I colori dell’arcobaleno alla veglia per il superamento dell’omofobia di Palermo
Testimonianze sulla veglia e la ficcolata per il superamento dell’omofobia di Palermo pubblicate sul sito Centro Studi Pio La Torre di Palermo il 18 maggio 2018
Ed ecco che l’appuntamento tanto atteso della veglia ecumenica per il superamento dell’omofobia ha avuto luogo ieri, come promesso.Alle ore 19 il raduno in piazza Politeama ha visto la partecipazione numerosa di tanti cittadini, appartenenti a varie chiese, associazioni, assessori, turisti, presidi di scuola, alunni, passanti… È li che la nostra bandiera arcobaleno ha colorato la piazza, è li che abbiamo parlato di riconoscimento, accoglienza, rispetto, dell’importanza delle parole non ostili, di quanto, attraverso il racconto di Salvo Piparo (scritto da Ficarra e Picone), davanti alla felicità dei propri figli, il Padre Eterno sia ” accollativo”! …
Riflessione di Anna Rita Colnago
Abbiamo riflettuto, riso, cantato e camminato… La fiaccolata intrapresa dal Politeama fino alla Chiesa di Santa Lucia al porto é stata una pennellate di colore per la nostra città , contraddistinta da un sincero calore di quelle fiaccole accese in ricordo delle vittime. Ma seppur di vittime ancora, purtroppo, si possa parlare, noi Comitato Veglia abbiamo scelto come tema portante la Felicità dell’essere Amici di Gesù di Nazareth e questa scelta si è respirata. La grande chiesa era piena… I canti intonati dalle corali coinvolte erano cantati all’unisono da tutti… É stato un momento importante per il cuore di ciascuno di noi e per il cuore della Palermo davvero bene, in cui la cittadinanza attiva si fa parola, vissuto, opera. L’assenza fisica del nostro Vescovo (di cui eravamo consapevoli poiché da tempo la sua agenda per quella data era piena) non è stata un mancanza… Lui c’era perché come Uomo e poi Uomo di Dio ci ha accompagnati, incontrandoci, nel periodo organizzativo della Veglia, e la sua preghiera per noi è stata inequivocabilmente Presenza. Confidiamo adesso, e per il futuro, in un rapporto tra tutte la associazioni, chiese, singoli, che possa arricchire sempre più l’organizzazione delle prossime veglie attendendo tutti con gioia Quel giorno in cui non ci sarà più bisogno di farle perché la parola “superamento dell’omofobia” sarà anch’essa superata!!!!
Riflessione di Mario Giuseppe Di Matteo del gruppo Ali d’aquila
Da anticlericale e puramente antiecclesiastico posso dire che la chiesa si dovrebbe svecchiare dei suoi paraocchi, quel che è accaduto ieri è esattamente la prova che il Cristo non discrimina, non emargina ma Accoglie tutto e tutti, del resto i suoi amici migliori erano gli ultimi della società. Se la chiesa cattolica accogliesse sempre, come ieri sera, senza però alcun pregiudizio o ipocrisia, la religione cristiana sarebbe meno disgregata. Personalmente sono emozioni forti quelle che ho sentito e provato, raro sentire la vicinanza del Cristo, della sua comunità e dell’universale accoglienza delle diversità. Se il clero fosse realmente meno ipocrita, meno ammuffito nei suoi schemi mentali, se togliesse le bende e i paraocchi (come mi auguro che avvenga), si potrebbe anche parlare di universalità del cattolicesimo (dato che cattolico deriva dal greco universale).
Riflessione di Peter Ciaccio Pastore Valdese di Palermo
La Veglia ecumenica per il superamento dell’omofobia e della transfobia è un momento di testimonianza civile e spirituale per la città tutta. Da anni le adesioni di chiese, movimenti ecclesiali e associazioni è in costante crescita, come risulta evidente dal numero dei partecipanti. La prima Veglia a Palermo si tenne nella Chiesa Valdese di Via dello Spezio, dietro il Politeama, dodici anni fa. Oggi, sarebbe difficile immaginare la chiesa di cui sono pastore come location per la Veglia, perché non riuscirebbe a contenere le centinaia di partecipanti. La prospettiva di rinunciare ad ospitare il momento della preghiera è un sacrificio che, però, siamo contenti di fare, perché significa che la Veglia non è un momento per pochi “illuminati”, ma un momento di solidarietà sempre più sentito nella città.
Quest’anno la Veglia si è arricchita del forte sostegno dell’arcivescovo Corrado Lorefice, coronato dal ritorno nella chiesa di Santa Lucia, che anni fa ci fu preclusa proprio da chi lo aveva preceduto nel delicato ministero di pastore dei cattolici palermitani. Le persone omosessuali non sono alieni, provenienti da chissà quale pianeta, ma sono cittadini e cittadine e, nel caso delle chiese, fedeli come gli altri e le altre. Per questo motivo il principio di non discriminazione e di accoglienza deve partire anche e proprio dall’interno delle chiese cristiane.
Inoltre la Veglia non è un momento esclusivo, dove l’attenzione è rivolta solo alla violenza omofoba. In piazza abbiamo ascoltato una riflessione sulle “parole ostili”, sulla violenza verbale, che riguarda molti, forse addirittura il momento storico che sta passando il nostro Paese. In chiesa la predicatrice luterana Gisela Salomon ha ricordato i soprusi che possono degenerare in violenze, che colpiscono le donne sin dai tempi di Abramo. In particolare il suo sermone si è concentrato su un mondo che pare preferire le menzogne alla verità, dove l’autenticità è repressa dal rispetto del potere.
Oggi siamo contenti. Siamo contenti perché sentiamo che non siamo più soli, che sempre più persone vivono la Veglia come un momento che a loro appartiene. Unico neo, che ci invita a non abbassare la guardia e a continuare per la strada intrapresa, è stato il silenzio spettrale di un quartiere bello, vivo e vivace come il Borgo Vecchio. Il corteo lo ha attraversato trovando nel percorso serrande abbassate, finestre chiuse, poche persone del luogo. Eppure il corteo non voleva solo denunciare la violenza, ma anche celebrare la fraternità ecumenica, il sogno del superamento dell’omofobia e della transfobia. Un sogno che sappiamo si realizzerà, con l’impegno di tutti e tutte, con l’aiuto di Dio.
Riflessione di Antonello del gruppo Ali d’aquila
Vorrei aggiungere che la pluralità delle confessioni il luogo di culto , l’amore che ci ha accolto ha celebrato l’unico Dio della vita. Che come ci ricorda la Sapienza ha creato il tutto perché è buono e giusto cosi. Amore accoglienza dell altro, accoglienza e amore per se stessi e la strada da percorrere