola riflessione e come sempre, naturalmente, riflessione esagerata, aspra e un po’ sui generis.
Questo incontro virtuale ha infatti fatto nascere un nuovo senso in me: se nel primo incontro ho fatto entrare la mia omosessualità in Chiesa, oggi mi sono interrogato su come posso far entrare la Chiesa nella mia omosessualità.
Nel primo incontro, come dicevo, mi sono accorto di quanto fosse bello essere in chiesa e gay, insieme (e non solo insieme omosessuale e gay ma anche insieme a voi, come gruppo…); essere gay e cattolico senza nascondermi mi ha donato un profondissimo senso di comunità: eravamo vicini, uniti, reali: eravamo Chiesa.
Questo incontro ci ha obbligati ad usare le tecnologie, la Chat e allora… mi è venuto naturale pensare anche alle Chat di incontri tanto in voga nelle nostre comunità: Grindr, Badoo, Romeo… (ma anche Wapa, Her… mi scuseranno le compagne ma frequento poco…) E chi più ne ha più ne metta. Ora vorrei chiedere a tutti voi, lettori: chi di voi usa le Chat per gay?
E qui che mi sono chiesto, io per primo, ma se la tua omosessualità è entrata in chiesa perché non puoi far entrare Gesù nella tua omosessualità? Perché non mettere Gesù in Chat?
E questo ho fatto: Ho messo “Gesù” in Chat. Per descrivermi ho sempre avuto 255 caratteri, che spesso ho utilizzato per scrivere cosa volevo, nemmeno fossi al supermercato; raramente, poi, ho più saggiamente impiegato per scrivere chi ero (perché comunque la descrizione cambia a seconda delle mie lune)… e mai ci avevo messo Gesù.
Be io di quei 255 caratteri ne ho voluto dedicare da oggi un po’ alla “Mia Chiesa” e su tutte le mie chat in descrizione ho messo, alla fine: “Cristiano LGBT! Per saperne di più www.gionata.org”. Qualcuno incuriosito mi ha chiesto… ma sei cristiano? Ma che fate? Non ti sembra di essere un po’ bizzochero? No, non mi sento un bizzochero, non voglio vendere gatte nel sacco, non ti voglio proporre i 12 passi per eteronormarti o consigliare un’innaturale castità, spesso non mi piace nemmeno fare molto il pippone e rinvio gli sfortunati che mi chiedono chiarimenti semplicemente a consultare il sito e a partecipare a qualche incontro.
Non voglio essere il moralizzatore di nessuno, non ho le capacità per insegnare: per quello rivolgersi a qualcuno che è più in alto di me (a buon intenditor poche parole). Però sono anche questo, sono Gay e Cristiano e perché non dirlo, perché non seminare anche in Chat, perché non testimoniarlo anche lì.
Ho portato Gesù su Grindr, ho portato Gesù in chat. Dicevo, quindi, che qualcuno mi ha scritto incuriosito, qualcuno avrà letto, scorrendolo, il mio profilo e forse sarà venuto sul sito anche senza contattarmi; altri l’avranno proprio ignorato e altri ancora l’avranno letto, questo invito alla Chiesa, ma hanno ancora tanta paura di avvicinarsi. Non importa, a me ricorda, questa mia esperienza, la parabola del seminatore… “una parte cadde lungo la strada e vennero gli uccelli e la divorarono. Un’altra cadde fra i sassi, dove non c’era molta terra, e subito spuntò perché non c’era un terreno profondo; ma quando si levò il sole, restò bruciata e, non avendo radice, si seccò. Un’altra cadde tra le spine; le spine crebbero, la soffocarono e non diede frutto. E un’altra cadde sulla terra buona, diede frutto che venne su e crebbe, e rese ora il trenta, ora il sessanta e ora il cento.” Marco 4, 4-7.
Secondo me se Gesù potesse veramente scrivere in Chat, il suo profilo sarebbe questo: “Ti voglio alto ma basso, moro ma biondo, con gli occhi scuri ma color del cielo: ti voglio come sei!”… ed è bellissimo sentirsi amati per come si è. Comunque, sperando di non rischiare una scomunica con annesso folgorazione divina (nel senso di scossa elettrica ad alto voltaggio di origine celeste), a parte gli scherzi e la caustica goliardia che ho messo in queste righe, il mio invito, amici, compagni, fratelli cristiani LGBT è questo: “Non abbiate paura di andare in Chiesa come omosessuali, riconciliate la vostra fede e la vostra sessualità; e non abbiate paura di portare Gesù nella vostra omosessualità, e perfino in chat, riconciliando la vostra omosessualità con la vostra fede!”.
Grazie a questo incontro virtuale questa è stata la mia riflessione: il mezzo comunicativo è un mezzo… come lo usiamo sta a noi. Io ho voluto portare Gesù su Grindr.