I Cristiani LGBT pugliesi s’incontrano in parrocchia, perché le cose migliori Gesù le ha fatte a tavola
Riflessioni di Fabio Trimigno del gruppo dei Cristiani LGBT “ZACCHEO” in Puglia
21 dicembre 2019 – Solstizio d’inverno, il giorno in cui il sole si ferma e vince sul buio. Il sole fa una sosta più lunga in una contrada di campagna, in una piccola Parrocchia del Gargano, nel nord della Puglia. Un buio prolungato nel quale si affaccia la cometa 2I/Borisov, che raggiunge la sua massima luminosità: un segno dal cielo, un segno forte e tangibile per questa nostra terra pugliese.
Oggi, 22 dicembre 2019, è il primo giorno dopo il solstizio, il giorno in cui si comincia a guardare alla primavera. Il percorso del gruppo dei Cristiani LGBT “ZACCHEO” segue proprio quel sole che decide di fermarsi, segue quella cometa che raggiunge il suo massimo splendore in un cielo stellato su una piana degli ulivi, un cielo quasi da presepe. Un presepe vivente fatto di pastori, ciascuno con la propria diversità e unicità, ciascuno con i propri doni, qualcuno con le mani vuote, ciascuno con la propria storia, con il proprio nome, qualcuno con una storia da dimenticare e qualcun altro con una storia da recuperare.
Allora è qui che San Giuseppe ci viene in soccorso: ci ricorda un padre che accoglie un messaggio divino nei suoi sogni notturni, un uomo che dà un nome ad un bimbino, un padre che dona una famiglia ad una piccola creatura, un uomo che protegge una giovane madre, un uomo che custodisce una verità, un padre che dona una identità.
L’incontro dei Cristiani LGBT “ZACCHEO” ci richiama all’ identità, i suoi primi gemiti, ai suoi primi passi, ad una verità da custodire. Il gruppo ZACCHEO così diventa lo specchio di questa figura spesso messa al margine, quasi discriminata tra i personaggi principali di una fiaba universale: la storia delle storie.
Eppure la figura di San Giuseppe (spesso rappresentato con il pastorale tra le mani) ci ricorda che possiamo essere tutti pastori, tutti custodi di una verità che va protetta, ma allo stesso tempo condivisa.
Ci ricorda che tutti possiamo trovare una identità, e quando non ci riusciamo dobbiamo sforzarci di ricercarla: l’identità di questa nostra Chiesa che accoglie nel nome del Vangelo, di questa nostra Chiesa in cui Dio si fa come noi per farci come Lui, di questa nostra Chiesa che non smette di cantare “Maranathà”.
La condivisione della preghiera durante la Messa, l’incontro che è seguito con le nostre storie, e una tavolata tra pizza e birra, hanno permesso di rendere più vivo quel Cristo che si fa cibo e che si fa sguardo, quel Gesù che si fa parola e che si fa abbraccio, quell’ Emmanuele che si fa lacrima e che si fa sorriso, quel Dio che si fa racconto.
Il gruppo “ZACCHEO” si raccoglie attorno ad un unico verbo: EVANGELIZZARE. In una terra di contadini e pescatori non si può che seminare attorno e gettare le reti a largo, perché possano i Cristiani LGBT essere testimonianza di un amore possibile. AUGURI di un Santo Natale.