E’ tempo per la chiesa cattolica di chiedere perdono a quanti ha ferito, incluse le persone LGBT
Articolo di Bob Shine pubblicato su Bondings 2.0, blog dell’associazione cattolica New Ways Ministry, il 27 giugno 2016, liberamente tradotto da Silva Lanzi
I cattolici hanno iniziato ad accogliere la raccomandazione di papa Francesco che la Chiesa chieda scusa alle persone LGBT, alle donne e agli altri che ha ferito. Il Papa ha fatto questa osservazione durante la conferenza stampa del viaggio aereo di ritorno dall’Armenia, nella sua visita apostolica del fine settimana.
Il gesuita James Martin, noto autore e commentatore, lo ha definito un evento “epocale e storico”. Ha commentato su Facebook: “Papa Francesco è corretto, certamente. La Chiesa dovrebbe continuamente cercare il perdono di coloro che ha offeso o offende, inclusa la comunità LGBT. Cercare il perdono è una parte essenziale della vita cristiana. Infatti, durante l’anno giubilare, san Giovanni Paolo II ha chiesto perdono a nome della Chiesa, tra gli altri gruppi, agli ebrei, alle donne, alle popolazioni indigene, agli immigrati, ai poveri e ai non nati. Ma questa dichiarazione è sicuramente epocale e storica. E se non si può scandagliare quanto la Chiesa abbia emarginato la comunità LGBT, allora probabilmente non l’avete ascoltata abbastanza attentamente. Chiedeteglielo”.
Terence Weldon di Queering the Church ha detto di aver aspettato questo appello al perdono, ma non se lo aspettava così presto. Ha aggiunto: “Semplicemente perché ci sono state una serie di scuse del Papa ad un vasto assortimento di gruppi, precedentemente attaccati e perseguitati dalle autorità cattoliche… le persone LGBT erano alla fine della coda, ma il loro turno infine doveva venire… Ora comunque non è il momento di cavillare. Noi per primi siamo profondamente grati che papa Francesco sia andato dove nessuno dei suoi predecessori è arrivato: chiedere, a nome dell’intera comunità cattolica, ‘Chi siamo NOI per giudicare?’”.
Ryan Hoffman, co-direttore esecutivo di Call To Action, una organizzazione nazionale cattolica per la giustizia, ha detto in una dichiarazione che i capi della Chiesa devono chiedere scusa e agire “… per riformare l’insegnamento della Chiesa che si riferisce alle persone gay ‘intrinsecamente disordinate e malvagie’ e che continua ad escludere e a negare alle donne una uguale partecipazione e guida nella Chiesa. È tempo che le sagge parole di Francesco siano tradotte in azione. Siamo pronti ad aiutare la Chiesa a muoversi verso il cambiamento istituzionale di Francesco, ovvero l’amore radicale che spesso ci chiede”.
Marianne Duddy-Burke, direttore esecutivo di DignityUSA, ha definito l’osservazione del Papa “un passo molto importante” verso la riconciliazione. In una dichiarazione si dice d’accordo che ora si richieda una azione nuova: “Per portare al completo risanamento della relazione tra la Chiesa cattolica e le persone LGBT, essa non solo deve riconoscere le cose sbagliate fatte nel passato ma agire concretamente per dimostrare il suo impegno nel trattare in modo giusto da ora in avanti le persone LGBT. Per esempio, le istituzioni cattoliche dovrebbero smettere di licenziare le persone LGBT semplicemente perché il loro orientamento sessuale o il loro stato civile diventa noto.
La Chiesa dovrebbe smettere di condurre campagne che richiedano il diritto di di recriminare ingiustamente le persone LGBT nell’arena civile sul terreno specioso della ‘libertà religiosa’. Devono finire le campagne mondiali contro il matrimonio omosessuale e la tutela dei diritti civili delle persone LGBT. E dovrebbe parlare a voce alta contro l’orribile violenza e la discriminazione che spesso è diretta contro le persone LGBT, nei Paesi del mondo, inclusi i nostri, con una popolazione in maggioranza o sostanzialmente cattolica”.
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Testo originale: Catholics Welcome Pope Francis’ Call for Church Apology to LGBT People, Others