I cristiani LGTBI spagnoli scrivono una lettera a Papa Francesco per sostenere le sue “iniziative inclusive”
Articolo di José Beltrán pubblicato sul sito cattolico vidanuevadigital.com (Spagna) il 12 dicembre 2018, liberamente tradotto da Dino
La comunità Crismhom è promotrice di una lettera a Francesco nella quale lo invita ad andare avanti facendo fronte alla “violenza verbale e alle accuse ingiuste e malevole” di coloro che si oppongono all’accoglienza. Benchè esprimano il loro rifiuto delle recenti dichiarazioni riguardo agli omosessuali e ai seminari, riaffermano la loro “speranza e fiducia” nel Santo Padre.
“Stimato Santo Padre, vogliamo esprimerle la nostra preoccupazione per gli attacchi sofferti dalla Chiesa, nella sua persona e in quella di altri vescovi, pastori e sacerdoti che promuovono una Chiesa aperta e accogliente“. Inizia così la lettera indirizzata a Francesco da diverse organizzazioni LGTBI cristiane, presentata ieri da Crismhom, la comunità di cristian@ LGTBI+H di Madrid.
Si tratta di un appoggio al Pontificato, pur in piena polemica sulla non ammissione degli omosessuali ai seminari dopo le dichiarazioni del segretario generale della Confernza Episcopale, Luis Arguello, e del Papa stesso nel libro “La forza della vocazione“. “Benchè molto dispiaciuti di ascoltare queste parole che rifiutiamo, riteniamo necessario riconoscere i progressi pastorali che si stanno realizzando, come la conferenza del gesuita James Martin sull’accoglienza agli omosessuali in occasione dell’Incontro mondiale delle Famiglie di Dublino”, chiarisce la vicepresidente di Crismhom, Margarita Benedicto.
Messaggi più positivi
“Mi colpisce il fatto che i media ripetutamente affrontino soltanto le questioni che ci dividono e costitiuscono ostacoli nel cammino, mentre ci sono altre notizie e argomenti, che sono positivi in rapporto alla Chiesa e al gruppo LGTBI, ai quali invece non viene dato spazio“, sottolinea. E porta come esempio il dialogo nato nel Sinodo dei giovani. E’ per questo che nella lettera il gruppo cerca di dare pubblica dimostrazione dell’appoggio al Papa al fine della promozione di diverse “iniziative inclusive” verso “le persone LGTBI cattoliche” di fronte “all’emarginazione, il disprezzo e l’ostracismo” che ritengono di aver sofferto “per secoli” in seno alla Chiesa. Nel documento, lamentano anche di essere stati “giudicati indiscriminatamente peccatori e indegni, con la conseguente sofferenza e angoscia che hanno portato molti ad allontanarsi dalla fede“.
No alla violenza verbale
“Non ceda alla violenza verbale e alle accuse ingiuste e malevole di persone e gruppi che all’interno della Chiesa vorrebbero che tutto rimanesse immobile, tenendo vive dottrine, atteggiamenti e strutture ingiuste che non aiutano le persone”, così esortano il Papa queste organizzazioni che hanno fiducia che egli possa “realizzare un rinnovamento della Chiesa secondo la regola del Vangelo, l’amore verso tutti, in particolare verso i più poveri e i più lontani“. “Preghiamo con fervore che Dio la guidi in tutte le sue decisioni”, dicono a Francesco.
Da parte sua, Onofre Lorente, della comunità Ichtys di Siviglia, sottolinea che “non abbiamo mai avuto dubbi, nemmeno un momento, sull’associarci a questa iniziativa”. “Voglio trasmettere un messaggio di speranza e di fiducia in questo Papa. Sappiamo che la Chiesa ha i suoi tempi e che i cambiamenti non sono immediati”, riflette Lorente che riconosce come “da qualche anno a questa parte è avvenuto un impensabile cambiamento di atteggiamento che fa molto sperare nel futuro”.
Il compito in sospeso
Fa questa affermazione nonostante abbia vissuto in prima persona come “abbiamo subito minacce di ogni genere per il fatto di riunirci e professare la nostra fede come gruppo. Tuttavia abbiamo vissuto anche un’ondata di solidarietà da parte degli stessi cristiani”. “L’inclusione è un compito che rimane ancora in sospeso”, rimarca Vincenzo Guardino, un altro membro del gruppo che invita a distinguere le differenze che emanano “dalla dottrina di un autentico lavoro pastorale più ordinato”.
Per Oscar Manuel Escolano, rappresentante di FELGTB, “noi credenti LGTBI vogliamo uscire dall’armadio rimanendo comunque dentro la Chiesa, e chiediamo soltanto che essa si apra alla nostra realtà, che ci conoscano e ci integrino“. Escolano afferma “dopo aver scritto la lettera di sostegno, ci siamo imbattuti nelle dichiarazioni del Papa, che respingiamo perchè alla fine impongono un’unica affettività“. Da qui ha deciso di invitare Francesco a “rettificare le sue parole, perchè per noi costituisce un duro colpo al nostro desiderio di voler avvicinarci e identificarci con la nostra Chiesa”. “Vogliamo costruire una realtà ecclesiale più inclusiva dall’interno, per costruire ponti ed eliminare pregiudizi”, ribadisce, anche se “le parole feriscono e generano distanza e dolore, altro è quello che viviamo nelle nostre comunità, nelle nostre parrocchie, dove c’è una esperienza positiva della spiritualità”.
Testo originale: Los cristianos LGTBI españoles respaldan las “iniciativas inclusivas” del Papa