Ho quasi settanta anni e non riesco ancora a conciliare la mia fede con la mia omosessualità
Email inviataci da Andrea, rispondono i Webmaster di Gionata
Salve a tutti! Sono una persona più che matura e omosessuale. Purtroppo, a causa di una formazione troppo rigida mi ritrovo,a quasi settanta anni, a non poter ancora accettare la mia omosessualità.
Sono consapevole di esserlo e ho fatto – tardi – il mio coming out e non riesco ancora adesso a essere me stesso fino in fondo.
Ho trascorso gli anni della mia gioventù nel nascondimento di quello che ero, per paura della società e anche della Mia Chiesa Cattolica a cui appartengo e mi sento di appartenere anche adesso.
Però non posso non negare che troppe condanne, troppi silenzi non hanno affatto aiutato quelli come me che credono e sono fermamente convinti che Gesù Cristo sia venuto sulla Terra per tutti e che via sia uno scopo anche per noi omosessuali. Eppure non riesco ancora ad accettarmi, perché mi vedo discriminato dai componenti della mia Chiesa.
Ho avuto una esperienza totalmente negativa quando mi sono iscritto a un sito cattolico. Ne sono scappato inorridito per la ignoranza che ho potuto constatare e non so cosa fare, perché mi sento ancora addosso i miei sensi di colpa da cui non sono in grado di liberarmi.
Non so neppure se possa essere di utilità a tanti Cristiani e Cattolici per questa mia testimonianza, perché non so che cosa dire,se non affermare il mio grandissimo disagio e vedo di aver perduto tutta una vita.
Forse vi sarà anche un progetto per me da parte di Dio , ma io ancora non lo vedo e sono più di cinquanta anni che so di essere omosessuale , eppure non ho fatto nulla e non potevo fare nulla,certo , dati i tempi. Ora mi accorgo che vita mi sta sfuggendo tra le mani e chi vorrebbe avere a che fare con un vecchio di quasi 70 anni?
Un amico della mia età per compagno non me la sento di averlo, sarebbe una cosa triste per tutti e due, ne sono convinto. Un amico forse più giovane ,anche solo per un affetto platonico,può darsi che vi possa essere,ma io, che non ho mai potuto stringere tra le braccia un giovane uomo per trasmettergli tutto il mio potenziale affetto, se non qualche rarissima volta, da cui sono uscito sempre amareggiato (la crudeltà dei giovani a volte è sconvolgente) non saprei neppure cosa fare. Non ho mai cercato o accettato il sesso mercenario, perché quello può dare forse momentaneamente qualcosa, ma lascia sempre la bocca amara.
Mi rendo conto che la mia età possa far sorridere più di qualcuno e forse dicendo di desiderare solo un affetto platonico non era esattamente quello che in fondo desidero, perché, pur avendo molti anni sulle spalle, il desiderio rimane sempre, di scambiare almeno delle tenerezze, degli abbracci e forse anche qualcosa di più…ma ormai è veramente troppo. Chi devo ringraziare per questo?
Non voglio accusare nessuno, forse la vita ormai l’ho fatta e dovrei ritirarmi con i ricordi. Ma quali ricordi? Quelli di aver fallito nella sfera più intima della mia persona? Sono stato anche intransigente, come mi avevano insegnato, verso alcune manifestazioni forse eclatanti, non comprendendo che l’essere umano è nato per essere libero (“la verità vi farà liberi” diceva Qualcuno…) e quando viene oppresso in nome di qualsiasi ideale, fosse anche quello religioso, non può non esplodere.
Io adesso capisco e comprendo bene,sono stato cieco , ma a chi dirlo e chi ma starà a sentire? Forse anche voi leggerete con sufficienza la mia testimonianza dolorosa, resa anche in modo confuso, perché sono confuso e non so esprimermi meglio di così. Non so neppure perché ho scritto,forse perché credo che sia questa la mia ultima spiaggia per non disperarmi ulteriormente.
Sono Cattolico e credente e voglio rimanere tale, ma ,perdonatemi,voglio anche vivere , perché fino ad ora non ho vissuto affatto e pur non sapendo cosa fare, credo, lo spero vivamente, che Cristo mi tenderebbe la mano, così come me la tenderebbe, forse, Papa Francesco.
La maggioranza dei sacerdoti della mia Chiesa mi ha sempre trattato ,per usare un eufemismo, con sufficienza,una minoranza mi ha rimproverato perché ho messo, in tutta la mia vita, in dubbio la misericordia e ho aderito alla Legge, esternamente per paura, certo,ma non ho aderito allo Spirito della Legge, ignorando che il Sabato è fatto per l’Uomo e non viceversa.
Cari saluti, fratelli e sorelle. Andrea
La risposta…
Caro Andrea grazie per la tua lettera in cui poni tante domande a cui, in parte, hai già trovato una risposta, ma crediamo che una risposta sola non può esistere.
Ma ora che ti sei liberato dal Dio che giudica, ora che hai compreso che sei gay, perché così Lui ti ha voluto, forse è giunto il tempo di vivere con serenità ciò che sei.
Il che non significa dover andare per locali gay o dover partecipare al Pride, ma semplicemente cominciare ad incontrare, parlare e confrontarsi con altre persone omosessuali, giovani e meno giovani, che come te cercano di conciliare nella loro vita la fede e la loro omosessualità.
Finche il tuo essere gay lo vivrai solo nella tua testa, mischiandolo col rimpianto e i sensi di colpa, che tutti ci portiamo dietro, non cambierà mai nulla nella tua vita e non sarai mai “pienamente te stesso”. E’ giunto il tempo di deporre le armi che, per troppo tempo, ai brandito contro te stesso.
A questo punto ti chiederai da dove puoi cominciare. Bella domanda. Il nostro consiglio è di fare al più presto un salto in uno dei gruppi di cristiani omosessuali che trovi più vicino a te, per scoprire dove sono clicca qui.
Solo così conoscerai persone, alcune della tua età e con storie simili, con cui cominciare a confrontarti per interrompere così questo continuo pensare, rimpiangere, desiderare che finche resterà rinchiuso dentro di te non ti darà pace… Datti questa possibilità Andrea, sta a te fare la prima mossa… non è mai troppo tardi per imparare a essere finalmente solamente se stessi.
Un abbraccio forte da tutti noi
I webmaster di Gionata