I cristiani integralisti e quelli progressisti condividono la stessa fede, ma non hanno le stesse priorità
Riflessioni di Ruth Terry pubblicate sul sito Yes! Magazine (Stati Uniti) il 24 dicembre 2019, liberamente tradotte da Innocenzo
Non sapevo che i cristiani potessero essere progressisti fino al college. Sebbene frequentassi la Christian Reformed Church, una chiesa conservatrice relativamente riformata, nella mia scuola invece c’era una piccola presenza di professori e studenti progressisti.
Andavo in chiesa con la mia famiglia ogni domenica. Abbiamo frequentato prevalentemente chiese bianche non confessionali o assemblee di Dio. Quello che ho sentito dal pulpito è stato davvero vario dalle profezie apocalittiche, ai sermoni che giustificavano il sesso etero normativo, i ruoli di genere e condannavano il sesso prematrimoniale, l’aborto e l’alcool. […] Fino a poco tempo fa i miei genitori hanno votato il partito repubblicano, un movimento politico (ndr che in Italia definiremmo di destra) assai sostenuto nelle chiese conservatrici.
[…] Così quando ho incontrato a scuola il mio amico Sean e ho iniziato a cenare con la sua famiglia, sono rimasto sorpreso dal fatto che i suoi genitori, Peter e Peggy, che sono estremamente impegnati in politica e informati su ciò che accade nel mondo, fossero così diretti nel loro disprezzo e nella loro mancanza di fiducia nei confronti dei movimenti politici di destra e verso i loro rappresentanti.
Venti anni dopo, sono esattamente gli stessi: sempre critici verso i movimenti e le tendenze politiche conservatrici. Ma la cosa che più mi mandava, e mi manda in confusione, è che il loro sistema morale di valori deriva da una fede cristiana profondamente radicata.
Quella stessa fede cristiana che è brandita dai cristiani integralisti, che si oppongono con forza e nel nome della Bibbia a tutto ciò che i cristiani progressisti, come Peter e Peggy, sostengono, ovvero: l’equità matrimoniale, il sostegno agli immigrati, i diritti riproduttivi delle donne e la lotta contro il cambiamento climatico causato dall’uomo.
Sebbene i cristiani progressisti siano da tempo impegnati nella giustizia sociale, è la prima volta che affrontano un panorama politico così polarizzato. Ora stanno combattendo per le loro convinzioni su più fronti: in politica, all’interno delle loro comunità cristiane e persino all’interno delle loro chiese.
Guidare l’ala destra
Mentre i cristiani integralisti tendono a concentrarsi sul peccato, sul pentimento e sulla salvezza, i cristiani progressisti identificano nell’amore radicale di Cristo e nell’inclusione delle persone emarginate come il cuore della loro fede.
[…] Alcuni cristiani progressisti appartengano a chiese storicamente conservatrici, ma il loro impegno sta contribuendo a farle discutere su temi quali la tutela dell’ambiente, i diritti delle persone LGBTQ+, la salute riproduttiva delle donne, l’immigrazione, l’equità razziale, il costo degli alloggi e la disparità della ricchezza.
Nonostante l’agenda dei cristiani integralisti si opponga a tutti questi temi, i cristiani progressisti e quelli conservatori hanno alcune cose in comune. Un sondaggio di Pew Research rivela che anche i cristiani progressisti pregano quotidianamente e cercano momenti di “pace spirituale”, oltre il 40% di loro legge regolarmente la Bibbia e il 36% frequenta la chiesa almeno una volta alla settimana. Inoltre entrambi i due tipi di cristiani sono ugualmente dogmatici nella loro interpretazione delle Scritture. […]
Costruire ponti
A livello locale i cristiani progressisti spesso avvicinano i gruppi sociali più emarginati alle loro comunità di fede. Molti di loro partecipano agli sforzi per la giustizia sociale attraverso le loro chiese o collaborando alle iniziative delle loro comunità. […]
Ma oggi poche chiese cristiane sono omogenee politicamente. I dati mostrano che la maggior parte dei cristiani progressisti si identifica nei movimenti politici progressisti, ma anche che un terzo di loro riferisce di votare a destra o di avere opinioni di centro. Questo pluralismo nelle chiese offre l’opportunità ai fedeli progressisti e conservatori di confrontarsi insieme sulle questioni politiche all’interno della loro comunità di fede.
[…] Dai cristiani progressisti si può imparare l’attenzione per l’impegno civico, per l’organizzazione della comunità e la giustizia sociale che richiedono empatia alle sfide affrontate dai gruppi tradizionalmente più emarginati, ma anche un’interazione significativa con persone diverse tra di loro. Perché essere vicini a persone che non guardano, parlano, pensano o si comportano come vogliamo noi è sempre molto difficile.
Tuttavia, dalla religione e dalla politica, ormai sono arrivata ad aspettarmi l’inaspettato.
Mia madre si è trasferita, alcuni anni fa, in una ricca comunità della Florida centrale, lì è diventata una convinta sostenitrice di Bernie Sanders (nr considerato negli Stati Uniti un politico radicale e di sinistra). Seppur faccia parte di una famiglia in gran parte conservatrice, è diventata fortemente anti-Trump per lo stesso motivo per cui lo sono i cristiani progressisti Peggy e Peter: perché lo dice la Bibbia.
* Ruth Terry è una scrittrice freelance che vive da poco ad Istanbul, in Turchia.
Testo originale: The Christian Right and Left Share the Same Faith But Couldn’t Be More Different