I cattolici omosessuali francesi vanno dal Papa per ricordargli che: “la chiesa deve accogliere tutti i suoi figli”
Intervista di Damien Fabre a Jean-Philippe Cavroy, presidente di Devenir Un En Christ, pubblicata sul sito del quotidiano cattolico La Croix (Francia) il 25 maggio 2022, tradotto con Google Translate, revisione di Giacomo Tessaro
La Croix: Qual è la missione della vostra associazione?
Jean-Philippe Cavroy: Devenir Un En Christ, “Diventare una cosa sola in Cristo”, è un’associazione che accoglie tutte le persone che in qualche modo hanno a che fare con l’omosessualità, perché sono omosessuali esse stesse o perché lo è qualche loro parente.
Siamo un luogo di accoglienza, di ascolto, ma anche di accompagnamento in un cammino spirituale. Desideriamo dire all’istituzione [cattolica] che i cristiani omosessuali esistono, e che hanno un loro ruolo da svolgere nella Chiesa. E vogliamo dire alle persone che si sono allontanate dalla Chiesa che è possibile avere fede ed essere omosessuali, e che sono le benvenute [tra noi].
Andrete a Roma in occasione del trentacinquesimo anniversario dell’associazione e parteciperete all’udienza generale di mercoledì 25 maggio. Quali parole vorrebbe rivolgere al Papa in questa occasione?
Il nostro desiderio è fare questo pellegrinaggio a Roma perché è lì che si trovano il Papa e il cuore della Chiesa. Abbiamo davvero bisogno della Chiesa, e vogliamo farne parte: ne siamo membri, e ci è sembrato logico, in occasione del nostro trentacinquesimo compleanno, andare a trovare il Santo Padre e parlargli.
Vorremmo dirgli che la Chiesa deve accogliere tutti i suoi figli, in particolare coloro che hanno a che fare con l’omosessualità. Ci sono cristiani omosessuali che cercano Dio e hanno bisogno della Chiesa.
Vogliamo trasmettere questo messaggio alla Chiesa, camminare con lei, ascoltarla, ma anche vederla evolvere. È un po’ tutto questo che vogliamo dire al Papa. Con lui renderemo grazie per quanto abbiamo vissuto in questi trentacinque anni, e gli chiederemo di benedire la nostra associazione.
Come vede il pontificato di Francesco sulla questione dell’omosessualità?
Le cose si stanno muovendo, stanno andando avanti. Ben al di là della questione dell’omosessualità, abbiamo l’impressione di avere un Papa che cerca il più possibile di conciliare magistero e pastorale, di volere una Chiesa dal cuore aperto, che chiama tutti a unirsi a lei, anche le persone omosessuali, anche se ci sono ancora tante battaglie da combattere e dobbiamo continuare a fare sensibilizzazione, educazione e sostegno. Possiamo solo ringraziare per questa evoluzione. Negli ultimi dieci anni abbiamo potuto assistere, in maniera graduale, a un’accoglienza sempre meglio praticata. Ci stiamo muovendo a piccoli passi.
Questo movimento era iniziato prima di papa Francesco…
Sì, era iniziato prima, ma è vero che papa Francesco e le sue parole “Chi sono io per giudicare?” sono state un fattore scatenante C’è stata anche tutta la controversia sul matrimonio omosessuale. È stato un momento piuttosto aspro, con parole grosse ed errori di giudizio, durante il quale le cose venivano affrontate, a volte, in modo violento. Quando ci sono delle evoluzioni, ci sono anche delle resistenze, le due cose a volte vanno di pari passo.
Da dove pensa che provenga la resistenza?
È difficile dirlo con certezza, perché siamo a livello di testimonianza, esperienza e sostegno. Non abbiamo prodotto analisi scientifiche o sociologiche. Quello che posso forse dire è che c’è una questione culturale, e una questione di interpretazione dei testi. Se per anni e anni abbiamo interpretato le cose in un certo modo, con parole aspre ed escludenti, che causano sofferenza, non è così facile, poi, cambiare il nostro atteggiamento, accettare di considerare le cose in modo diverso.
Questi sviluppi, se a volte non sono abbastanza veloci, secondo l’opinione delle persone interessate, tuttavia ci sono. Ci sono sempre più persone che riflettono, teologi che fanno le domande giuste. Ma è vero, tutto questo richiede tempo. Cambiando il paradigma, è ovvio che ci vogliono nuovi schemi pedagogici, più incontri, più tempo.
Testo originale: Des catholiques homosexuels à l’audience du pape : « L’Église doit accueillir tous ses enfants »